Profumi che ci aiutano a viaggiare, almeno con la mente
Nell'anno più difficile per il settore, le scelte dei consumatori premiano l'immaginazione. Essenze rassicuranti per il corpo, candele e aromi per l'ambiente.
di Nicola Moulton
7' di lettura
La prima metà del 2020, per l'industria dei profumi, è stata la tempesta “più perfetta” di tutte. La mietitura dei raccolti non c'è stata. Le forniture di alcol (l'ingrediente base di quasi tutti i profumi) sono state dirottate per soddisfare la grande domanda di disinfettanti. Se per altre categorie di prodotto le vendite si sono semplicemente trasferite online, la maggior parte dei consumatori di profumi è stata riluttante ad adottare questa modalità di acquisto, perché non permette di sentire dal vivo una fragranza. All'inizio della pandemia le vendite si sono contratte più che per altri prodotti per la cura di sé. D'altronde, chi ha bisogno di un profumo, quando il semplice gesto di inalare è diventato fonte di ansia? E poi, naturalmente, c'era anche chi l'olfatto lo aveva perso del tutto. Si è cominciato presto a notare che l'anosmia – il termine scientifico che definisce la perdita dell'olfatto – è un indicatore del Covid-19.
Da quel momento, chi poteva ancora mettersi un profumo e godersi il piacere di sentirlo, doveva, per certi aspetti, già ritenersi fortunato (si ritiene che circa l'80 per cento dei pazienti che riferisce una perdita dell'olfatto lo recuperi entro un mese, ma in casi più gravi i neuroni olfattivi possono essere danneggiati per sempre). Oggi si sente parlare spesso anche di parosmia – un altro effetto collaterale del Covid-19, che altera la percezione di tutti gli odori rendendoli strani o cattivi: si tratta di una fase che attraverserebbero molte persone affette da Coronavirus, che può durare anche per mesi, prima di ritornare alla normalità. La gallerista Sophie Oakley ha perso la capacità di sentire gli odori alla fine di marzo. Ricorda «una strana sensazione, un po' come essere anestetizzata». Non è mai stata completamente certa che la sua condizione fosse collegata alla pandemia – i test hanno rilevato che non ha sviluppato gli anticorpi – ma è durata per circa due settimane. Sono passati ormai otto mesi da allora, ma ancora è turbata e l'idea di mettersi un profumo non la entusiasma. «Quest'anno ci siamo tutti chiusi in noi stessi e il nostro mondo si è come ristretto», dice. «Mi sembra quasi che l'aura che regalano i profumi sia fuori posto nella vita che faccio in questo periodo, molto tranquilla e prevalentemente domestica».
Di certo quello che abbiamo vissuto quest'anno ha cambiato profondamente i nostri desideri in fatto di profumi, se non addirittura il motivo per cui ne indossiamo uno. A differenza di Sophie Oakley e di chi ha rinunciato ad usarli, molti hanno avuto un atteggiamento opposto. La scelta di una fragranza è diventata una specie di àncora di salvezza, una terapia, un modo di dedicarsi attenzione, magari andando indietro nel tempo e recuperando vecchi profumi dimenticati, capaci di richiamare il ricordo di un'epoca in cui tutto era più semplice. Il potere evocativo dell'olfatto è istintivo e immediato e indossare essenze provenienti da altre parti del mondo, sentori esotici o fragranze che di solito mettiamo quando siamo in vacanza è un modo per continuare a viaggiare. In certi casi, il profumo ha fatto un po' le veci dei contatti umani. È infatti talmente immediato associare un aroma particolare a una persona cara, alla sua pelle, ai suoi capelli, che riesce a renderla presente anche se non è accanto a noi. «Tradizionalmente i profumi sono sempre stati venduti e proposti a partire da un'idea di seduzione. È il potere di un'illusione, un sogno, qualcosa che appartiene a un mondo perfetto», dice Laurent Delafon, che insieme al suo socio, Christopher Yu, ha appena lanciato Ostens , una nuova elegante maison di fragranze molto attenta ai riti e ai gesti legati all'applicazione del profumo. «Oggi vediamo e sentiamo che il nostro mondo è cambiato, ci interroghiamo su che cosa sia davvero importante, che cosa ci renda felici. Per questo vogliamo circondarci di prodotti capaci di darci un maggiore senso di sicurezza».
