Morte Purgatori, autopsia, tac, perizie per la verità. Due indagati per omicidio colposo dopo l’esposto della famiglia
Il fascicolo aperto dopo l’esposto presentato dalla famiglia su presunte cure sbagliate
I punti chiave
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Ci sono due persone iscritte nel registro degli indagati nel procedimento aperto dalla Procura di Roma sulla morte del giornalista Andrea Purgatori , dopo una denuncia presentata dai familiari. Nei confronti dei due, che operano in una struttura di diagnostica della Capitale, l’accusa è di omicidio colposo. Intanto mercoledì verrà effettuata l’autopsia per accertare le condizioni fisiche e le cause che hanno provocato la morte del giornalista Andrea Purgatori. Martedì sarà svolta la tac. La Procura ha proceduto all’affidamento dell’esame autoptico che, se sarà necessario, sarà seguito da una seconda consulenza tecnica. Parallelamente gli inquirenti stanno acquisendo, affidando l’attività ai carabinieri del Nas, tutto il materiale, comprese le cartelle cliniche, dove Purgatori è stato in cura: si tratta sia di strutture private che pubbliche.
L'apertura del fascicolo per omicidio colposo è conseguenza dell’esposto presentato dalla famiglia del giornalista Andrea Purgatori, morto il 19 luglio nella capitale. In una nota, la famiglia di Andrea Purgatori ha comunicato che, a seguito della denuncia presentata, “il Nas dei Carabinieri, al comando del Colonnello Alessandro Amadei, coordinati dai Procuratori della Repubblica Sergio Colaiocco e Giorgio Orano stanno conducendo indagini per fare luce sulla correttezza delle diagnosi e delle cure apportate al loro caro, deceduto il 19 luglio 2023 dopo solo due mesi dalla diagnosi iniziale”.
Le richieste della famiglia
In particolare, hanno chiesto che venga accertata la correttezza della diagnosi refertata ad Andrea Purgatori in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie”. La famiglia, rappresentata dall'avv. Gianfilippo Cau, è difesa nel procedimento dagli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silveri.
Entro mercoledì l’autopsia
Mercoledì verrà effettuata l’autopsia per accertare le condizioni fisiche e le cause che hanno provocato la morte del giornalista Andrea Purgatori. Martedì sarà svolta la tac. La Procura ha proceduto all’affidamento dell’esame autoptico che, se sarà necessario, sarà seguito da una seconda consulenza tecnica: non si esclude infatti la necessità di ulteriori approfondimenti per verificare la correttezza della diagnosi sulla base degli accertamenti effettuati in particolare nella clinica Pio XI. «Rispettiamo il dolore della famiglia e ci sottraiamo dal processo mediatico. Speriamo che il clamore si attenui e siamo sicuri che gli accertamenti tecnici dimostreranno la correttezza dell’operato del professor Gianfranco Gualdi e del dottor Claudio di Biasi», ha detto intanto Fabio Lattanzi, difensore dei due medici indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo. I carabinieri del Nas hanno già acquisito le cartelle cliniche nella struttura privata dove il giornalista Andrea Purgatori era sottoposto alle cure mediche radioterapiche. Nell’esposto presentato in Procura a Roma dalla famiglia, si chiede che venga accertata la “correttezza delle diagnosi e delle cure apportate al loro caro, deceduto il 19 luglio 2023 dopo solo due mesi dalla diagnosi iniziale”.
In particolare, come si legge nella nota, è stato chiesto che «venga accertata la correttezza della diagnosi refertata ad Andrea Purgatori in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie».
Clinica Pio XI, qui solo accertamenti e biopsia
La clinica Pio XI, a proposito dell’indagine sulla morte di Andrea Purgatori, per conto dell’avvocata Rosaria Grasso Peroni precisa che il giornalista nella struttura «ha svolto solo accertamenti di diagnostica per immagini e una biopsia». «Rispettiamo il dolore della famiglia e ci poniamo in silenziosa attesa dell’esito della indagine giudiziaria», conclude la nota dell’avvocato Rosaria Grasso Peroni.
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