Proroga moratorie solo per un’azienda su quattro
Intesa Sanpaolo ha riorganizzato le divisioni regionali in tre aree
per sostenere le filiere, elementi strategici per la competitività dei distretti
di Matteo Meneghello
5' di lettura
La tempesta del Covid è alle spalle e i distretti lombardi sono vivi, e battono un colpo, anche se resta da percorrere ancora l’ultimo miglio per traghettare l’economia regionale fuori dalle secche riportandola ai livelli del 2019, precedenti alla pandemia. Intesa Sanpaolo, che ha riorganizzato le Divisioni regionali in tre nuove macroaree - da un lato la Divisione Sud, con Brescia, Cremona, Lodi, Mantova e Pavia, dall’altro la Nord, con Bergamo, Como, Lecco, Sondrio, in mezzo Milano con Monza e Brianza - prova a tracciare un possibile indirizzo verso la ripresa. Una rotta che dovrà necessariamente superare la stagione del Decreto Rilancio, cercando di valorizzare le opportunità offerte dal quadro congiunturale utilizzando comunque la leva del credito, ma con maggiore attenzione agli strumenti di filiera, strategici per difendere la competitività dei distretti. Le incognite sono molte, a partire dal rischio insoluti che, con la fine delle moratorie e degli altri sostegni dello Stato rischiano di essere un brutto inciampo sulla strada della ripresa.
Nei primi mesi dell’anno, secondo le evidenze più recenti del Monitor dei distretti di Intesa Sanpaolo, l’export dei distretti industriali lombardi è tornato a crescere, mostrando un progresso del 6,1% a prezzi correnti rispetto al primo trimestre del 2020, ma resta un gap sul primo trimestre di due anni fa (-5,3%). Sul territorio regionale è stata trainante la filiera metalmeccanica: notevole l’accelerazione della metallurgia, cresciuta del 23,9% grazie alla ripresa dell’acciaio mondiale, mentre prodotti in metallo e meccanica recuperano rispettivamente il 5,9% e il 6,2%. Altri ambiti riescono addirittura a recuperare i livelli pre-Covid: è il caso dei distretti della gomma-plastica. Positivo poi l’andamento del Sistema casa (+13,1%), grazie all’effetto «staycation» che, con il ricorso allo smart working ha incentivato la ricerca di soluzioni nuove di vivere la casa. Negativo invece l’impatto del Covid sull’agro-alimentare (-4,6%), che mostra di scontare più di altre sia le prestazioni eccezionali generate dall’effetto accaparramento nella prima parte del 2020, sia la chiusura, ancora nella prima parte del 2021, del l’Ho.Re.Ca. Tra i settori che soffrono si trova il Sistema moda: si osserva una contrazione nell’export (-14,1%), a causa dell’andamento negativo di quasi tutti i distretti ad eccezione di quello della Val Seriana (+1,6%). Per quanto riguarda le esportazioni, nel 2021 sono ripartiti gli scambi con la Germania, paese che si conferma la prima destinazione di sbocco e dove le vendite, con un progresso del 7,8%, ha registrato un aumento di 86 milioni. Il bilancio del primo trimestre è invece negativo in Usa, dove pesano in particolare le minori vendite della filiera metalmeccanica. Decisamente migliore la performance verso i mercati emergenti (+10%). La Cina è invece il mercato in cui le esportazioni dei distretti industriali lombardi sono cresciute di più in valore (+113 milioni), grazie alle ottime performance nella Metalmeccanica e nel Sistema casa. In Cina aumentano anche le vendite dei distretti dell’Agro-alimentare e del Sistema Moda. Spicca poi il balzo delle esportazioni nella Repubblica di Corea (+42,1%), dove si sono messi in evidenza i distretti della Meccanica e del Sistema moda.