Molti consumatori si sono orientati, per esempio, su fragranze decisamente soft e leggere. Adam Reed, hair stylist e collezionista di profumi, ha aperto un nuovo salone a Shoreditch proprio un mese prima del lockdown: non potendo lavorare, in parte per l'inattività forzata e in parte a causa di tutto lo stress provocato dalla pandemia, è finito per un periodo in ospedale. Il primo profumo che ha usato dopo questa esperienza è stato Eau de Magnolia di Frédéric Malle, «perché cercavo una rassicurazione, volevo qualcosa capace di infondermi una sensazione di calma». Da allora, racconta, è attratto da fragranze che evocano paesaggi all'aria aperta, con note di legno e di terra, naturali, ma non dolci e floreali. «Quest'anno ci sono stati giorni in cui ero completamente trascurato e demoralizzato, con i capelli in disordine, vestito senza cura, ma il profumo mi aiutava a resistere», dice. Si tratta di una tendenza riscontrabile nei trend di consumo sempre più orientati su fragranze affidabili, confortevoli.
Profumi con note di muschio, torba, corteccia, perfetti per quest'inverno. Il profumiere britannico Tom Daxon ha catturato queste atmosfere nel suo Riven Oak, le cui note di quercia, rhum, ambra e vetiver evocano i grandi spazi all'aria aperta, ma anche un senso di serenità e di intimità. È la speciale ambientazione in cui eccellono alcuni brand britannici: Blean Woods di Haeckels , per esempio, è uno splendido scentscape che evoca un'antica foresta incontaminata. Ma non tutti si sono rifugiati nelle essenze familiari e rassicuranti. C'è stato chi ha preferito profumazioni dall'appeal internazionale: un modo come un altro per evadere dalla realtà. È il caso di Aerin Lauder , la cui linea di fragranze è ora considerata un gioiello all'interno dell'impero Estée Lauder. «Durante la primavera e l'estate ero attratta da profumi più leggeri, più freschi, ad esempio le note del mio Mediterranean Honeysuckle, che mi ricorda i viaggi che facevo da ragazza sulle coste del Mediterraneo», racconta. Per questo inverno si orienta, invece, su note più avvolgenti, tranquillizzanti: il suo nuovo Ambrette de Noir è profondo proprio come suggerisce il nome.
Uno dei profumi più interessanti di quest'anno – ad essere onesti, non ce ne sono stati molti – è Paris-Riviera di Chanel, della collezione Les Eaux de Chanel : così leggero, fresco, più simile a un'acqua di colonia, tanto che molti lo hanno paragonato a una ventata di aria fresca. Nessuno, invece, è stato più splendente del nuovo unisex di Loewe , uscito quest'estate e chiamato Paula's Ibiza, con note di cuore di legno marino, acqua di cocco, giglio di mare e fiori di frangipani. Alcuni consumatori sono diventati nostalgici. «Io sono tornata allo Chanel N. 19», dice la scrittrice Sophie Dahl, che lo trova, al contempo, avventuroso e confortante. «Lo mettevo ogni tanto da adolescente e lo indossava spesso mia nonna. Dà una sensazione di sicurezza che solo qualcosa di familiare sa offrire, ma è anche esotico e lontano, e questo aiuta».
