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Processo Tirreno Power, tutti assolti i 26 imputati per la centrale a carbone di Savona

Il procedimento, iniziato nel 2019 dopo anni di denunce da parte di cittadini e associazioni, scaturiva da una inchiesta della Procura di Savona che aveva portato nel 2014 al sequestro dei due gruppi a carbone della centrale (oggi smantellati)

La centrale elettrica Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), sequestrata dalla magistratura l’11 marzo 2014 (foto Ansa/Zennaro)

2' di lettura

Assoluzione con formula piena per tutti gli imputati “perché il fatto non sussiste” nel processo Tirreno Power. Lo ha deciso oggi il giudice Francesco Giannone del tribunale di Savona. A giudizio, con l’accusa di disastro ambientale e sanitario colposi, c’erano 26 tra manager ed ex manager della centrale elettrica di Vado Ligure (Savona).

Il processo, iniziato nel 2019 dopo anni di denunce da parte di cittadini e associazioni, scaturiva da una inchiesta della Procura di Savona che aveva portato nel 2014 al sequestro dei due gruppi a carbone della centrale (oggi smantellati). La pm Elisa Milocco, aveva chiesto una pena di tre anni e mezzo per tutti gli imputati ad eccezione di due (di cui uno nel frattempo deceduto).

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Al processo hanno partecipato come parti civili il ministero della Salute, quello dell’Ambiente, Accademia Kronos, Codacons, Cittadinanza Attiva, Adoc, Articolo 32, Greenpeace, Medicina Democratica, Legambiente, Uniti per la salute, Wwf e Anpana.

Azienda: sempre rispettati tutti i limiti di legge

«Questa sentenza chiude un processo lungo oltre 10 anni che ci vedeva imputati per un presunto disastro ambientale e sanitario. Abbiamo sentito tutti: tutti assolti, azienda e amministratori. E’ utile allora ricordare che in questo stesso palazzo più di 10 anni fa l’allora procuratore decise di avviare una indagine contro Tirreno Power, che tra le altre cose portò alla chiusura del nostro impianto a carbone. Oggi viene sancito nero su bianco in nome del popolo italiano quello che abbiamo sempre ripetuto fin dall’inizio: che abbiamo rispettato tutti i limiti di legge e non abbiamo mai arrecato danno a territorio, popolazione e lavoratori».

E’ soddisfatto Giuseppe Piscitelli, direttore degli affari legali di Tirreno Power, pochi minuti dopo la lettura della sentenza di assoluzione con formula piena da parte del giudice Francesco Giannone al termine di un processo durato 4 anni e mezzo. «Resta ovviamente il nostro rammarico - aggiunge - per tutti coloro che da quella chiusura hanno subito conseguenze negative, si pensi ai contraccolpi economici di tutto l’indotto».

Parti civili deluse, valutano ricorso

«Per noi oggi è una giornata molto brutta, con l’assoluzione viene a cadere l’ipotesi accusatoria. Attendiamo le motivazioni della sentenza - spiega Laura Mara, avvocato delle parti civili -. Chiaro che se ci fosse un appiglio valuteremo l’impugnazione». La sentenza, spiega, non esclude che ci sia mai stato inquinamento a Vado ma significa che per il giudice non si può collegare quell’inquinamento alla centrale: «Bisognerà ora capire sulla base di che criterio logico e giuridico si è arrivati a questa assoluzione. Nulla è perso, la nostra lotta andrà avanti a tutela della salute, dei cittadini e del territorio colpiti dall’ inquinamento, che c’è stato. E poi cercheremo le forme più opportune di tutela, se non in sede penale in sede civile dove non si ragiona sull’oltre ogni ragionevole dubbio ma sulle probabilità».

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