concluso il vertice cinese

Prove di allargamento dei Brics al vertice di Xiamen

dal nostro corrispondente Rita Fatiguso

(REUTERS)

2' di lettura

PECHINO - Il Brics Summit di Xiamen, il nono della storia del network di Paesi in via di sviluppo nato in risposta alla crisi finanziaria globale, chiude i battenti e passa il testimone - onori e oneri - alla decima edizione che si terrà l'anno prossimo a Johannesburg. Di fatto - almeno negli auspici del presidente cinese Xi Jinping - a Xiamen è già nata Brics Plus, l’opzione che punta ad allargare la compagine anche ad altri Paesi in via di sviluppo che, in questa fase, si ritrovano, di fatto, politicamente al di fuori delle sfere di influenza dominanti.

Il Messico, intanto. Il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha partecipato al summit di Xiamen su invito (come gli altri Paesi osservatori: Egitto, Guinea, Tajikistan e Thailandia) e certamente si è sentito molto più valorizzato e “coccolato” in Cina rispetto a quanto non sia successo negli Usa con l'avvento di Donald Trump che gli chiede di costruire a sue spese un muro anti-immigrati e raccogliere i cocci dell'accordo Nafta.

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La Thailandia, inoltre, un Paese dell'Asean in cui la Cina ha attivato un imponente piano di infrastrutture, a cominciare dalla linea ferroviaria. Il Tajjikistan, un altro Paese cruciale sulla nuova Via della Seta che tanto alletta Pechino.

Ben 500 miliardi di renminbi sono stati messi a disposizione, inoltre, per le azioni previste da ora in poi per i Brics. Per la prima volta, inoltre, il presidente Xi Jinping ha informato direttamente la stampa in una conferenza stampa finale in cui ha disegnato una roadmap che punta a valorizzare il ruolo politico dei Brics anche all'interno della compagine del G20 che la Cina ha ospitato, per la prima volta, un anno fa ad Hangzhou. Un quarto del Pil mondiale si è concentrato a Xiamen per i tre giorni del summit.

Anche qui, il braccio armato della Cina si è rivelato la New Development Bank (la “banca dei Brics”) che ha cominciato ad affilare le armi già in piena estate, prima con il lancio del Centro per l'Africa a Johannesburg, poi con l'approvazione da parte del “board of directors” di prestiti per 4 progetti infrastrutturali in Cina, Russia, India. Più altri 3 progetti sempre in Cina. L'impressione è che proprio i Brics d'ora in poi possano funzionare da testa di ponte di una nuova struttura multilaterale in grado di competere con altre, in crisi. A partire dalle Nazioni Unite e in particolare dalla componente “security”. Si è molto parlato in questi giorni, infatti, di sicurezza e i Paesi Brics hanno promesso di tenere fede a questa importante funzione, in attesa che le altre istituzioni correggano il tiro e trovino la strada di una necessaria riforma.

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