Produzione in calo a Cassino: Fca non riconferma gli interinali
di Filomena Greco
2' di lettura
La produzione dei nuovi modelli Alfa Romeo a Cassino frena e 530 degli oltre 800 lavoratori in somministrazione, entrati nello stabilimento Fiat Chrysler di Piedimonte San Germano nel primo trimestre dell’anno, non vengono confermati. Il 31 ottobre è stato l’ultimo giorno di lavoro per buona parte degli addetti, 300 di loro invece lavoreranno fino a gennaio. Una vicenda amara, che ha scatenato la reazione dei sindacati e ha acceso i fari sul piano di rilancio per Alfa Romeo, a corto, sembra, di volumi.
Tra le sigle firmatarie del contratto di Gruppo, il segretario generale Fismic Roberto Di Maulo che chiede l’apertura di «un tavolo di confronto con l’azienda affinché tutti siano al più presto confermati con contratto a tempo indeterminato» mentre Ferdinando Uliano della Fim-Cisl sottolinea la necessità di costruire tutte le condizione per mettere in garanzia occupazionale i 500 lavoratori e poi aggiunge.
«È indispensabile definire a breve l’incontro con l’azienda – aggiunge – come previsto dal contratto di gruppo, a partire dalle situazione critiche di Pomigliano, Mirafiori, Modena, Melfi, rispondendo concretamente alla nostra lettera del 4 ottobre». La Fiom, con Michele De Palma, sottolinea come «il polo del lusso Mirafiori-Grugliasco-Cassino-Modena, che avrebbe dovuto garantire il rilancio di tutti gli stabilimenti, è invece il punto di forte debolezza che si sta scaricando sui lavoratori ».
Un primo segnale del rallentamento della produzione nello stabilimento che rappresenta il cuore del progetto industriale di rilancio del Biscione si è avuto alla fine dell’estate quando i 330 addetti in missione temporanea da Pomigliano sono tornati alla base. Un segnale preoccupante confermato, nelle ultime settimane, dalla riduzione della produzione di Alfa Romeo Giulia e del suv Stelvio, da 300 a 215 per turno. A Cassino si produce anche la Giulietta mentre la piccola del brand, la Mito, esce dalle linee di Mirafiori, a Torino.
La produzione a marchio Alfa al 30 settembre di quest’anno ha superato di poco le 112mila unità (dati Fim), dalla Mito alla 4C, volumi non sufficienti soprattutto su Cassino – quasi 11mila vetture realizzate da gennaio a settembre – per garantire i piani iniziali del Lingotto. L’obiettivo dichiarato da Sergio Marchionne era di vendere nel 2017 230mila tra Alfa (170mila) e Maserati (60mila). È probabile che nel 2017 mancheranno all’appello 20-30mila unità, con il quarto trimestre dell’anno che sta registrando una frenata produttiva per il lusso di casa Fiat Chrysler, a Cassino come pure a Mirafiori dove per la linea del suv Levante si è arrivati al terzo annuncio di cassa integrazione: dopo lo stop dal 16 al 20 ottobre, linea ferma dal 30 al 4 novembre, con i 1.636 addetti costretti a fermarsi anche dal 22 al 30 novembre.
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