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Prototipi e metaverso, così la tecnologia rivoluziona il design

I sistemi avanzati hanno un impatto sull’intero ciclo della filiera, dalla progettazione alla produzione, spostando i limiti sempre più avanti

di Sara Deganello

La lampada Isola delle Correnti, di Martinelli Venezia per Lithea

3' di lettura

Metaverso, intelligenza artificiale (e la derivazione del design generativo), macchine a controllo numerico (cnc), stampanti 3D, blockchain, realtà virtuale. «Ormai la tecnologia ha pervaso tutti gli ambiti relativi al design sia dal punto di vista della visualizzazione, sia della prototipizzazione fino alla produzione», racconta Vittorio Venezia dello studio Martinelli Venezia: «Verifichiamo gran parte dei prototipi con la stampante 3D, abbiamo occhiali Vr con cui facciamo visualizzazione concreta del progetto: sono diventati normali strumenti per la progettazione».

Non solo: le nuove tecnologie, spostando i limiti sempre oltre, riescono a suggerire nuove forme: «Alberto Meda, a cui ora la Triennale di Milano dedica una mostra, raccontò che la lampada Titania (disegnata con Paolo Rizzatto nel 1989, ndr), che presenta tanti anelli, è stato il primo progetto fatto con il computer e quindi si potevano finalmente usare le ellissi», ricorda Venezia. La tendenza, grazie a «sarti tecnologici» come le macchine a controllo numerico e le stampanti 3D, è quella di andare verso una progressiva personalizzazione in base alle esigenze dell’utente. Dall’altra parte della medaglia, c’è il rischio di una omogeneizzazione del segno, a discapito del design d’autore. «Le tecnologie possono essere un innesto, ma se non c’è una visione si fatica a generare il nuovo» aggiunge Venezia.

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Lo studio Martinelli Venezia è al lavoro anche a qualcosa che va oltre, tentando di rispondere alla domanda: che tipo di nuovi mercati possono generare queste tecnologie? «Stiamo sviluppando un’idea alternativa alla tradizionale filiera di produzione e distribuzione: uno o più oggetti di arredo in legno lamellare, progettati per essere prodotti da chiunque sia in possesso di una fresa a controllo numerico, che sia una falegnameria, un artigiano o un privato. Stiamo cercando un’azienda che produce queste frese cnc con cui collaborare: si potrebbe “scaricare”, su ogni macchina in vendita, un pacchetto di progetti a seconda dell’interesse dell’acquirente e che possano essere personalizzati. Non ci sarebbe più il brand, ma direttamente l’autore e chi realizza l’oggetto. A garantire la compravendita dei progetti e il pagamento delle royalties, l’uso della blockchain», racconta Venezia.

La A.I. Console di Philippe Starck per Kartell

Nel frattempo, la tecnologia fa evolvere gli oggetti. La lampada (a parete o da tavolo) Isola delle Correnti, presentata dallo studio Martinelli Venezia l’anno scorso per Lithea, è un blocco in marmo: sfiorandolo con la mano si può accendere, spegnere o modulare la fonte luminosa. «Il primo prototipo lo abbiamo realizzato con Arduino, per spiegare come dovevano essere il tocco e i tempi di reazione della luce», spiega Venezia. La versione da tavolo è costituita da due parti tagliate a controllo numerico e rifinite a mano: anche qui, ritorna la convivenza tra tecnologie e le competenze antiche che la pietra porta con sé.

Il binomio della macchina e del tocco umano si ritrova nell’esplorazione di Philippe Starck per Kartell di materiali nuovi e sostenibili, alla ricerca della pura forma. La A.I. Console, presentata come prototipo all’ultimo Salone del Mobile, è l’ultima aggiunta alla famiglia omonima realizzata in plastica riciclata con il supporto dell’intelligenza artificiale, a partire da una seduta. All’inizio del progetto, al software generativo sviluppato da Autodesk, il designer aveva posto questa condizione: creare con la minima quantità di materia ed energia possibile una sedia comoda, robusta e conforme ai canoni estetici delle collezioni Kartell.

Il tappeto Pollination of Hortensia di Andrés Reisinger per Moooi Carpets

L’esplorazione del digitale rappresenta un’altra frontiera, che il designer argentino Andrés Reisinger ha varcato più volte. Prima facendo vivere stanze pastello e arredi onirici nel metaverso, poi vendendoli all’asta con la certificazione blockchain (dieci mobili virtuali aggiudicati per un totale di 450mila dollari nel 2021), infine curando produzioni nel mondo reale. Con l’azienda olandese Moooi, Reisinger ha firmato prima la serie limitata della poltrona Hortensia (con Julia Esqué), poi quest’anno un tappeto, in due varianti e quattro colori: Pollination of Hortensia, nato dalla serie di lavori digitali ispirati alle stagioni Pollen. Un passo ulteriore è la collaborazione con il brand polacco Tylco, che già spinge i propri clienti a creare digitalmente i mobili con cui abitare i propri spazi. Da fine settembre è disponibile la versione Reisinger Pink del sistema di mensole base del marchio.

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