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Professionisti, prestiti agevolati con contributi in regola e merito creditizio alto

Finanziamenti. Chi può accedere alle maxicoperture del Fondo di garanzia Pmi dopo l’intesa tra Adepp, Cdp e Mcc: si parte con 13 categorie professionali, sì a studi associati e Stp, ma non multidisciplinari

di iValeria Uva

(Tsyb Oleh - stock.adobe.com)

3' di lettura

Per i professionisti ordinisti l’accesso al credito sarà più facile e meno caro. Aumentano infatti le garanzie sui prestiti grazie all’intervento del Fondo di garanzia per le Pmi.

Dopo una lunga gestazione, con le prime interlocuzioni partite nel 2018, è ora operativo il protocollo firmato da Adepp, Cassa depositi e prestiti e Mediocredito centrale che istituisce sezioni ad hoc per i professionisti all’interno del Fondo di garanzia Pmi e, grazie a un assegno da 5,4 milioni versato da sette Casse, aumenta le garanzie per i finanziamenti concessi dalle banche ai professionisti.

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In pratica le Casse intervengono a finanziare l’incremento delle coperture rispetto a quelle statali ordinarie già previste dal Fondo di garanzia dal 70 fino al 90% per la riassicurazione (sui finanziamenti concessi da Confidi) e dal 60 fino all’80% del prestito per la garanzia diretta (sui finanziamenti bancari), il massimo in base alle norme Ue. In questo modo banche e Confidi diminuiranno i rischi connessi al prestito concesso. Il che, per il professionista, si tradurrà in un vantaggio in termini di minor tasso, maggior volume di credito, di accesso al credito o minori commissioni o garanzie richieste. Ma vediamo nel dettaglio il funzionamento.

A chi è rivolto

Per ora sono sette le Casse che hanno aderito: Cassa dottori commercialisti, Cassa forense, Enpab, Enpacl, Enpam, Epap e Inarcassa. Questo vuol dire che l’accordo è valido solo per i professionisti iscritti a queste Casse: commercialisti, avvocati, biologi, consulenti del lavoro, medici e odontoiatri, geologi, chimici, fisici, attuari, dottori agronomi e forestali, architetti e ingegneri. Ognuna di queste categorie ha un suo plafond, determinato dalla quota che la propria Cassa ha messo a disposizione del Fondo (a sua volta determinato in base al numero di iscritti). L’investimento maggiore è arrivato da Cassa forense (2,5 milioni), seguita da Enpam (950 milioni) e Inarcassa (700mila euro). Per i commercialisti ci sono 500mila euro e per i consulenti del lavoro e i biologi 250mila. Vuol dire che man mano che intervengono le quote di garanzia aggiuntive, per ogni prestito concesso si “erode” il gruzzoletto versato da ogni Cassa. Ma nulla vieta un futuro intervento in caso di esaurimento del plafond.

Singoli o in società

I professionisti possono chiedere l’intervento del Fondo di garanzia sia se organizzati in forma individuale che associata, anche in società tra professionisti. Ma per quasi tutte le categorie la Stp non può essere multidisciplinare, è ammessa solo fra iscritti della stessa Cassa. Diverso il caso del commercialista che, anche se socio o associato con professionisti di altre categorie, può chiedere l’intervento del Fondo a titolo individuale. Anche Epap fa eccezione, anche se è necessario che in caso di studi associati o Stp multidisciplinari le quote «computate in termini di partecipazione agli utili» siano possedute in maggioranza da iscritti all’ente pluricategoriale.

Le finalità

Il ventaglio degli investimenti finanziabili è ampio. Di fatto l’unico limite è che il finanziamento deve essere connesso all’attività professionale, quindi ad esempio può servire all’acquisizione di beni strumentali o dello studio. Non è possibili richiedere questi prestiti per motivi personali.

A chi rivolgersi

Il Fondo interviene in modo indiretto, attivato dalla banca o dal Confidi. Quindi occorre rivolgersi a questi ultimi. Il protocollo specifica che il beneficio potrà essere ottenuto «attraverso tutti gli intermediari finanziari abilitati a operare con il Fondo (praticamente tutti gli istituti bancari, ndr) senza necessità per i professionisti di aprire nuovi conti correnti bancari ulteriori oltre a quelli già in uso».

È dovuta una commissione una tantum per l’accesso al Fondo che va dallo 0,25% (se si rientra nella categoria delle microimprese), allo 0,5% (piccole imprese) fino all’1% (medie imprese) sull’importo garantito. Ne sono esenti i soggetti con sede legale al Sud.

Per accedere il professionista deve rispettare determinate condizioni di ammissibilità previste dalle disposizioni operative del Fondo (tra cui ad esempio, l’assenza di sofferenze a sistema) ed essere in fascia 1 e 2 del modello di rating creditizio del Fondo. La verifica di questi requisiti, oltre a tutta la verifica dei parametri economici, viene svolta dalla banca o dal Confidi durante l’istruttoria. Sarà poi la banca o il Confidi sulla base di quest’ultima a decidere se la richiesta di garanzia può essere inviata al Fondo. Un altro requisito sempre necessario è la regolarità contributiva con la propria Cassa.

«Aderire al Fondo di garanzia è in linea con la nostra mission – ha affermato il presidente Adepp, Alberto Oliveti –. Da sempre abbiamo affermato che i nostri investimenti dovessero avere principalmente una ricaduta sul lavoro e sull’area professionale e questo progetto va in quella direzione». «Con questa nuova operatività del Fondo – ha dichiarato Francesco Minotti, ad di Mediocredito Centrale – avviamo una partnership strategica con Adepp e con il mondo dei professionisti, che costituiscono un pilastro fondamentale del tessuto economico e sociale del nostro Paese».

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