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Promesse, confronti e opportunità nei programmi in campo

I programmi delle forze politiche candidate alle prossime elezioni sono più o meno esplicitamente sul tappeto e consentono di fare qualche riflessione

di Leonardo Becchetti

(RafMaster - stock.adobe.com)

3' di lettura

I programmi delle forze politiche candidate alle prossime elezioni (centro-sinistra, centro-destra, terzo polo) sono più o meno esplicitamente sul tappeto e consentono di fare qualche riflessione.

Si tratta di elenchi di propositi che andrebbero ponderati per il grado di realizzabilità che a sua volta ha almeno due dimensioni. Una proposta può essere difficilmente realizzabile perché incompatibile coi vintoli di bilancio (anche questi però diventati un confine mobile che dipenderà dalle scelte in sede UE e BCE su cui a loro volta la nostra classe politica influirà) o perché entra in contraddizione con qualcosa annunciato poche righe più sotto nello stesso programma. I programmi rischiano dunque di essere libri dei sogni senza vincolo di bilancio perché ignorano che le risorse a disposizione costringeranno inevitabilmente a selezionare i punti prioritari escludendo quelli che lo sono meno anche se elencati in programma.

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L'analisi delle proposte delle forze politiche sul tappeto indica aree di convergenza ed aree divisive. C'è una certa convergenza in materia di turismo, sanità, innovazione e ricerca mentre i temi più divisivi si giocano sugli assi dell'immigrazione, della fiscalità più o meno progressiva (flat tax declinata in varie forme verso progressività e persino piccole patrimoniali per finanziare la dote ai giovani), delle reti di protezione contro la povertà (abolizione verso riforma del reddito di cittadinanza) e di alcune questioni sul fronte energia quali nucleare e termovalorizzatori.

In fondo facendo prevalere il pragmatismo soluzioni comuni si possono trovare anche su questi temi. Colpisce da questo punto di vista l'intervista al ministro del turismo Garavaglia che fuori dai riflettori della contesa della comunicazione politica parla di proposta di cumulo di mensilità di reddito di cittadinanza per chi accetta lavori stagionali e aumento delle quote di arrivi su settori scoperti. Da combinare magari con i percorsi dei corridoi umanitari e dell'accoglienza diffusa che sono una frontiera di buona pratica del nostro paese.

Schematizzando ed ipotizzando il favore dei diversi programmi nelle diverse categorie/fasce sociali del paese potremmo dire che la sinistra guarda di più a giovani, percettori di reddito fisso, insegnanti e a chi è maggiormente preoccupato dell'emergenza climatica mentre la destra ai lavoratori autonomi, partite IVA, commercianti e a chi è maggiormente preoccupato della questione sicurezza.

Se questo è vero il centro-sinistra e il terzo polo non possono non provare ad elaborare un'idea di fisco che possa trovare il favore del popolo degli autonomi. Sarebbe necessario da questo punto di vista ipotizzare il reddito percepito come una sorta di attività finanziaria del nostro lavoro valutandone rischio e rendimento. Il dipendente pubblico ha un lavoro a basso rendimento ma anche a rischio zero mentre il commerciante ha un'attività a rendimento potenzialmente elevato ma anche ad alto rischio (senza scomodare il COVID-19 e considerando solo i rischi tradizionali dell'attività commerciale). Il sistema fiscale dovrebbe tenerne conto e ridurre il peso o il rischio di attività economica dei secondi. L'Irap ad esempio è una tassa che viola palesemente tali principi perché poco o per nulla collegata alla dinamica dei profitti del contribuente. Per essere più espliciti una parte del prelievo in un anno positivo per un autonomo, un commerciante, un piccolo imprenditore dovrebbe essere scontata per tenere in conto del possibile arrivo di anni difficili anche considerando il fatto che le imposte sugli utili e sui redditi in parte già tengono conto del materializzarsi del rischio in eventi avversi. La correzione per il rischio è qualcosa di diverso dalla progressività che invece è un principio fondamentale che stabilisce che chi ha più risorse può e deve contribuire maggiormente al bilancio e ai beni pubblici necessari alla comunità. Tassare progressivamente una grande rendita è sacrosanto sia dal punto di vista della progressività che della correzione per il rischio.

Un'altra caratteristica rilevante del vivace dibattito di questi giorni è che i programmi non arrivano solo dal lato dell'offerta politica (partiti e candidati) ma anche da quello della domanda (associazioni di categoria, reti di organizzazioni e forze sociali). Nel vecchio modello di Hotelling di competizione politica i bagnanti (elettori) sono passivi e i gelatai (partiti) scelgono dove posizionarsi sulla spiaggia delle preferenze politiche. La progressiva organizzazione della società civile in gruppi di pressione aperti e trasparenti è un elemento di progresso del dibattito politico. I cittadini/bagnanti possono su alcuni punti evidenziare chiaramente ai gelatai su quale punto della spiaggia si trovano. Il risultato potrebbe essere un aumento del benessere sociale determinato da una riduzione della distanza tra posizione dei bagnanti e dei gelatai sulla spiaggia.

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