Leader globale

Prysmian: strategia Esg «totale»

di Laura La Posta

2' di lettura

In casa Prysmian si mangia pane e Esg, si respirano standard Gri e Sasb per il reporting, si vive compilando questionari per audit necessari a scalare gli indici mondiali. Più che una priorità, la sostenibilità è un dovere. Non stupisce, quindi, vedere Prysmian fra i Leader della sostenibilità Il Sole 24 Ore - Statista.

«Il focus è totale: ce lo chiedono i nostri investitori - spiega la Chief sustainability officer, Maria Cristina Bifulco -. Siamo una vera public company, quotata nell’indice Ftse Mib della Borsa di Milano e con un azionariato diffuso ed esigente. Il maggiore azionista al momento (attorno al 5%, ndr) è il primo asset manager al mondo, BlackRock, che ha fatto della lotta al climate change la sua bandiera. E il 40% degli investitori istituzionali hanno un profilo Esg (cioè scelgono gli investimenti in base a criteri ambientali e sociali, oltre che economici). Abbiamo la fortuna di essere visti come abilitatori della transizione energetica tanto necessaria ora e di essere considerati un titolo Esg».

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La multinazionale dal cuore milanese, leader globale della produzione di cavi per tlc e delle infrastrutture elettriche, è quindi “condannata” a fare sempre meglio sulla sua impronta ecologica, sulla governance, sulla trasparenza contabile, oltre che sui risultati. «Comunque è un piacere, oltre che un dovere etico, lavorare anche per costruire valore condiviso di forte valenza sociale e per ridurre al minimo le emissioni, fino ad azzerarle», spiega Bifulco. Ed è questa la prossima sfida di Prysmian: usare il suo approccio Esg “fully integrated” per raggiungere il target dei target: l’obiettivo «net zero» tra il 2035 e il 2040 per le emissioni generate dalle proprie attività (Scope 1 e 2) ed entro il 2050 per le emissioni della catena del valore (Scope 3). Con l’adesione all’accordo Business ambition, che mira a rendere compliant con gli Accordi sul clima di Parigi, il dado è tratto. «Il piano d’azione è dettagliato e vincolante ed è basato su obiettivi science based», conclude la manager. «Altrettanto rigore riserviamo anche alla rendicontazione dei risultati ottenuti - aggiunge Lorenzo Caruso, che si occupa di comunicazione e non financial reporting -. Oltre al Gri abbiamo adottato anche lo standard Sasb, apprezzato da investitori istituzionali». Failure is not an option, direbbero nella controllata americana, quella General cable corporation acquisita nel 2018 per tre miliardi di dollari ora in prima fila per le ricche commesse del Biden plan in arrivo.

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