«Vediamo i prossimi mesi con fiducia, poiché i dati ci dicono che gli investimenti crescono e che il rilancio dell’industria lombarda si può consolidare anche grazie all’occasione imperdibile generata dal Pnrr» ragiona Tito Nocentini, direttore regionale Lombardia Nord. Gli elementi di forza delle province presidiate restano, secondo il dirigente, la vocazione all’export e la ripresa, oltre che di settori storici come la meccanica, la gomma e il sistema casa, e anche di un settore come quello del tessile e abbigliamento della Val Seriana «che segna - spiega - un +1,3%, in controtendenza con il resto del sistema moda ancora in difficoltà, che fa ben sperare in una pronta ripartenza dell’intera filiera». Un ulteriore segnale importante sta arrivando, spiega Nocentini, sul fronte delle moratorie: «nel momento in cui si è data la possibilità alle aziende di chiedere la proroga, solo un’azienda su quattro ne ha fatto richiesta: significa che in linea generale le aziende hanno ripreso la loro attività». Un’attenzione maggiore dovrà però essere dedicata alle realtà più piccole, spesso non strutturate a dovere sul fronte finanziario. Marco Franco Nava, direttore generale Lombardia Sud, sottolinea a questo proposito che «le filiere rappresentano una leva centrale per il rilancio delle Pmi; è fondamentale - spiega - preservarne la catena di valore facilitando l’accesso al credito anche delle realtà minori per sostenerle nel rilancio e nei processi di digitalizzazione e transizione green». Anche il territorio presidiato dalla Direzione Lombardia Sud presenta una forte concentrazione di aree distrettuali con filiere di prossimità e vocate all’export, ricorda Nava, giudicandoli «fattori che consentiranno di intraprendere un percorso di ripresa economica, con particolare attenzione ai temi dell’innovazione e della sostenibilità, i due pilastri per agganciare il momento di favore e far crescere l’economia locale». Anche secondo Gianluigi Venturini, direttore regionale Milano e provincia, «la Lombardia è ben impostata per trainare la ripresa, complice anche una ritrovata competitività, con aumento di quote di mercato dei settori manifatturieri e un balzo della propensione all’export». In prospettiva su Milano, secondo il dirigente, «anche la rinnovata apertura internazionale e la ripresa dei servizi consentiranno all’economia locale un rimbalzo significativo». Tra i punti di forza su cui puntare anche «la specializzazione nei servizi avanzati quali Ict con il Polo tecnologico di Milano e Monza, in netta ripresa, e Finanza e Logistica che contano sul territorio importanti player. È poi nel nostro Dna - aggiunge - l’attenzione sull’intero Sistema casa e sul suo indotto in termini di filiera, come dimostra anche il nostro affiancamento pluriennale al Salone del Mobile: quest’anno abbiamo destinato alle Pmi del settore 1 miliardo di euro per investimenti nella riduzione dell’impatto ambientale e 500 milioni a sostegno dell’export».
SUL TERRITORIO
Lombardia Nord
La nuova organizzazione della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo in Lombardia prevede la suddivisione del territorio in tre direzioni regionali. Lombardia Nord, guidata da Tito Nocentini, presidia in particolare le province di Bergamo (sede della direzione), Como, Lecco, Sondrio e Varese con oltre 280 filiali e 3.200 dipendenti, che garantiscono il supporto a circa 64.000 Pmi e circa 900mila famiglie. In questi mesi sono già stati erogati 500 milioni di euro attraverso finanziamenti per la circular economy e S-Loan a favore di Pmi orientate verso la riduzione dell'impatto ambientale e il miglioramento in ambito sociale e di governance
Lombardia Sud
La Direzione Lombardia Sud, guidata da Marco Franco Nava, presidia le province di Brescia (sede della direzione), Cremona, Lodi, Mantova e Pavia con oltre 200 filiali e 2.300 dipendenti, che garantiscono il supporto a 45mila Pmi e oltre 600mila famiglie. Nei primi cinque mesi dell'anno la Direzione Lombardia Sud ha effettuato erogazioni a medio-lungo termine per oltre 800 milioni di euro, di cui 500 milioni di euro a Pmi e micro-imprese. Già 4.200 i fornitori coinvolti nel programma Sviluppo filiere
Milano e provincia
La terza Direzione è guidata da Gianluigi Venturini e si occupa del territorio del capoluogo lombardo: presidia le province di MIlano e Monza-Brianza, con 360 filiali, oltre 4.500 dipendenti, che garantiscono il supporto a quasi 1,5 milioni di famiglie e 120mila Pmi.
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