Trasporto aereo

Privatizzazione Ita, si dimettono sei membri del Cda

Secondo fonti «si chiude una fase e se ne apre una nuova». Ma dietro la scelta anche i dissapori per la nomina di advisor

(ANSA)

2' di lettura

Privatizzazione difficile per Ita Airways, la società nata dalla ceneri di Alitalia e posseduta al 100% dal ministero dell’Economia. Sei consiglieri di amministrazione si sono dimessi. Restano in carica solo il presidente Alfredo Altavilla, l’ad Fabio Lazzerini e la consigliera Frances Ouseley. Secondo fonti vicino al dossier si tratta di una scelta che chiude la fase di creazione della società (martedì 29 marzo in cda è stata approvata la relazione di bilancio) per aprire quella di privatizzazione. Ma a pesare sulla scelta ci sarebbero anche i dissapori legati alla spesa per gli advisor.

Le due manifestazioni di interesse

La privatizzazione di Ita Airways è partita a febbraio quando il governo ha varato il decreto che avvia l’iter per la ricerca di un partner per la compagnia pubblica. Due le opzioni previste: offerta pubblica o vendita diretta. Sul tavolo al momento c’è solo la manifestazione di interesse presentata da Msc e Lufthansa, alla quale si è aggiunta (non formalizzata) a marzo quella del fondo statunitense Certares (specializzato in viaggi e turismo) che vedrebbe come potenziali partner commerciali (senza una partecipazione nel capitale) Air France-Klm e Delta Airlines. Il Mef, azionista unico di Ita, resterà nel capitale con una quota di minoranza, che in una seconda fase potrebbe anche essere venduta.

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Franco: al centro dimensioni, crescita e occupazione

Il dpcm varato in Consiglio dei ministri l’11 febbraio scorso, ha detto il ministro dell’economia, Daniele Franco al question time al Senato del 24 marzo, «pone l’accento su tre aspetti essenziali per Ita. La dimensione industriale: si mira ad una compagnia solida e redditizia. Le prospettive di crescita della società: si ritengono cruciali l’accesso ai mercati strategici e l’operatività sul lungo raggio. L’occupazione: la crescita di Ita deve tradursi in sviluppo di occupazione di qualità e sostenibile».

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