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Prosit, una mappa interattiva online monitora la salute dei vigneti lucani

Il progetto è finanziato dalla Regione Basilicata e portato avanti dal Consorzio Qui Vulture e dall’Università degli Studi della Basilicata, in collaborazione con l’Enea e Cnr

di Davide Madeddu

(stefanopez - stock.adobe.com)

2' di lettura

L’innovazione digitale arriva nel vigneto. E attraverso la condivisione dei dati parte il progetto per la valorizzazione delle produzioni vitivinicole della Basilicata. Il tutto attraverso la prima mappa georeferenziata e interattiva dei vigneti della regione. È il progetto, messo in campo nell'ambito dell’iniziativa Pro.S.It. (finanziata dalla Regione con 260mila euro) e portato avanti dal Consorzio Qui Vulture e dall’Università degli Studi della Basilicata, in collaborazione con l’Enea.

Nello specifico si tratta di una piattaforma web, realizzata dall’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del Cnr, che consente agli operatori di condividere le informazioni sulle singole particelle catastali dei vigneti con dati geospaziali (quota, pendenza, esposizione), biofisici (attività fotosintetica, densità di biomassa e stato di salute delle piante) e sulla presenza di eventuali insetti dannosi. Uno strumento definito “dinamico” e basato su tecnologie open space che, come sottolinea Ferdinando Baldacchino, entomologo dell’Enea del Laboratorio Bioprodotti e bioprocessi presso il Centro ricerche Trisaia, «crea le basi per il monitoraggio partecipativo di Lobesia botrana, un insetto diffuso in tutta Italia, che, nutrendosi degli acini dell'uva, causa gravi danni alla vendemmia».

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Non solo, attraverso la condivisone de dati di cattura delle trappole, si potranno ottenere informazioni «sull’inizio e sull’andamento dei voli di questo insetto in un areale più ampio del proprio vigneto». Risultato? «Questo permetterà agli imprenditori agricoli il corretto posizionamento dell’intervento insetticida – aggiunge –: da oggi in poi, le aziende lucane avranno a disposizione uno strumento innovativo per difendere, in modo sempre più efficace e tempestivo, i propri vigneti e preservare la produzione di vino».

Nell’ambito del progetto, inoltre, il gruppo di lavoro ha messo a punto «metodiche capaci di fornire informazioni, costantemente aggiornate, sulla dinamica di crescita del vigneto, sullo stato idrico, sul sequestro di anidride carbonica da parte della pianta e sulla scelta dei portinnesti della vite, ma anche pratiche agricole per la tutela della biodiversità come, ad esempio, l'inerbimento spontaneo inverno-primaverile». Non solo, c’è poi l’aspetto che riguarda il processo di vinificazione e la riduzione del rame nelle uve provenienti da agricoltura biologica. «Uno dei principali risultati ottenuti dal progetto ha riguardato l'allestimento di una banca di lieviti vinari autoctoni della Basilicata isolati in diverse aree e varietà della Regione».

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