Industria

Prysmian, i sindacati mobilitati per difendere il sito di Battipaglia

Filctem, Femca, Uiltec e Ugl chiedono al ministero dell’Innovazione tecnologica di introdurre nel bando sulla fibra ottica le specifiche di competenza. In assenza il sito Fos in provincia di Salerno che dà lavoro a 900 persone tra diretti e indotto, è a rischio chiusura

(IMAGOECONOMICA)

2' di lettura

Sul sito Prysmian di Battipaglia, in provincia di Salerno, i sindacati alzano i toni e si dicono pronti alla mobilitazione. Chiedono al governo l’introduzione di modifiche al bando nazionale per la fibra ottica per scongiurare la chiusura di uno stabilimento che ha 300 addetti diretti e genera ulteriori 600 posti di lavoro indiretti. La società multinazionale, specializzata nella produzione di cavi per applicazioni nel settore dell’energia e delle telecomunicazioni e di fibre ottiche, secondo quanto spiegano i sindacati confederali Filctem, Femca e Uiltec, si vede «costretta a privilegiare il territorio d’Oltralpe anziché quello nazionale per praticare la propria politica d’investimenti: ben 40 milioni di euro per una realtà industriale che si caratterizzerà con 45 nuovi posti di lavoro, mentre in Italia il sito di Battipaglia rischia la chiusura».

Il nodo sta nel bando nazionale per la fibra ottica dove mancano «le specifiche di competenza del ministero dell’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, guidato da Colao. Questo mette di fatto fuori mercato il prodotto specifico realizzato in Italia». Filctem, Femca e Uiltec spiegano infatti che, a fine 2021, «l’Europa ha introdotto i dazi, ma solo sui cavi ottici, non sulla semplice fibra. Con il bando in questione il ministero competente non ha ritenuto la fibra ottica come asset strategico e di conseguenza come di una materia che non abbisogna di specifiche tecniche. Una decisione inspiegabile e sbagliata» che contrasta con quella presa dal governo francese che «nei bandi - dicono i sindacati confederali - ha indicato la fibra Prysmian prodotta in Francia».

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A richiedere le dovute specifiche al Bando di gara nazionale per la fibra ottica per salvaguardare la ricerca e la qualità della fibra prodotta in Italia contro il prodotto di importazione cinese è anche Luigi Ulgiati, vice segretario generale dell’Ugl che è ugualmente pronta alla mobilitazione perché «come se non bastassero gli effetti della pandemia, che ha trascinato la quasi totalità dei settori produttivi italiani in una grave crisi - dice il sindacalista - ci troviamo a constatare con estremo imbarazzo, che il Ministero dell’Innovazione Tecnologica e della Digitalizzazione, piuttosto che privilegiare nel bando di gara nazionale della fibra ottica un prodotto di elevata ricerca e qualità come quello prodotto negli stabilimenti della FOS (Prysmian spa) di Battipaglia, ha invece optato per una fibra di media o scarsa qualità, importata dalla Cina, che come primo effetto dirompente metterebbe da subito a rischio ben 300 posti di lavoro dell'azienda specializzata nella produzione di fibra ottica ed altri 600 dall'indotto. Riteniamo che la produzione della fibra ottica italiana, debba essere considerata un asset strategico per l'Italia al pari degli altri Paesi Europei».

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