Psa-Fiat, la fusione alla pari «regala» un premio cash a Elkann e ai soci Fca
Il gruppo italiano, al lavoro per una fusione alla pari con Psa, è valutato a forte sconto rispetto al gruppo francese
di Marigia Mangano
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Come si può disegnare una fusione alla pari tra due gruppi che, di fatto, sono trattati in Borsa a una distanza di quasi il 50%? Il riferimento è a Fiat Chrysler Automobiles e Psa, al lavoro per dar vita a una grande fusione che, si racconta negli ambienti finanziari, dovrebbe essere concepita alla pari. Un po’ sul modello Renault.
Il punto però è che, rispetto ai cugini francesi, il gruppo Psa è valutato sul mercato a multipli praticamente doppi rispetto a Fca, mentre nel piano con il gruppo presieduto da Dominique Senard i ruoli erano praticamente invertiti. Non a caso, come spesso accade in presenza di operazioni di questo tipo, le capitalizzazioni si stanno pian piano allineando.
Fca non riesce a fare prezzo e il titolo del Lingotto segna un rialzo del 9-10%, quanto basta per portare in queste ore la capitalizzazione a 20 miliardi di euro contro i 18 miliardi a cui ha viaggiato il gruppo negli ultimi mesi. Peugeot nello stesso tempo guadagna il 5,9% esprimendo un valore di Borsa di 23,8 miliardi rispetto ai 22,5 miliardi della vigilia.
Considerando i valori di partenza, e dunque di martedì 29 ottobre, Fca tratta a sconto del 50% rispetto a Psa e anche con le nuove capitalizzazioni il gap è poco distante. Peugeot tratta 7,7 volte gli utili, mentre il gruppo italo americano 4,4 volte. Insomma, se si volesse colmare il gap Carlo Tavares dovrebbe valutare Fca quasi il doppio rispetto alle attuali valutazioni. Da qui l’impressione che, se fusione alla pari sarà, alla Exor di John Elkann e ai soci di Fca oltre alla “carta” sarà offerta una componente cash importante. Non a caso Exor corre in Borsa e guadagna il 5% in attesa che il piano sia svelato al mercato.
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