Professionisti, nel Dl Sostegni una tutela per chi si ammala di Covid 19
La Consulta dei commercialisti propone una sospensione di 45 giorni per chi contrae il virus
di Federica Micardi
3' di lettura
Il disegno di legge che tutela i professionisti in caso di malattia, bloccato dalla Ragioneria per mancanza di copertura, potrebbe rientrare nel decreto Sostegni grazie agli emendamenti, ma solo nel caso di malattia legata all'emergenza Covid. Il Ddl A.S. 1474 sulla malattia dei professionisti è nato con l'obiettivo di coprire un vuoto normativo in un diritto, quello della salute, garantito dalla Costituzione; ma nonostante un'accelerazione a fine anno e un appoggio bipartisan, almeno sulla carta, si è poi arenato .
L’emendamento al Dl Sostegni
L'idea di presentare un emendamento a tutela dei professionisti che hanno contratto il Covid 19 arriva dal senatore di Fratelli d'Italia Andrea de Bertoldi, primo firmatario del Ddl A.S 1474 e coordinatore della Consulta dei parlamentari commercialisti. Viene proposta una sospensione degli adempimenti per 45 giorni per il professionista malato di Covid 19. Un'iniziativa lanciata mercoledì scorso e subito abbracciata da diverse forze politiche, tra cui Pd, Forza Italia e Italia Viva, e dal Consiglio nazionale dei commercialisti. Per il vice presidente dei commercialisti Giorgio Luchetta «Il tema delle tutele da garantire ai tantissimi professionisti colpiti da Covid e quindi impossibilitati a rispettare i termini fissati per i loro obblighi non è più rinviabile e ogni tentativo di accelerare su questo fronte è decisamente il benvenuto». Qualora l'emendamento dovesse passare la norma potrebbe già essere operativa entro due mesi.
La categoria spera che il Ddl 1474 possa al più presto riprendere il suo cammino e che i dubbi sollevati dalla Ragioneria sulle sue coperture possano essere fugati. «Nel frattempo, però – chiosa Luchetta - è giusto e utile provare a dare una soluzione rapida almeno ai tanti colleghi e a tutti i professionisti italiani che non possono essere penalizzati per il fatto di aver contratto il virus».
Lo stop della Ragioneria
In merito alla posizione della Ragioneria, che stima che il Ddl 1474 possa causare un potenziale danno per l'Erario di 236, 3 milioni di euro il presidente dell'Anc, l'Associazione nazionale commercialisti Marco Cuchel è tranchant «la norma in questione (Ddl 1474) parla chiaramente di differimento di termini e in nessun modo prevede sconti o sgravi per il contribuente, pertanto non si determinerebbe alcun danno erariale, anzi semmai la generazione di interessi». Secondo Cuchel, sulla base di una relazione tecnica redatta dal Ministero della Giustizia, si prevede un impatto del 3% delle denunce da infortunio, anche alla luce dell'attuale emergenza covid. «Non ci è dato sapere la base di calcolo di questa percentuale e del conseguente importo stimato - dice Cuchel - ma soprattutto, ribadiamo che la norma in questione mantiene invariati i saldi».
A questo proposito la Consulta dei commercialisti guidata da de Bertoldi, con l'aiuto delle Casse di previdenza dei professionisti, ha rifatto i calcoli della spesa e quantificato intorno ai 25 milioni un eventuale “costo” per l'Erario – un decimo rispetto alle stime della Ragioneria - che vedrebbe solo ritardare le proprie entrate. Un documento che sarà presto presentato al ministero dell'Economia così da consentire al Ddl di riprendere il proprio cammino.
Altri emendamenti in arrivo
L'emendamento elaborato dalla consulta dei parlamentari commercialisti, a tutela dei professionisti che contraggono il Covid, non è l'unico. Il 26 marzo, a sorpresa, anche la senatrice pentastellata Susy Matrisciano, presidente della Commissione lavoro ha dichiarato a ItaliaOggi di aver predisposto un emendamento al Dl Sostegni che introduce una deroga alla normativa vigente durante l'emergenza sanitaria, prevedendo che se il professionista contrae il Covid e non riesce a trasmettere, a causa della malattia, nei termini indicati dalla legge, atti, documenti o istanze, necessari per accedere agli strumenti di sostegno al reddito di imprese, famiglie e lavoratori, non venga considerato inadempiente nei confronti della Pa da un lato, e dall'altro che non vengano considerati decaduti i termini per la presentazione delle richieste.
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