Puglia e Campania alzano il muro contro il ritorno in corsia dei sanitari no vax
In realtà a conti fatti i medici no vax e gli altri sanitari da reintegrare nelle corsie degli ospedali sono molti di meno di quanto annunciato
di Marzio Bartoloni
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3' di lettura
Puglia e Campania alzano il muro contro il ritorno anticipato negli ospedali di medici e sanitari non vaccinati deciso con il primo decreto legge del Governo Meloni. La Puglia annuncia che manterrà la legge regionale che prevede l'obbligo vaccinale anche contro il Covid per gli operatori sanitari e che stabilisce che i no vax non possono essere a contatto con i pazienti a rischio ricoverati negli ospedali. E anche la Campania annuncia linea dura contro i sanitari no vax che comunque, va detto, sono poche migliaia.
La Puglia difende il suo obbligo vaccinale
La norma regionale prevede che «al fine di prevenire e controllare la trasmissione delle infezioni ai pazienti, ai loro familiari, agli altri operatori e alla collettività» la Regione Puglia individua «i reparti dove consentire l'accesso ai soli operatori che si siano attenuti alle indicazioni del Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente».
L'obbligo di vaccino per il personale sanitario in Puglia non riguarda solo il Covid ma altri 10 vaccini, gli stessi previsti anche dal piano nazionale. Una norma che sembrerebbe confliggere con il provvedimento approvato dal Governo che sospende appunto l'obbligo vaccinale per i sanitari, e per la quale il neo sottosegretario Marcello Gemmato (Fdi) ha annunciato l'impugnazione.
Pronta la riposta del governatore pugliese Michele Emiliano: «Gemmato è un politico di lungo corso e dovrebbe sapere che tra leggi nazionali e leggi regionali nelle materie concorrenti come la Sanità non c'è un rapporto di gerarchia che fa prevalere le prime sulle seconde, salvo che ci sia una lesione delle attribuzioni del Parlamento. Ma queste ultime devono essere impugnate tempestivamente dal Governo, fatto questo non avvenuto nel nostro caso, essendo la legge in questione del 2021».
La direttiva della Campania sui no vax agli ospedali
Anche la Campania fa una scelta ispirata alla maggiore prudenza: è stata infatti inviata ai Direttori generali della Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere una direttiva a firma del presidente Vincenzo De Luca, con la quale «si fa obbligo di definire l'impiego del personale sanitario non vaccinato tutelando la salute dei pazienti e degli operatori vaccinati”.
Saranno quindi messe in campo, si afferma, «le necessarie azioni dirette a contrastare ogni ipotesi di contagio, evitando il contatto diretto del personale non vaccinato con i pazienti». A provare a fare chiarezza sul rientro di questi sanitari negli ospedali è però lo stesso ministro della SaluteOrazio Schillaci. «Mi sono basato sul fatto che oggi lo scenario è completamento diverso e - ha spiegato - c'è una grave carenza di organico: è vero che i medici reintegrati saranno circa 4mila, ma intanto cominciamo a metterli a disposizione delle direzioni sanitarie. Quello che andranno a fare saranno le singole direzioni sanitarie a deciderlo, valutando il posto migliore dove i medici reintegrati potranno andare a lavorare».
I numeri effettivi dei sanitari no vax sono molto limitati
In realtà a conti fatti i medici no vax e gli altri sanitari da reintegrare nelle corsie degli ospedali sono molti di meno di quanto annunciato. Ad aggiornare il conteggio è il presidente degli Ordini dei medici (Fnomceo)Filippo Anelli, evidenziando che sono soltanto 1.878 i medici che potrebbero rientrare effettivamente in servizio. Al 31 ottobre, afferma, «erano 4.004 i medici e odontoiatri sospesi. Di questi, 3.543 i medici, 461 gli odontoiatri e 325 i doppi iscritti. Andando però a vedere l'età dei sospesi, il 47% dei 3.543 medici, vale a dire 1.665, ha più di 68 anni ed è quindi fuori dal Servizio sanitario nazionale».
Gli infermieri da reintegrare sono invece circa 2.600 e 1.194 sono i farmacisti. Per Carlo Palermo, presidente nazionale Anaao Assomed, principale sigla sindacale dei camici bianchi in corsia «la carenza di medici ospedalieri è di circa 15.000 unità. I sanitari no vax sospesi dagli Ordini sono circa 4.000: circa un terzo sono medici, la maggior parte liberi professionisti e odontoiatri. Gli ospedalieri in attività sospesi sono una minoranza. È difficile risolvere il problema carenze negli ospedali con questi numeri».
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