ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùSfilata primavera estate 2023

Pucci, il nuovo corso del brand (ri)parte da Firenze

La maison, che da due anni è al 100% del colosso francese LVMH, ha presentato la collezione primavera estate 2023 con uno show alla Società Canottieri. È la prima presentazione ufficiale del lavoro della direttrice artistica Camille Miceli

di Silvia Pieraccini

3' di lettura

Il marchio Pucci riparte da Firenze, là dove tutto nacque grazie all’estro del marchese Emilio che negli anni Cinquanta creò le visionarie collezioni di moda dominate da stampe colorate, fantasie psichedeliche, tagli innovativi che hanno contributo a fare grande il made in Italy nel mondo.

A Firenze la prima sfilata sotto la guida di Camille Miceli

Oggi il brand, che da metà 2021 è passato al 100% nel portafoglio del colosso francese del lusso Lvmh, è affidato alla direzione artistica di Camille Miceli, un passato creativo in Chanel, Dior e Vuitton, che nella sede della Società Canottieri sulla riva dell’Arno, incorniciato dal Ponte Vecchio e illuminato dal sole al tramonto, ha presentato il 4 maggio la sua prima sfilata, Initials E.P., ispirata allo stemma disegnato da Emilio Pucci nel 1971 per l’equipaggio dell’Apollo 15.

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Si tratta della collezione primavera-estate 2023, già pronta per la vendita in negozio e online (secondo la formula see now, buy now), arricchita da alcuni pezzi speciali. Materiali pregiati, abiti leggeri e fluenti, stampe anche su denim, maglieria, costumi e accessori (dalle borse ai gioielli) compongono uno stile che Camille Miceli ha pensato per essere vissuto durante l’intera giornata, e non solo nelle occasioni particolari: «Immagino un moderno modo di essere, di vivere e di muoversi – spiega la direttrice artistica - un guardaroba ultra-contemporaneo che affonda le radici nella storia della maison Pucci. Vorrei rafforzare sempre più l'identità del brand e la sua community, lontano dalla frenesia. La mia idea è che le collezioni seguano la vita di una famiglia durante tutto l’anno, dalle otto della mattina alle quattro di notte».

L’heritage punto di partenza per il nuovo corso del brand

Il prezioso archivio della maison, che raccoglie disegni e abiti ideati da Emilio Pucci (e che è rimasto nella proprietà della figlia, Laudomia Pucci, che fino a due anni fa ha mantenuto una quota di minoranza pari al 33%), resta una fonte a cui attingere: «L'heritage della maison – spiega Camille - rappresenta per me una principale fonte di ispirazione: parto dalle stampe, vado in archivio proprio perché voglio lavorare sui disegni originali, poi li rielaboro manualmente senza computer per non perdere l'imperfezione del disegno fatto a mano. Durante questo processo mi capita spesso di ritrovare lo stile degli anni '70, a volte anche '60. Come direttrice artistica credo che sia fondamentale avvicinarmi al marchio, non viceversa, averne rispetto e tradurne il suo Dna. Cerco sempre di far emergere la personalità del suo fondatore ed è per questo che ho scelto Firenze come luogo per la mia prima sfilata». Le tre collezioni precedenti disegnate da Camille, infatti, non erano state presentate su una passerella.

Obiettivo: interpretare desideri immediati e trasversali

Sul target a cui rivolgersi, e sui canali da utilizzare per raggiungerlo, Camille è chiara: «Le mie collezioni non si riferiscono ad un solo tipo di donna, non ci sono per me binari generazionali, è una collezione che può essere indossata dalla madre e dalla figlia, da donne che non hanno paura di osare, che indossano colore e stampe in maniera disinvolta. Ho deciso di puntare sul modello ’see now buy now’ perché viviamo in un'epoca in cui i contenuti sono veloci e il desiderio immediato, e mi piace l'idea di poterlo soddisfare sul nascere».Quanto al fatturato da cui Pucci riparte, e agli obiettivi che si è dato nel breve-medio termine, il gruppo Lvmh (che tradizionalmente non segmenta i dati per marchio) tace. La certezza è che, dopo anni in cui il brand (che ora ha il quartier generale a Milano e boutique in Italia e in altri otto Paesi) è rimasto confinato in una nicchia glamour e sofisticata, ora intende allargare gli orizzonti e andare alla conquista di nuovi clienti e di nuovi mercati. Per non recitare più la parte di Cenerentola all’interno della divisione moda del più grande gruppo del lusso al mondo.

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