Pronto l’elicottero digitale di Leonardo: arma in più per le gare del Pentagono
Il traguardo con l’avvio della Diagnostic service tower e del Digital simulation Lab. Il digital twin cruciale per essere più competitivi nei bandi internazionali
di Raoul de Forcade
3' di lettura
Con l’avvio, nelle ultime settimane, della Diagnostic service tower e del Digital simulation Lab, che operano in connessione col supercomputer davinci-1, Leonardo ha definitivamente messo a punto l’elicottero digitale, cioè il digital twin dei suoi elicotteri. Il che consente all’azienda guidata da Roberto Cingolani di disporre di una macchina virtuale in grado di operare sulla configurazione dei velivoli, sullo sviluppo della progettazione, sul training digitale e sulla manutenzione predittiva, prevenendo, così, eventuali guasti sugli aeromobili in servizio. Non solo. Il gemello digitale permette, infatti, di ottimizzare le prestazioni di volo dei mezzi reali e di fare alta formazione ai piloti anche per affrontare situazioni estreme, che non potrebbero essere replicate, in addestramento, con un velivolo vero.
Il Pentagono richiede il gemello
Ma c’è di più, perché il digital twin ha anche una funzione industriale: consente al gruppo italiano di essere più competitivo nelle gare internazionali. Il gemello digitale, infatti, è considerato ormai uno standard imprescindibile nel mondo di aerospazio e difesa, a partire dai grandi progetti e dalle commesse nei Paesi più avanzati. Fra questi gli Usa, dove il Pentagono ha deciso, per i bandi di gara, di non considerare più tecnologie che siano prive del gemello digitale e ha dichiarato che accetterà solo commesse in grado di garantire prodotti concepiti con un digital twin.
Grazie, dunque, all’avvio della Diagnostic service tower (Dsc) di Sesto Calende e del Digital simulation laboratory di Cascina Costa di Samarate, il gruppo ha consolidato, in campo elicotteristico, le iniziative relative al digital twin, che è, spiega Carlo Cavazzoni, responsabile Hpc (High performance computing) di Leonardo «un continuum macchina-digitale in costante evoluzione, che nasce dall’interconnessione fra la flotta in uso, con 1.300 unità collegate, e le infrastrutture digitali: il davinci-1 di Genova per la gestione dei big data, la Dst per la raccolta dei dati di flotta e l’assistenza tecnica agli operatori e il Digital simulation lab, in cui viene portata avanti la fase di sviluppo dell’elicottero Leonardo; questo laboratorio, tra l’altro, è collegato a un ambiente simile, realizzato nello stabilimento di Yeovil, nel Regno Unito, per progettazione, sviluppo e validazione di nuove soluzioni». Un esempio del valore del digital twin è il lavoro fatto relativamente allo spettro di fatica del rotore principale degli aeromobili. Grazie ai dati provenienti da sensori sul rotore, rielaborati con big computing e intelligenza artificiale, «è stato possibile – prosegue Cavazzoni - ottimizzare le configurazioni di volo, elaborare nuovi modelli per lo sviluppo ingegneristico di questo componente, definire il grado di usura nel tempo del rotore, programmarne in modo predittivo la manutenzione, delineare nuovi scenari nella simulazione e nel training. Questo processo, inoltre, è stato realizzato nell’arco di 10 minuti, contro le oltre 350 ore necessarie fino ad oggi, con un grado di accuratezza uguale a quello reale».
S&P alza il rating e il titolo vola
Mentre il gruppo prosegue su questa strada, S&P ha alzato i rating di credito e di emissione a lungo e breve termine su Leonardo e il suo debito senior non garantito a BBB-/A-3, da BB+/B. Confermato l’outlook stabile. L'azienda, scrive l’agenzia, «continua a mostrare una solida performance operativa e le sue metriche di credito si stanno rafforzando in modo sostenibile a un livello che consideriamo commisurato a un rating investment grade, supportato dall’impegno del management a mantenere un solido bilancio». I solidi risultati e le prospettive del primo semestre 2023 di Leonardo, sottolinea S&P, confermano utili più elevati per il resto del 2023 e per il 2024. Intanto vola anche il titolo del gruppo, tornando a oltre 13 euro per azione e recuperando livelli che aveva perso dal novembre del 2017.
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