Qatargate: Panzeri torna in libertà, deve restare in Belgio
La camera di consiglio belga ha deciso di togliergli il braccialetto elettronico
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L’ex eurodeputato del Pd e di Articolo Uno Antonio Panzeri, accusato in Belgio nell’ambito dell’inchiesta per presunti fatti di corruzione tesa ad influenzare i meccanismi decisionali delle istituzioni Ue denominata Qatargate, è tornato in libertà. La camera di consiglio, informa il quotidiano Le Soir, ha deciso ieri di togliergli il braccialetto elettronico. Panzeri ha passato quattro mesi rinchiuso nel carcere di Saint-Gilles, per poi essere messo agli arresti domiciliari, con il braccialetto. Panzeri è libero, ma dovrà rispettare una serie di condizioni: in particolare, non potrà lasciare il Belgio né avere contatti con gli altri sospettati.
La Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles ha accolto l’istanza di scarcerazione presentata dai legali di Panzeri, senza obiezioni da parte della procura federale. «La giustizia belga - fa sapere il portavoce della procura, Eric Van Duyse - non considera più necessaria la detenzione» dell’ex eurodeputato, che tuttavia resta «a tutti gli effetti indagato fino alla chiusura delle indagini preliminari».
Nel gennaio scorso Panzeri - accusato di corruzione, riciclaggio e di essere a capo di un’organizzazione criminale collegata a Qatar, Marocco e Mauritania per influenzare le politiche del Parlamento europeo - aveva firmato un memorandum da pentito con l’ex giudice istruttore Michel Claise, costretto a giugno a lasciare la guida del caso alla nuova giudice Aurélie Dejaiffe per un potenziale conflitto d’interessi tra suo figlio e quello dell’eurodeputata Maria Arena - molto vicina a Panzeri e più volte accostata al caso senza mai essere stata indagata - co-azionisti di una società di cannabis legale. «Nel sistema penale belga, la liberazione anticipata a seguito di una condanna è una pratica frequente, resa possibile per esempio da motivi di buona condotta», evidenzia ancora Van Duyse, precisando che «l’inchiesta prosegue».
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