Per tanti, forse la maggior parte, il profumo nel 2020 ha rappresentato un modo e un gesto per tirarsi su il morale durante le lunghe giornate in casa. «Proprio durante il lockdown abbiamo potuto rilevare come per i consumatori il profumo sia un fattore di benessere», dice Judith Gross, vice presidente creation, design, branding e marketing di International Fragrance Foundation, una società di ricerche che, dall'inizio della pandemia, ha testato le attitudini delle persone verso i profumi. D'altronde ci sono chiari precedenti storici che indicano come le essenze siano sempre state considerate una cura e impiegate come antidoti, con una valenza terapeutica, anche nelle grandi pandemie dell'antichità, dalla peste di Atene alla morte nera del 1300. Per molti persino l'aroma dei prodotti skincare è determinante. Personalmente, durante il lockdown ero riluttante a mettermi un profumo, eppure ho sviluppato quasi una dipendenza all'odore della crema Hand and Nail Treatment di Clarins e all'Overnight Face Mask di Chanel.
Sophie Oakley, ora che ha riacquistato l'olfatto, si gode soprattutto il profumo dei saponi e delle creme per le mani, in particolare quello di Bal d'Afrique di Byredo , che ha sentori molto particolari e gradevoli, con note di viola, calendula africana, legno di cedro marocchino e bergamotto. Forse, però, il più grande cambiamento di quest'anno si è visto nel modo in cui, confinati dentro le nostre case, abbiamo scelto di profumare lo spazio in cui abitiamo anziché noi stessi. In passato, le candele profumate e gli oli per diffusori d'ambiente erano considerati marginali nell'industria dei profumi; rappresentavano più un accessorio per creare un'atmosfera che non vere composizioni artistiche. Ma quando le vendite dei profumi sono crollate, sono state proprio le candele a tenere a galla molti brand. Dall'inizio del lockdown, le vendite di candele da Selfridges sono cresciute del 54 per cento; da marzo, su Net-a-Porter, sono aumentate del 130 rispetto all'anno precedente.
Se i profumi per la persona rispondevano al bisogno di un legame con la natura oppure esprimevano la nostalgia del passato, le fragranze per la casa hanno avuto una valenza più aromaterapica, la loro funzione è stata quella di “dilatare” lo spazio domestico, renderlo più sereno e meno claustrofobico, come se aprissero orizzonti più vasti. Quando si parla di fragranze calmanti e rilassanti, Baies di Diptyque è quella che, in modo delicato, ma percettibile, sembra davvero avere l'effetto di purificare una stanza. Lo stesso può dirsi della gamma Amoln , un brand scandinavo di candele con aromi freschi, semplici e deliziosi (non sorprende che Sisu Bouquet ispirata al sisu, concetto finlandese che significa “forza di volontà, perseveranza e tenacia”, sia al momento esaurita ovunque). E anche Sisley Paris , conosciuta soprattutto per i prodotti skincare, ha alcune fragranze davvero straordinarie: la sua classica Eau de Campagne in versione candela è la cosa più simile al profumo della serenità che abbia trovato.
Forse quello che tutti stiamo cercando di fare è proiettarci in un tempo e in un luogo diversi dal nostro – e non sorprende dunque di iniziare a vedere un trend nuovo nel mondo dei profumi, che si ispira alle stelle e allo spazio. Ad agosto, Louis Vuitton ha lanciato Météore, una fragranza da uomo con una composizione che evoca potenza e luce. L'Ombre des Merveilles, l'ultima versione dell'Eau des Merveilles di Hermès , ha una bottiglia cosparsa proprio da una galassia di stelle e una fragranza con tocchi d'incenso, come per rendere più esplicita la sua tensione verso il cielo. Ma è per le nuove, e in assoluto le prime, candele profumate di Aēsop che le stelle sembrano davvero essersi allineate. Con un lancio praticamente perfetto, visti i tempi che stiamo vivendo, ognuna ha un nome di un antico astronomo greco: note di resina e di legno per Tolomeo, che gettò le basi dell'astronomia medioevale; fiori, spezie e tabacco per Aganice, che studiò la luna; un profumo con note verdi, terrose e d'incenso per il matematico Callippo, che per primo misurò la durata delle stagioni. L'opportunità di astrarsi dalla situazione in cui ci troviamo e di guardarla da un altro pianeta sarà sicuramente ben accolta. Fino ad allora, tutto quello che si può fare è sperare. E spruzzare, accendere, annusare.
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