Prosciutto San Daniele Dop, lieve aumento della produzione e giro d’affari in tenuta
Sono state marchiate l’1,5% di cosce in più (il 17% va all’estero) e le vendite nei supermercati hanno perso l’1,2% in volume. Fatturato al consumo a 350 milioni
di Emiliano Sgambato
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Dai dati del Consorzio di tutela emerge un 2022 positivo per il Prosciutto di San Daniele, che sembra aver patito meno di altre Dop il cambio di abitudini di consumo delle famiglie, che l’inflazione tende a spostare verso prodotti posizionati su fasce di prezzo più basse. Il San Daniele Dop ha infatti registrato un aumento della produzione dell’1,5% sul 2021 (pari a 2.670.000 prosciutti) e la flessione delle vendite in volume nei supermercati si è fermata all’1,2% (pari a una crescita in valore del 3,1% dovuta all’aumento dei prezzi).
«La quota di mercato del Prosciutto di San Daniele Dop – precisano dal Consorzio – ha pressoché confermato il livello dell'anno precedente, con un 13,8% in volume e un 16,6% in valore».Il giro d’affari al consumo si è stabilizzato attorno ai 350 milioni di euro, dopo un 2021 che aveva visto una crescita del 14% sul 2020.
Stabile è anche la quota di export che rappresenta il 17% della produzione, di cui il 57% è stato destinato al mercato europeo, con in testa la Francia (27%); negli Usa è finto il 19% e in Germania il 12%.
«Altrettanto positivi – si legge in una nota del Consorzio – sono gli indici relativi alla produzione di vaschette di pre-affettato. Con più di 21,7 milioni di confezioni certificate, corrispondenti a 405mila prosciutti e a oltre 1,90 milioni di chilogrammi, la vendita di pre-affettato in vaschetta si è riconfermata un trend di vendita molto performante per il Prosciutto di San Daniele Dop, in linea con i nuovi stili di vita della clientela e le nuove modalità di consumo».
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