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Poche settimane fa Yi Yang e Xiaodong Song, entrambi dell’Università di Pechino, sulla rivista Nature Geoscience hanno scritto che la rotazione del nucleo della Terra potrebbe essersi interrotta. Sarebbe successo qualche anno fa. L’affermazione ha lasciato perplessa la comunità scientifica. Fino ad oggi eravamo convinti che il nucleo interno girasse più velocemente del resto della Terra. Il suo movimento contribuirebbe alla formazione del campo magnetico che avvolge il nostro pianeta e che lo protegge dalle radiazioni dannose del Sole. Il condizionale è d’obbligo. Le conseguenze non sono chiare anche perché l’anomalia si sarebbe verificata da qualche anno senza impatti sensibili sulla nostra vita.
Il dibattito che ha suscitato lo studio è una riprova di quanto poco ancora sappiamo su quello che succede sotto i nostri piedi. Più nello specifico parliamo di quello che accade a circa cinquemila chilometri, negli strati più profondi della Terra. Secondo gli esperti al centro della Terra esiste un nucleo solido composto da ferro e nichel, una sorta di enorme cristallo a una temperatura di 6mila gradi centigradi. Come ha spiegato Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, tutto quel che possiamo sapere lo conosciamo interpretando i dati sul modo in cui viaggiano le onde sismiche all’interno del pianeta, integrandolo con principi di fisica e meccanica celeste.
In estate uno studio condotto dall’università Southern California e pubblicato su Science Advances aveva già ipotizzato qualcosa in linea con le conclusioni dello studio cinese. Il nucleo della Terra cambierebbe rotazione ogni sei anni, oscillando come una pallina appesa a filo.
«Notiamo inoltre - ha spiegato lo studioso all’Ansa - che la lunghezza del giorno è aumentata e ridotta come previsto: un fenomeno definito sorprendente anche dagli stessi autori della ricerca, secondo i quali, comunque, l’oscillazione resta l’interpretazione più probabile per spiegare i dati attuali». Il nucleo interno avrebbe insomma ruotato leggermente più lentamente dal 1969 al 1971 e poi si sarebbe spostato nell’altra direzione dal ’71 al ’74. Il risultato, però allora non convinse gran parte della comunità scientifica. Peraltro lo studio non spiega cosa avrebbe determinato il rallentamento. Ma suggerisce che potrebbe accadere quanto successo negli anni Settanta. Altra ipotesi in campo è quella sul raffreddamento del nucleo. In sostanza il cuore della Terra si starebbe raffreddando più in fretta del previsto. L’ipotesi in questo caso è presentata su Earth and Planetary Science Letters da un team internazionale guidato da Motohiko Murakami del Politecnico di Zurigo.
Qualcuno potrebbe agitarsi di fronte alla mancanza di certezze. Occorre avere fiducia nella ricerca e pazienza. È il bello della scienza.
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