Produttori di attrezzature professionali per la ristorazione: ordini crollati del 40%
Il presidente Andrea Rossi chiede una misura per il credito d'imposta a favore degli investimenti in beni strumentali nel settore ristorazione
di Paola Guidi
3' di lettura
La conferma arriva in occasione dell'assemblea generale dell'Associazione produttori attrezzature per ristorazione e ospitalità (Efcem): gli ordinativi di quello che in Italia è un settore industriale con primati mondiali chiuderà il 2020 con un crollo degli ordinativi del 40 per cento.
«La filiera della ristorazione e ospitalità – afferma il presidente Efcem Andrea Rossi – è tra le più colpite. Dopo il calo del 35% del primo quadrimestre, gli ordini del periodo maggio-giugno hanno registrato un ulteriore caduta, questa volta del 27% rispetto allo stesso periodo del 2019. La precedente chiusura e questa ultima non hanno tuttavia impedito il mantenimento delle attività produttive e di ristorazione, ma per sopravvivere abbiamo la necessità di contare su un supporto per le categorie della ristorazione, ospitalità e turismo, per l'acquisto delle attrezzature tecniche, funzionali allo svolgimento delle attività, attraverso un credito d'imposta per gli investimenti in beni strumentali nel settore Horeca, con la possibilità di cessione del credito, riservato ai soggetti beneficiari del contributo a fondo perduto introdotto dal DL Ristori».
Il comparto che mantiene da tempo il primo posto assoluto, precedendo Cina e Germania, nel range mondiale delle esportazioni, soprattutto con macchine, apparecchi e servizi di medio alta e alta qualità, aveva da poco chiuso un anno di ottime performance, pur perdendo punti in termini di margini operativi per la durissima competizione internazionale.
Il 2019 aveva messo a segno, tra l'altro, un fatturato superiore ai 5 miliardi di euro, generato da centri produttivi italiani. Improvvisamente è arrivato il tornado Covid-19 a interrompere una continua corsa verso la conquista di nuovi mercati, e con criticità che – sottolineato Rossi – avranno un lungo e doloroso strascico temporale, più pesante di quello che sta danneggiando il settore degli utenti finali delle attrezzature e cioè la ristorazione e l'ospitalità. Il riavvio di una struttura costituita da beni strumentali e prodotti di elevate complessità dell’hardware e del software è inevitabilmente più lento e difficile rispetto ai tempi della riaperture di locali e spazi pubblici.
Per le aziende Efcem la pandemia è arrivata proprio nel momento in cui le aziende avevano impegnato risorse finanziarie consistenti e dovevano accelerare questi investimenti per restare al primo posto mondiale della filiera. E per aumentare l'ecosostenibilità di processi e prodotti particolarmente energivori, ma che rispetto ai competitor sono già meno inquinanti. Le aziende italiane hanno infatti sempre trainato il livello di innovazione delle attrezzature professionali di tutto il comparto mondiale contribuendo con un export di 3,8 miliardi di euro su 5 di fatturato, occupando i primi posti non solo per quantità, ma soprattutto per le fasce alte e medio-alte.
Il commercio mondiale valeva 27 miliardi di euro nel 2018 e si avviava a superare i 33,2 miliardi nel 2022 secondo una recente ricerca del Sistema Informativo Ulisse. E dove gli aumenti più accelerati hanno riguardato proprio il made in Italy, considerato dagli chef internazionali più affermati (che sono il riferimento per tutti gli operatori del settore) il meglio in commercio. Facendo attenzione ai dati infatti, la parte in maggior aumento negli ultimi decenni riguarda proprio la fascia alta – quella dove primeggia la fattura italiana–che oggi rappresenta quasi il 70% del totale contro il 49% di dieci anni prima.
Siamo i numeri 1 nell'esportazione delle attrezzature per la panificazione, per le macchine per caffè e cottura secondi di pochissimo alla Germania (ma in fase di superamento), e veniamo dopo il gigante della Cina nella refrigerazione e nel lavaggio delle stoviglie. Senza considerare poi il grande settore degli articoli per la cucina e la tavola, cioè dalla tazzina al tovagliame, dalle posate alle pentole, dove vantiamo primati di export poco conosciuti ma clamorosi.
Ma i danni per tutta la filiera del food potrebbero venire parzialmente ridotti grazie al prezioso marketplace di Host, la prima fiera al mondo del settore della ristorazione e della ospitalità che si svolgerà però solo tra un anno dal 22 al 26 ottobre a Milano con una formula phygital ( nuovi formati digitali e in presenza di pubblico) a cui hanno già aderito le aziende top del settore.
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