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Proteste degli agricoltori olandesi contro i tagli alla zootecnia inquinante: 5 arresti

Le misure del governo puntano a diminuire il parco bestiame del 30% entro il 2030 per diminuire le emissioni in atmosfera

di Silvia Marzialetti

(BSIP / AGF)

2' di lettura

Cinque arresti, nei Paesi bassi, per gli incidenti provocati durante le proteste contro il piano del governo, che punta a una drastica riduzione delle emissioni di azoto, colpendo in particolare la zootecnia. I manifestanti hanno attaccato un furgone della polizia davanti al Parlamento dell'Aja, incendiato pneumatici in autostrada e dato alle fiamme balle di fieno. Molte arterie del Paese sono rimaste paralizzate per l’intervento di centinaia di trattori.

Il piano draconiano annunciato dal primo ministro il 10 giugno prevede una riduzione delle emissioni compresa tra il 70 e il 95%, a seconda dell’area su cui insiste e investe numerosi settori, tra cui edilizia e trasporti. «Una transizione inevitabile», secondo il governo. «Non abbiamo altra scelta», ha detto il premier Mark Rutte annunciando, contestualmente, un programma di sussidi da 24 miliardi di euro per l'agricoltura.

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L’impatto che il giro di vite avrà sul comparto di eccellenza del Paese è noto: i tagli annunciati per il settore da qui al 2030 si aggirano intorno al 40%, ma nelle aree del Paese più vicine alle riserve naturali toccheranno il 70% e si tradurranno in un ridimensionamento dei parco bestiame di circa il 30%. I Paesi Bassi (17 milioni di abitanti) contano su una vasta popolazione animale: quattro milioni di bovini, 12 milioni di maiali e 100 milioni di polli; secondo esportatore agricolo al mondo dopo gli Stati Uniti, risultano uno dei maggiori emettitori di gas serra in Europa. Secondo il governo l'attività agricola incide per il 16% sul totale delle emissioni.

Da quando il primo ministro ha annunciato i nuovi target, le azioni di protesta sono all'ordine del giorno e non risparmiano l’abitazione del ministro della Natura e dell’azoto, Christianne van der Wal. Per le organizzazioni agricole non c’è transizione che tenga: il piano del governo è irricevibile e inciderà anche sulle esportazioni e sull’economia del Paese: lo scorso anno, stando ai dati diffusi dal ministero dell'Agricoltura, l'export agroalimentare “arancio” ha raggiunto il livello record di 105 miliardi di euro.

«I nostri associati ne hanno abbastanza – ha dichiarato nei giorni scorsi Sjaak van der Tak, dell’Associazione agricola e orticola olandese –. Prepareremo azioni appropriate per chiarire, in modo dignitoso, che questi piani non sono accettabili».

Non è la prima volta che gli agricoltori scendono in strada, in Olanda, per protestare contro la minaccia di strette sulla zootecnia: solo quattro anni fa più di mille chilometri di strade furono bloccati dai trattori, che manifestavano contro un progetto di legge analogo.Intanto il piano va avanti: nei primi mesi del 2023 – a quadro invariato – spetterà alle autorità amministrative locali definire le misure da attuare, per centrare l'obiettivo fissato dal governo.

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