Qatargate, trovati oltre 1,5 milioni tra Kaili e Panzeri. Tolta la vicepresidenza Pe a Eva Kaili
Si indaga anche sulla Commissione Ue. Metsola: «Democrazia Ue sotto attacco». Visentini si difende: «Coinvolto perché ho partecipato ad attività ong». Sequestrati a Giorgi circa 20mila euro
5' di lettura
Il Parlamento europeo ha approvato la destituzione dalla carica di vicepresidente del Pe dell’eurodeputata greca Eva Kaili. L’aula ha votato sì con la maggioranza di oltre due terzi (625 voti), come previsto dal Parlamento. Un solo contrario e due astenuti. L’ex vicepresidente dell’Eurocamera è stata trasportata nelle scorse ore nel carcere di Haren, alla periferia nord-orientale di Bruxelles, non lontano dall’aeroporto internazionale di Zaventem. Lo si apprende dalla procura federale belga.
Intanto si allunga lo scandalo tangenti dal Qatar all’Ue. Ci sarebbe il nome dell’eurodeputato socialista Marc Tarabella tra quelli fatti nei primi interrogatori alle quattro persone fermate per il Qatargate. Secondo il quotidiano L’Echo, che cita fonti ben informate, il suo nome «è stato fatto da due persone, tra cui uno dei quattro imputati, durante gli interrogatori effettuati dall’Ufficio Centrale per la repressione della corruzione», scrive il quotidiano. L’eurodeputato belga non risulta indagato e gode tra l’altro dell’immunità parlamentare, che viene persa solo in caso di flagranza di reato. Contattato da L’Echo Tarabella ha detto di «non avere assolutamente nulla da nascondere».
Sequestrati a Giorgi circa 20mila euro
Nei primi interrogatori effettuati dall’Ufficio Centrale per la repressione della corruzione, uno delle quattro persone imputate per il caso Qatargate ha parlato a lungo con gli inquirenti belgi. Secondo fonti informate si tratterebbe di Francesco Giorgi, compagno dell’ex vicepresidente dell’Eurocamera Eva Kaili. La Procura belga, interpellata a riguardo, non ha smentito la ricostruzione.
Martedì, inoltre, circa 20 mila euro in contanti sono stati sequestrati proprio a Giorgi, nella sua abitazione di Abbiategrasso, in provincia di Milano. Il sequestro è stato eseguito dalla Gdf milanese in esecuzione di un ordine di investigazione europeo che già ieri ha portato ad alcune perquisizioni. Giorgi sta collaborando con gli inquirenti belgi.
Bottino da oltre 1,5 milioni di euro
Ammonta, invece, ad oltre un milione e mezzo di euro il totale delle banconote trovate dalla polizia belga nel corso delle perquisizioni alle abitazioni di Antonio Panzeri e dell’ex vicepresidente dell’Eurocamera Eva Kaili, entrambi agli arresti per il Qatargate. Nel domicilio di Kaili viveva anche Francesco Giorgi, anche lui agli arresti. E’ quanto riportano i media belgi citando la polizia federale. Il computo comprende anche i contanti trovati nella valigia che il padre di Kaili aveva con sé mentre stava lasciando un albergo di Bruxelles.
Francesco Giorgi avrebbe parlato a lungo con gli inquirenti
Nei primi interrogatori effettuati dall’Ufficio Centrale per la repressione della corruzione, uno delle quattro persone imputate per il caso Qatargate ha parlato a lungo con gli inquirenti belgi. Secondo fonti informate si tratterebbe di Francesco Giorgi, compagno dell’ex vicepresidente dell’Eurocamera Eva Kaili. La Procura belga, interpellata a riguardo, non ha smentito la ricostruzione.
Mercoledì 14 dicembre si terrà la prima udienza per i quattro arrestati (il quarto è Niccolò Figà-Talamanca). Apposti i sigilli all’ufficio di Francesco Giorgi a Strasburgo, e anche agli uffici dell’assistente di Pietro Bartolo, eurodeputato indipendente eletto con il Pd e membro del gruppo S&D. Ombre si concentrano ora anche sulla Commissione europea. «La democrazia Ue è sotto attacco», commenta la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola dicendosi «infuriata».
Legale di Kaili: «È innocente»
Eva Kaili è innocente. È quanto sostiene il legale dell’ex vice presidente del Parlamento europeo, arrestata nell’ambito dell’inchiesta della procura federale belga nell’ambito del cosiddetto Qatargate. Parlando alla tv greca Open, l’avvocato Michalis Dimitrakopoulos ha detto: «La sua posizione è che è innocente, vi posso dire questo. Non ha nulla a che fare con i finanziamenti del Qatar, nulla, in modo esplicito e inequivocabile. Questa è la sua posizione».
