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Qatargate, uno scandalo che parte da lontano

Platini puntò sul Qatar per l’assegnazione dei Mondiali. A fargli cambiare idea fu l'allora presidente transalpino Nicolas Sarkozy

di Giancarlo Mazzuca

2' di lettura

A leggere le cronache di molti giornali sembra quasi che l'ultimo scandalo sui mondiali di calcio in Qatar, il Qatargate, con l'arresto della vicepresidente dell'Europarlamento, la greca Eva Kaili, e con il coinvolgimento di diversi italiani che gravitano su Bruxelles, sia scoppiato solo adesso. In realtà, senza considerare gli ultimi sviluppi che coinvolgono anche il Marocco, la vicenda parte da lontano. Tutto cominciò con i raggiri messi in campo per favorire la scelta degli Emirati come sede dei campionati che si sono appena conclusi, una nuova Tangentopoli in salsa Ue.

Basta leggere, al riguardo, «Qatar papers», il libro pubblicato già da un paio di anni, per capire che siamo di fronte ad una vera e propria “telenovela”. Non è un caso che l'ex presidente della Fifa, lo svizzero Joseph Blatter, e l'ex numero uno dell'Uefa, il campione francese Michel Platini, fossero stati coinvolti con l'accusa di truffa: i due erano poi stati assolti ma, contro tali assoluzioni, è ancora pendente il ricorso giudiziario.

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Per meglio comprendere il caso, dovremmo rileggere, in particolare, un'intervista di Blatter al giornale elvetico «Tagers Ainzeger» che conferma come, in un primo momento, tutti i vertici internazionali si fossero trovati d'accordo sul fatto che i mondiali 2022 avrebbero dovuto svolgersi negli Stati Uniti dopo quelli organizzati quattro anni fa dalla Russia: sarebbe stata una scelta strategica a livello geo-politico. Ma, all'ultimo momento, Platini puntò invece sul Qatar. Perché? A fargli cambiare idea fu l'allora presidente transalpino Nicolas Sarkozy che aveva appena avuto una colazione di lavoro con il principe ereditario del Qatar. L'ex campione della Juventus venne così convinto da Sarkozy e, quasi per giustificarsi, disse a Blatter: «Cosa faresti se il tuo presidente ti chiedesse qualcosa?». Ergo: sedici mesi dopo quel cambio di programma sulla sede dei mondiali, gli sceicchi acquistarono jet da combattimento francesi per 14,6 miliardi di dollari. Come volevasi dimostrare: il Qatargate è nato già diversi anni fa.

Sull'intera vicenda meglio dunque andare con i piedi di piombo anche perché ci potrebbero essere tante altre sorprese. E sarebbe forse il caso di consigliare il classico «adelante, Pedro, cum juicio».

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