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Puglia, a giorni i nuovi bandi Ue

La nuova programmazione europea al via con gli avvisi che saranno pubblicati entro questo mese. La Regione intanto ha modificato in parte le regole: è richiesta la collaborazione effettiva tra grandi imprese, piccole e start up

di Vincenzo Rutigliano

Incentivi alle imprese. In Puglia in lista d’attesa ci sono investimenti per 2,7 miliardi provenienti da oltre 2.500 imprese

3' di lettura

Cambiano in profondità nel nuovo ciclo di programmazione dei fondi Ue 2021-2027 gli aiuti destinati alle imprese. I nuovi bandi sono attesi in pubblicazione a partire da ottobre, anche se Confindustria morde il freno e non vuole altri ritardi: in lista di attesa, presentati dopo l’approvazione dei prebandi, ci sono infatti investimenti per 2,7 miliardi provenienti da oltre 2.500 imprese.

Quanto alle novità, la più importante – rispetto ai bandi del precedente ciclo di fondi Ue che, da soli, hanno generato più del 60% degli 8 miliardi movimentati da tutti gli strumenti agevolativi per le imprese – riguarda i contratti di programma. Questa misura, che ha consentito di trattenere in Puglia le grandi imprese insediatesi nei primi anni 90 e poi entrate in crisi e ha favorito l’arrivo di molte multinazionali, specie nell’Ict, allarga infatti il perimetro degli investimenti ammissibili che, promossi da una o più gandi imprese,sono ora attivabili esclusivamente attraverso la collaborazione effettiva, in adesione, con imprese di dimensione più piccola, ovvero Pmi e startup. Altra novità riguarda l’oggetto dei progetti ammessi a finanziamento: non più in attivi materiali e ricerca, ma solo quelli in ricerca industriale e sviluppo sperimentale in collaborazione appunto con Pmi e startup, progetti che, a loro volta, potranno essere integrati con investimenti produttivi, progetti innovativi, formativi, di tutela ambientale. In più è prevista, per le Pmi aderenti, l’acquisizione di consulenze specialistiche, programmi di internazionalizzazione e di partecipazione a fiere. L’importo dei progetti è nella forchetta 5-110 milioni. Altra novità è per i Programmi Integrati di Agevolazione (Pia) che, a differenza di quanto avvenuto nelle precedenti programmazioni, diventano un unico avviso rivolto sia alle medie che alle piccole imprese che possono presentare, singolarmente o con altre Pmi, startup e imprese innovative, programmi di investimento per attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, innovazione tecnologica ed industriale, digitalizzazione e transizione energetica ed ambientale, sviluppo e qualificazione delle competenze oltre che acquisizione di consulenze specialistiche, programmi di internazionalizzazione e di partecipazione a fiere. L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili per i Pia è compreso tra un 1 e 50 milioni. Il debutto nel nuovo ciclo riguarda i MiniPia destinati a micro e piccole imprese e ai liberi professionisti per investimenti in reingegnerizzazione dei cicli produttivi, avvio di processi di economia circolare, accesso al credito, posizionamento a livello nazionale e internazionale, aggiornamento e adeguamento delle competenze del personale. Importo complessivo ammissibile compreso tra 30mila e 5 milioni. Anche il pacchetto per le imprese turistiche include sia Pia sia MiniPia. Anche i Pia Turismo devono essere integrati con investimenti di carattere digitale, tecnologico, energetico e di gestione dei rifiuti. Sono agevolati i progetti che prevedono ampliamento, ammodernamento e ristrutturazione di immobili per trasformarli in strutture turistico-alberghiere di almeno 7 camere, progetti da integrare con almeno un intervento che riguardi programmi di innovazione tecnologica, di formazione relative alla trasformazione digitale, al turismo sostenibile, alla transizione ecologica ed alla conversione green.I Pia Turismo potranno essere presentati da un’impresa grande, media o piccola e da reti d’impresa e consorzi. Importo complessivo dei costi ammissibili compreso tra 5 e 40 milioni. Anche i MiniPia Turismo si rivolgono alle aziende turistiche di ogni dimensione, ma variano gli importi ammissibili fra 30mila euro e 5 milioni. Per tutti e 5 gli avvisi la forma dell’aiuto è il contributo a fondo perduto. La Regione ha anche stanziato, con 59 milioni , i fondi per gli strumenti di agevolazione Nidi (per l’avvio di una microimpresa per 39,4) e TecnoNidi (per startup tecnologiche e alle piccole imprese innovative 19,7) tra risorse per sovvenzioni e prestiti. Per la pubblicazione degli avvisi mancano due tasselli: la consultazione con il partenariato e il plafond esatto delle risorse, comprensive dei 4,5 miliardi del Fsc destinati alla Puglia, di cui il governo ha effettuato il riparto, ma non il versamento. Le imprese spingono. «Occorre fare presto – subito – insiste il presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana – e avviare tutte le misure già a disposizione. Speriamo che l’amministrazione regionale non perda altro tempo e dia risposte concrete agli imprenditori che puntano su questo nuovo ciclo per proseguire nello sviluppo avviato con il precedente».

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