Visentini dopo il rilascio
A poche ore dal rilascio, Luca Visentini, segretario del sindacato europeo Etuc e da fine novembre di quello mondiale, intanto commenta: «Sono stato coinvolto solo perché ho partecipato ad attività culturali di una ong riconosciuta dal Parlamento Ue. Ho fornito tutte le informazioni necessarie e ho anche chiarito che le mie posizioni nei confronti del Qatar non sono mai state influenzate da nessuno, ho detto in più occasioni che il Paese non aveva risolto i problemi legati al rispetto dei diritti umani. Condanno qualunque forma di corruzione».
Letta: vicenda scandalosa, danno a nostri ideali
«C’è bisogno di una Europa autorevole e forte e le notizie dell’inchieste che abbiamo ascoltato raccontano altro, raccontano qualcosa di scandaloso e inaccettabile. Quelle vicende fanno un danno gravissimo all’Ue e alla democrazia. È un danno a noi, ai nostri ideali. Le istituzioni reagiscano in modo inflessibile, la magistratura faccia il suo dovere. Quella non è la nostra Europa, è la più lontana possibile dai nostri ideali, la nostra Europa è quella della purezza degli ideali e del coraggio di David Sassoli». Lo ha detto il segretario Pd, Enrico Letta, intervenendo alla Camera.
La vicenda
Un'indagine della magistratura di Bruxelles venuta alla luce venerdì 9 dicembre accusa il Qatar di aver distribuito mazzette di denaro e costosi regali per ottenere un trattamento di maggior riguardo da parte del Parlamento europeo. L'inchiesta procede per “corruzione di funzionari e membri degli organi delle Comunità europee e di Stati esteri, riciclaggio e associazione per delinquere”.
Nel pomeriggio di lunedì 12 nuove perquisizioni sono state effettuate nell’Eurocamera a Bruxelles, al quindicesimo piano dell’edificio. Mercoledì per le quattro persone agli arresti - Eva Kaili, Antonio Panzeri, Francesco Giorgi e Niccolò Figà-Talamanca - ci sarà invece la prima udienza. L’ombra dello scandalo, per ora da un punto di vista meramente politico, si è allungata fino alla Commissione. Nel mirino sono finiti il vicepresidente Margaritis Schinas e il suo viaggio nei Paesi del Golfo tra il 18 e il 21 novembre. Viaggio durante il quale Schinas sottolineava i progressi sulle riforme fatti da Doha e, in un ristorante di Abu Dhabi, incontrava proprio la vice presidente Eva Kaili. Una parte degli eurodeputati ha chiesto chiarimenti e il nome di Schinas è stato fatto anche in Aula a Strasburgo.
I vertici della Commissione, per tutto il weekend, hanno provato a vederci chiaro. La comunità europea di Bruxelles resta sotto shock. La leader di Più Europa Emma Bonino si è dimessa dal board della Ong Fight Impunity, fondata da Panzeri. E i particolari delle indagini non aiutano. A casa della vicepresidente Kaili la polizia ha trovato 150mila euro. Altri 600mila sono stati trovati nella valigia che portava suo padre mentre abbandonava in tutta fretta un albergo del quartiere europeo di Bruxelles. In tutto fanno circa 750mila euro, in tagli da venti e cinquanta euro. Vista la gravità delle accuse, l’autorità anti-riciclaggio greca ha congelato gli averi della vicepresidente.
L’inchiesta potrebbe affondare il percorso di avvicinamento tra Ue e Qatar. La proposta legislativa sulla liberalizzazione dei visti verrà rinviata in Commissione. «Dobbiamo prima rivedere le regole del Parlamento europeo», ha sottolineato Erik Marquardt, relatore del testo in commissione Libe. Dove si sarebbe mossa con una certa disinvoltura Kaili, presenziando al voto sul testo pur non essendo membro della commissione e facendo opera di convincimento. L’eurodeputata Abir Al-Sahlani ha raccontato ai media svedesi di essere stata contattata da Kaili con il pretesto di parlare dell’Iran.
«Non metteremo la polvere sotto il tappeto. Avvieremo un’indagine interna», ha sottolineato Metsola promettendo “una scossa” per l’Eurocamera. «Avvieremo un processo di riforma per verificare chi ha accesso alle nostre sedi, come vengono finanziate le Ong, quali legami hanno con Paesi terzi, chiederemo maggiore trasparenza», ha spiegato.
«Il Parlamento Europeo è vittima dei comportamenti di queste persone», ha invece osservato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a lungo ai vertici dell’Eurocamera. Il prima e il dopo potrebbe essere anche nei rapporti tra partiti. “La corruzione non è di destra o di sinistra, non utilizzate questa minaccia in questo modo gretto”, ha avvertito Metsola scatenando il brusio dell’Aula. Ma il Qatargate è un duro colpo per i Socialisti e fa tremare il già debole asse con il Ppe alla base della maggioranza Ursula.
loading...