Qatar, l’Italia schiera 560 uomini a difesa dei Mondiali di calcio
L’Italia ci sarà, in mare, sulle strade, nei punti sensibili. Già avviato lo schieramento in Qatar del contingente militare interforze
di Carlo Marroni
I punti chiave
3' di lettura
Gli azzurri non saranno in campo. Ma l’Italia ci sarà, in mare, sulle strade, nei punti sensibili. Ai Mondiali di Calcio manca ormai meno di un mese – la Fifa World Cup 2022 si disputerà dal 21 novembre al 18 dicembre – ed è già avviato lo schieramento in Qatar del contingente militare interforze per contribuire al sistema della difesa del campionato, a supporto delle forze armate qatarine. La decisione assunta nei mesi scorsi dal governo è nel pieno dell’attuazione operativa, accanto ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia. La Task Force italiana è composta da circa 560 militari delle Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri con 46 mezzi terrestri, una nave – il pattugliatore polivalente d’altura Thaon di Revel - e due aeromobili.
L’ambasciatore: «Occasione straordinaria»
«È una occasione straordinaria per il nostro Paese – dice l’ambasciatore d’Italia a Doha, Paolo Toschi – per la grande opportunità che ci dà di mostrare alcune delle nostre eccellenze e capacità militari ma anche tecnologiche e industriali sotto gli occhi del mondo». Non solo: il Qatar è un punto strategico del quadrante del Golfo Persico, commerciale, energetico e di difesa (nel Paese ha sede la maggiore base militare Usa dell’area). «L’Italia ha un rapporto eccellente con il Qatar, e lo sforzo che viene compiuto di mostrarsi al meglio lo facciamo guardando al futuro della nostra amicizia con Doha» osserva Toschi. L’operazione costa allo Stato 10,8 milioni complessivi, «ma è una vetrina globale, consente di mostrare le capacità italiane in molti campi che creano opportunità, posti di lavoro e innovazione tecnologica, a partire dal gioiello della nave Thaon di Revel», che da qualche mese è impegnata nella missione Emasoh di pattugliamento dello stretto di Hormuz, corridoio nevralgico del traffico mondiale di petrolio e gas liquefatto.
Un corridoio strategico per gas e petrolio
Già, il gas. Il Qatar, primo esportatore mondiale, è uno dei futuri grandi fornitori di Gnl che dovrà sostituire a regime l’import di gas russo, sempre che in Italia si possa aumentare la capacità di rigassificazione, ma le premesse sono molto positive. Nei giorni scorsi è stato firmato dalla Saipem il più grande contratto offshore nella storia dell’azienda per 4,5 miliardi e l’Eni ha una presenza strategica con le joint venture per l’esplorazione e lo sfruttamento del più grande progetto Gnl al mondo, per lo sfruttamento del giacimento North Field.
Insomma, l’Italia c’è, anche se non sarà sul campo da calcio. «Certamente i cittadini italiani che verranno ad assistere al campionato saranno meno numerosi, ma il nostro impegno sulla sicurezza non cambia» dice Toschi, che ricorda come ogni mezzo e ogni militare non sarà armato, ma avrà una presenza di supporto attivo. Ricorda lo Stato Maggiore della Difesa che «il dispositivo interforze sarà pronto a intervenire, a supporto e su richiesta delle autorità dello Stato ospitante, in situazioni di emergenza o in caso di atti ostili che possano minacciare infrastrutture critiche quali stadi, porti, aeroporti, complessi industriali, centri commerciali e luoghi affollati».
L’impegno della Marina Militare
La Marina Militare – che manda il numero maggiore di personale, circa 280 unità - contribuirà alla sicurezza delle acque internazionali al largo di Doha con il pattugliatore e dello spazio subacqueo, in prossimità della costa, con un Autonomous Underwater Vehicle del tipo Remus. L’Esercito schiererà unità specialistiche Eod (Explosive Ordnance Disposal), per la difesa da minaccia chimica, biologica, radiologica e nucleare e con unità cinofile mentre l’Aeronautica Militare concorrerà al controllo dello spazio aereo per contrastare l’eventuale impiego non autorizzato di mini e micro droni. Sarà infatti schierato un Counter-Unmanned Aerial Anti-drone System (C-UAS) costituito da dispositivi jammer portatili e dal sistema anti-drone stanziale ACUS (AMI Counter UAS).
Presenti anche i Carabinieri
Infine l’Arma dei Carabinieri fornirà un dispositivo composto da 14 unità, tra cui il Provost marshal, figura di diretto supporto del comandante della missione ed in particolare un nucleo di 10 advisor, consulenti delle forze di sicurezza (Gendarmeria, Guardia dell’emiro, Polizia militare) e delle forze speciali del Qatar. L’operazione - denominata “Orice” (l’Orice d’Arabia è l’animale nazionale del Qatar) – sarà comandata dal generale Giuseppe Bossa, comandante della Brigata “Sassari”. Un complesso quindi di personale e di strumentazione, frutto in larga parte della tecnologia nazionale, su tutti Leonardo, Fincantieri ed Elettronica, ma anche di molte altre imprese: «Insomma, l’Italia c’è, e in questi mondiali, pur non con una squadra di calcio, saremo giocatori importanti».
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