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Pronto soccorso affollati? Nelle grandi città spuntano quelli privati a pagamento

Si moltiplicano le iniziative che offrono assistenza e cura ai cittadini H24 per le piccole urgenze. Ma a differenza del Servizio sanitario nazionale ti curano se paghi.

di Marzio Bartoloni

Consegnata al Policlinico di Palermo un'ambulanza donata da Enav

3' di lettura

Malati parcheggiati sulle barelle anche per settimane per mancanza di posti letto nei reparti, mentre i medici, sempre di meno, non riescono a far fronte alle emergenze. Casi clamorosi come quello di un anziano da 43 giorni in un Pronto soccorso romano o della donna di 59 anni morta a Scafati in seguito ad un malore improvviso accusato nei pressi dell'ingresso del pronto soccorso chiuso per lavori. Mentre le strutture pubbliche sembrano sempre più vicino al collasso da Bergamo a Brescia da Milano a Roma si moltiplicano iniziative che offrono assistenza e cura ai cittadini H24. Ma a differenza del Servizio sanitario nazionale ti curano se paghi.

Più ambulatori che veri e proprio pronto soccorso

In Lombardia, soprattutto, questo tipo di realtà sono spesso denominate «ambulatori-pronto soccorso» e già operano da tempo. Ma anche a Roma esistono strutture sanitarie private dove ci si può recare notte e giorno in caso di necessità. In realtà non si tratta di veri e propri pronto soccorso, visto che le emergenze più complesse non le affrontano. Però garantiscono un servizio immediato per le esigenze sanitarie: in pratica quei codici bianchi e verdi, che nel linguaggio della medicina d'emergenza non sono urgenze. «Non chiamiamoli pronto soccorso - spiega Fabio De Iaco, presidente della Società italiana di Medicina d'emergenza urgenza - ma ambulatori dove vengono fatte prestazioni banali. Esempio, mi taglio al dito con la scatoletta di tonno e vado lì, magari faccio prima e trovo meno caos rispetto a un pronto soccorso». Il tema dell'offerta privata nel campo della medicina d'emergenza è molto complesso: «Se parliamo di grandi gruppi sanitari privati, Humanitas, San Raffaele e Gemelli, lì ha un senso avere un pronto soccorso privato-convenzionato perché c'è un polo ospedaliero dietro che dà ogni tipo di risposta a chi può accedere in pronto soccorso. E non c’è nulla da dire».

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L’esperienza di Bergamo per le prestazioni non urgenti

Altra cosa sono invece le esperienze come quella di Bergamo al Policlinico San Marco di Zingonia dove con 149 euro non si fa la fila. Si tratta di una struttura attivata dal Gruppo San Donato che prevede una assistenza «In caso di necessità di prestazioni sanitarie che - spiega il sito - non hanno carattere di urgenza (es. medicazioni di tagli o ferite, riscontro medico dopo un trauma di lieve-media entità, distorsione, rottura di un dente, cistite etc etc.)». Qui il paziente «può recarsi presso l'ambulatorio per ricevere l'assistenza dei seguenti specialisti: Ortopedico; Chirurgo polispecialistico; Odontoiatra; Urologo». Secondo la Simeu comunque i costi di accesso a questi “ambulatori-pronto soccorso” «non rappresentano poi il totale finale, perché eventuali esami radiologici o prelievi li paghi - avverte De Iaco - Quindi il conto alla fine sarà salato, e molto. Una appendicite complessa, faccio un esempio, quanto costa nel privato? 18-20mila euro? Ecco queste cifre non tutti possono permettersele e anche le assicurazioni non è detto le coprano. Quindi il paziente che fa? Va nell'ospedale pubblico. Quindi - chiosa - paga 140 euro per bypassare la fila del pronto soccorso ma poi finisce per doverci andare come ultima spiaggia».

Test del privato e la Camera apre indagine su pronto soccorso

Secondo il segretario nazionale dell'Anaao Assomed, il sindacato dei medici dirigenti del Ssn, Pierino Di Silverio, «i privati stanno sondando l'appeal verso i cittadini di questi pronto soccorso privati», se davvero c'è una richiesta di cure in emergenza. A Brescia”dove era stato lanciato un ambulatorio-pronto soccorso privato «dopo le nostre denunce è stata stipulata una convenzione fra pubblico e privato per fare una rete gratuita dei pronto soccorso. Un progetto molto interessante». Intanto di fronte alla situazione critica dei Pronto soccorso, in vari casi al collasso, la commissione Affari sociali e Salute della Camera ha deciso di fare chiarezza aprendo un'indagine conoscitiva perchè, afferma il presidente Ugo Cappellacci, si è giunti ad un livello «intollerabile». Sulla crisi de Pronto soccorso è intervenuto anche il ministro della Salute Orazio Schillaci, che, rispondendo ad un question time alla Camera, ha sottolineato la necessità di «interventi concreti e strutturali»

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