Puntare sui titoli del lusso? Ha senso anche a caro prezzo
Nonostante l'inflazione elevata i margini di profitto lordo delle società del lusso rimangono significativi come nel 2021, ovvero superiori al 55%
di Ken Fisher
2' di lettura
I prezzi delle azioni dei beni di lusso rispetto alle loro valutazioni non sono bassi. Proprio per questo meritano un pensiero. Vi spiego perché.
Ultimamente, l’andamento azionario dei beni di lusso non è stato brillante. Mentre i titoli globali si sono apprezzati, quelli del lusso sono scesi dai massimi, alimentando i timori che abbiano perso la leadership che avevano guadagnato dallo scorso settembre. I ribassisti ritengono che il calo della domanda cinese e le elevate valutazioni implichino prezzi futuri più bassi. Non è così. La dinamica al rialzo dei titoli del lusso non è finita e le società con le azioni più costose rispetto ai fondamentali sono destinate a guidare il mercato. La debole performance recente rappresenta un’opportunità di acquisto.
Proprio come i titoli tecnologici, le azioni del settore del lusso hanno guidato il mercato dal minimo globale dello scorso anno, per ragioni analoghe. Sono titoli growth di alta qualità: una rarità nel mercato di oggi. Ragion per cui non sono a buon mercato.
Nonostante il calo, i titoli globali del lusso sono ancora in rialzo del 14,7% da inizio anno, e del 32,9% dal loro minimo di settembre, superando il 13,1% delle azioni mondiali in quell'arco di tempo. Anche le aziende del lusso europee si sono fatte notare, e in Italia pure. Ottimi risultati anche per le società del lusso svizzere (+21,8%) e francesi (+24,9%). Il motivo?
Prima di tutto perché le categorie colpite più duramente durante il mercato ribassista registrano in seguito il rimbalzo più alto nella fase di recupero. Nel 2022, quando le azioni mondiali hanno ceduto il 16,9%, i beni di lusso sono scesi del 29,6%. Il netto calo ha fatto sorgere timori sul loro futuro e ridotto le aspettative, favorendo il recupero del 2023.
I timori dei ribassisti sulle valutazioni troppo elevate sono doppiamente ingiustificati. Sebbene il rapporto prezzo/utili dei titoli del settore, a 24,2, superi quello della media globale, a 16,8, i coefficienti P/U elevati possono trarre in inganno, soprattutto all'inizio di una fase di rialzo come l’attuale. I mercati guardano al futuro e scontano in anticipo le attese di profitti in crescita. Il dato sugli utili invece è retrospettivo.
Considerate le azioni italiane dopo il minimo del marzo 2020, quando è iniziata la pandemia. Il loro rapporto P/U era di 9,7 alla fine di marzo: un prezzo conveniente. Sei mesi dopo? 14,6. Eppure i mercati azionari hanno guadagnato un ulteriore 51,3% fino al massimo del gennaio 2022.
Sfruttate i pregiudizi sul rapporto prezzo/utili a vostro vantaggio. Quando i titoli growth guidano il mercato, le azioni più costose trainano le categorie ad alta crescita. Chi punta sui titoli growth cerca qualità, chiarezza sugli obiettivi. Il che significa rapporti prezzo/utili più alti.
I prezzi sembrano troppo elevati se paragonati ai fondamentali. Nonostante l'inflazione elevata i margini di profitto lordo delle società del lusso rimangono significativi come nel 2021, ovvero superiori al 55%. Approfittate della fase di apparente debolezza dei titoli del lusso per acquistare azioni di qualità, prima che rimbalzino. Focalizzatevi sul mercato italiano, francese e svizzero. Puntate sulla qualità, anche a caro prezzo.
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