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Privilegiare le grandi opere? Meglio accorpare le piccole

di Roberto Guida

In cantiere. Il viadotto Cancello Frasso della Av/Ac ferroviaria Napoli-Bari

2' di lettura

Le discussioni ultime sul Pnrr non sono una sorpresa in termini assoluti. Era immaginabile, sin dalla sua progettazione, pensare che il Piano potesse trovare problemi di attuazione. Ancora di più nel Sud, dove la media dei dipendenti della pubblica amministrazione è ancora più bassa rispetto al resto del Paese e dove storicamente c’è un problema strutturale di spesa.

Lo si è visto con i fondi europei, sin dal 1986, e con le altre leggi speciali. È probabile che il Piano debba avere una proroga ma a prescindere da tutto è altrettanto necessario non disperdere le opportunità ad esso connesse .

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Sono risorse troppo rilevanti per essere perse, anche in relazione alle opportunità di sviluppo dell’intero Mezzogiorno. Se pensiamo alla rete ferroviaria, con i trentuno miliardi complessivamente impegnati, ci accorgiamo che, dalla Salerno Reggio Calabria, alla Palermo -Catania, fino alla Napoli Roma sono previsti interventi in grado realmente di incidere sulla mobilità e sull’economia. Anche la viabilità ha una sua grande importanza. E in generale è così per tutto ciò che può velocizzare le comunicazioni.

Ma il Pnrr non è solo questo nel Meridione. È anche progettazione di infrastrutture sociali, di servizi immateriali. Non mi pare tanto importante il dibattito se la gestione debba essere sottratta alle Regioni e ai Comuni. È una polemica legittima ma non sostanziale. Quello che conta è la capacità di spesa, l’incidenza sul tessuto produttivo, la possibilità di realizzare servizi (ad esempio gli asili ma anche le residenze per anziani) che dovranno poi avere una gestione certa .

Il Sud può recuperare attraverso il Piano anche il gap scolastico e rendersi protagonista di una stagione completamente diversa. Proprio sulle scuole va fatta una riflessione che il ministro Valditara può aiutare a realizzare e cioè gli arredi delle scuole che sono vetusti e che vanno assolutamente cambiati, per dare agli studenti di ogni età spazi adeguati che nel Sud mancano.

Il ministro Fitto ci esorta a non soffermarci sulle piccole opportunità ma a guardare i grandi progetti. È una constatazione giusta che, però, non può ignorare le occasioni per i borghi di unirsi e di procedere con finanziamenti opportuni a reti di intervento integrate. In fase preliminare era importante considerata la peculiarità delle appartenenze locali, poter prevedere delle unioni consortili obbligatorie tra gli enti proprio per evitare dispersioni. Il Sud ha la duplice occasione del Pnrr e dei fondi di coesione. Ha bisogno di grandi investimenti ( si pensi alla linea ferroviaria adriatica e jonica) che siano certi e attuabili. Perdere anche questa opportunità sarebbe un altro passo verso la contrazione di un’economia che deve invece essere altamente competitiva e proiettarsi nella sua dimensione mediterranea.

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