Prodezza di Osimhen: il Napoli non si ferma più. Cadono Atalanta e Udinese. Le grandi rialzano la voce
di Dario Ceccarelli
I punti chiave
4' di lettura
Finalmente, dopo tanto caos, torna l’ordine costituito. Un ordine modellato sulle rigorose abitudini di un tempo. Dove ognuno sta al suo posto e rispetta la tradizione. Come fa ad esempio il Napoli che, continuando a vincere con metodica costanza, supera anche la Roma nel posticipo grazie a una prodezza di Osimhen su calibrato assist di Politano.
I partenopei, soli al comando, ormai non fanno neanche più notizia. Sono come un treno ad alta velocità che viaggia su una linea riservata mentre i rivali sono obbligati a fermarsi per rifiatare nelle tappe intermedie
La pazzia dell’Inter: a volte ritorna
Tra questi illustri inseguitori, parlando di vecchio ordine ritrovato, troviamo per esempio l'Inter, vittoriosa all'ultimo minuto per 4-3 sulla Fiorentina con un gol (di stinco) di Mkhitaryan. Ecco, qui in questo fotogramma, c'è un ritorno alla sana tradizione nerazzurra. L'Inter che per sua natura era pazza è giustamente tornata ad essere pazza. Per la gioia di chi scrive, del team di psicologi che la seguono e anche dei suoi tifosi che le vogliono bene proprio per queste sue improvvise follie che la rendono ancora più desiderabile e sfuggente.
A Firenze, dopo un quarto d'ora, l'Inter aveva già la vittoria in tasca grazie a due stoccate di Barella e Lautaro, verti artefici della risalita nerazzurra (4 vittorie e un pareggio col Barcellona nelle ultime 5 partite). Sarebbe stato un bel sabato tranquillo. E invece, per dare una botta di vita alla serata, l'Inter ha riaperto la partita con una serie di ingenuità (a partire dal rigore provocato da Dimarco), fatte apposta per ricordare che di lei, dell'Inter, non ci si può fidare. Che ti darà sempre buca ad ogni appuntamento. Ma questa volta con il carico da novanta: dopo aver favorito il 3-3 di Jovic al 90esimo, la sciagurata riesce lo stesso a portare a casa il match grazie a una rocambolesca deviazione di un incauto difensore viola
Che altro si può dire? Quando uno vince vince bisogna dargli ragione. Come ai matti. La fortuna dell'Inter, e di Inzaghi, è che adesso la ruota gira dalla sua parte. Grazie anche al fatto che alcuni giocatori chiave sono tornati ai loro livelli abituali. Un' ultima considerazione sulla mancata espulsione di Dimarco che ha scatenato l'ira fuori controllo dei tifosi viola. In effetti, l'intervento del difensore è brutto e l'espulsione ci stava. Perchè l'arbitro Valeri non l'abbia espulso resta un mistero, naturalmente non svelato.
Il Milan senza pietà col Monza
Anche sulla sponda rossonera, è tornato l'ordine. Dopo le non travolgenti vittorie con Empoli e Verona, il Milan è tornato ai suoi ritmi da scudetto dando una sonora strapazzata (4-1) al povero Monza, del giovane tecnico Palladino. Essendo il Monza di Berlusconi e Galliani, cioè della coppia regina del Grande Passato rossonero, il buon Palladino aveva sperato nella clemenza della corte, in una certa ritrosia del Milan ad affondare i colpi per via di quel romantico legame col passato. Niente di tutto questo, anzi: quei diavoli di Pioli hanno infierito senza pietà sulle debolezze dei brianzoli. Protagonista della mattanza, lo spagnolo Brahim Diaz che, nel suo nuovo ruolo di mezz'ala a tutto campo (che manda in depressione il tenero De Ketelaere), ha affondato gli artigli con due gol d'autore. Dopo Diaz, hanno concluso il lavoro Origi e Leao (entrato solo nella ripresa), ma ormai il più era fatto grazie anche alle continue invenzioni tattiche di Pioli che hanno travolto i rigidi piani difensivi di Palladino.
Viene anche anche un sospetto: che al di là dei romanticismi di facciata, il “nuovo Milan” abbia dato volentieri una strigliata a Berlusconi e Galliani, simpatici vecchietti ma ormai emigrati in altri lidi calcistici. Per natura il tifoso non è mai romantico. Se cambi casacca, tanti saluti e nessuna pietà.
La fragile risalita della Juventus
In tema di restaurazione, non si può ignorare lo squillante successo (4-0) della Juventus sull'Empoli. Chiariamo: i toscani sono simpatici, ma non proprio irresistibili. Però i bianconeri, dopo un primo tempo non brillantissimo. hanno finalmente giocato come blasone comanda. Con forza, velocità, cattiveria: tutti strumenti della vecchia valigia di Max Allegri. Che ora rifiata in attesa del ritorno di Chiesa e compagni. Pero Allegri non si faccia illusioni: se contro il Benfica non fa l'impresa per tenere vive le speranze di qualificazione in Champions, i nuovi adulatori scenderanno di corsa dal carro dei perdenti. La guarigione è ancora lontana. Però a volte uno scampato pericolo fa miracoli.
Domenica bestiale per Atalanta e Udinese
E l'Atalanta? Che cosa è successo all'arrembante Dea, in marcia dall'inizio del torneo contro il vecchio regime dei potenti squadroni delle metropoli? Nessuno si aspettava un così fragoroso crollo casalingo (0-2) con la Lazio. Ma il calcio intriga proprio perchè stupisce. Solo che la sorpresa è più grande del previsto considerando come i biancocelesti del professor Sarri le hanno suonate ai bergamaschi.
Una vera lezione di calcio. Quella della Lazio è stata infatti una vittoria netta, molto più schiacciante di quanto dica il punteggio. Gli studenti di Gasperini, folgorati dal gol iniziale di Zaccagni, sono subito stati sovrastati in ritmo e gioco capitolando definitivamente dopo il raddoppio di Felipe Anderson. Un bel colpo per la Lazio che, con il suo palleggio stretto e veloce, agguanta l'Atalanta al terzo posto della classifica. Per la Dea questa è invece la prima sconfitta del torneo. Nulla è perduto, naturalmente. Ma bisognerà tenere i nervi saldi. Non come Muriel, fattosi inutilmente espellere per doppia ammonizione.
Rientra nei ranghi anche l''Udinese , battuta 2-1 in casa dal Torino. Un Torino spumeggiante, forse il migliore della stagione, che grazie a Pietro Pellegrini, autore del gol della vittoria, sbanca il campo dei friulani per la prima volta sconfitti in casa. Un campanello d'allarme da non sottovalutare.
Nuovo allungo del Napoli
Chiudiamo allora col Napoli, sempre più solo al comando, seguito a 3 punti dal Milan, e a cinque dall'Atalanta e dalla Lazio. Questa volta, all'Olimpico, la squadra di Spalletti passa grazie all'ennesima prodezza di Osimhen. Detto tutto il bene possibile di questo nigeriano talentuoso e volante, va ricordato che il Napoli, cui è stato tolto un rigore per l’intervento del Var, è comunque di una caratura superiore rispetto alla Roma, ben ordinata e costruita, ma non in grado di pungere e chiudere la partita. Il Napoli, all'undicesima vittoria consecutiva tra campionato e Champions, ha due marce in più E quando non brilla Kvaratskheila, ecco spuntar fuori un vivacissimo Politano. Cosi si va lontano e forse si raggiungono quei traguardi che, per scaramanzia, è meglio non pronunciare.
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