Qualità, ricerca di pezzi inediti e stime adeguate premiano l’antiquariato
di Stefano Cosenz
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L'analisi dei risultati ottenuti da oggetti e mobili di gusto internazionale nelle aste dello scorso anno di Pandolfini di Firenze hanno spinto la casa d’asta ad anticipare le tendenze del mercato dell'arte e a creare una nuova divisione dedicata esclusivamente al collezionismo e alla decorazione internazionale che prenderà il nome di “International Fine Art”. Questo nuovo dipartimento si occuperà di selezionare arredi e oggetti d'arte di grande raffinatezza, di un gusto che travalica appartenenze e tradizioni culturali: sarà affidato al noto antiquario Tommaso Piva grazie alla sua esperienza internazionale e alla sua conoscenza del mercato europeo e statunitense.
Sotto la sua direzione verranno proposte opere di diversa provenienza ed epoche, “pezzi” d'eccezione che sposano le esigenze di oggi con il gusto, sempre attuale, dell'epoca in cui sono stati creati. Non a caso le ultime tendenze estetiche ispirate ad uno spirito minimalista hanno valorizzato la bellezza di queste opere: trasversali ai diversi settori del mercato dell'arte e dell'antiquariato sono arredi e oggetti rari che diventano spettacolari laddove il loro effettivo valore si stempera in quello estetico. Arredi, objets de vertu, argenti, bronzi, dipinti, porcellane, ma anche avori, coralli creati dai maestri del passato in Italia, Francia, Regno Unito, Fiandre, Spagna e Russia: così lo scorso anno Pandolfini ha aggiudicato per 80mila euro un'importante serie di dieci candelabri in bronzo dorato creati in Austria in epoca Luigi XVI, un imponente Vaso romano in marmo portasanta poggiato su un alto piedestallo in marmi policromi è stato aggiudicato per 60mila euro, mentre un maestoso dipinto ad olio di Pietro Lucchini, “La Sultana”, è stato aggiudicato dopo una serrata gara per 320mila euro. Con questa iniziativa Pandolfini si pone l'oiettivo di diventare punto di riferimento per i collezionisti internazionali, organizzando due importanti vendite ogni anno.
Due importanti vendite antiquariali hanno inaugurato il 20 e 21 marzo la stagione primaverile da Wannenes di Genova: “Arredi, Sculture, Oggetto d'arte e Ceramiche” ha fatturato 622.284,50 euro (55,5% dei lotti venduti, 68,4% per valore) e “Dipinti antichi e del XIX secolo” 1.117.603 euro (70,7% dei lotti venduti, 124,3% per valore), per complessivi 1.799.888 euro.
“L'asta di Arredi, sculture e oggetti d'arte - ha commentato Mauro Tajocchi del dipartimento - ha premiato gli oggetti di grande impatto decorativo come, per esempio, uno stipo monetiere impiallacciato in ebano con marmi commessi policromi e pietre dure databile al XVII-XVIII secolo, aggiudicato a 32.500 euro.”
A parere di Luca Melegati, del dipartimento delle ceramiche: “qualità, rarità e stato di conservazione rimangono sempre degli indicatori fondamentali per il mercato dell'arte”. Un esempio significativo, tra le varie porcellane, maioliche e terraglie di centri di produzione italiani ed europei tra il XVI e XX secolo proposte nella vendita, è rappresentato da un raro piatto della fornace di Montelupo del 1550 circa decorato “alla porcellana” e con la singolare figura di un monatto aggiudicato a 5.250 euro. Per Antonio Gesino, del dipartimento di dipinti antichi: “l'asta ha dimostrato che oltre ai nomi famosi dell'arte esistono artisti che meritano di essere apprezzati per il loro valore, come il “Ritratto di uomo in armatura” (da identificarsi probabilmente con Ambrogio Spinola, celebre uomo d'arme, protagonista delle guerre europee durante il predominio spagnolo) attribuito a Michiel Jans Mierevelt, aggiudicato a 87.500 euro”. “L'Ottocento è ancora una fonte inesauribile di opere di grande spessore artistico e culturale” è convinta Rosanna Nobilitato, del dipartimento dei dipinti del XIX secolo: un bronzo di Paolo Troubetzkoy, “Ballerina”, è stato aggiudicato a 47.500 euro, mentre una veduta panoramica dell'olandese Abraham Teerlink raffigurante “Firenze, veduta di San Miniato” è stata battuta a 32.500 euro. Come ha commentato in conclusione Guido Wannenes: “la qualità dell'offerta unita a una strategia delle stime che sia in linea con le quotazioni del mercato nazionale e internazionale attraggono un pubblico preparato ed eterogeneo, che sceglie e premia il valore dell'attribuzione, la ricerca di lotti inediti e una passione nel preparare ogni dettaglio del catalogo, che è il fattore vincente delle nostre aste”.
Tra il 20 e il 22 marzo si tenuta pure un'asta di antiquariato presso Cambi di Genova con un fatturato di 1.127.000 euro (52% di lotti venduti, 69% del venduto sul valore, 24% del venduto all'estero) a cui vanno aggiunti 118mila euro per una vendita di antiquariato online. L'asta ha visto una ripresa del mobile d'epoca e dell'antico in generale, grazie anche alle stime accattivanti capaci d'attrarre un pubblico numeroso. Come al solito, sono stati premiati i nuclei di proprietà uniche, l'interessante collezione di una villa lucchese con l'87% di lotti venduti e il 155% del venduto per valore.
Tra le opere aggiudicate si è ben comportata una collezione di orologi da tavolo, così come i dipinti firmati sul tema della caccia e diversi mobili scenografici che insieme agli arredi ricchi e opulenti hanno suscitato grande interesse. Venduto per 6.875 euro (contro una stima di 2.000-2.500) l'olio su tela 180 x 80 cm “An horse fair”di Edwrd Benjamin Herberte (1857-1893) e una coppia di poltrone “retour d'Egypte” del XIX secolo con schienale decorato, teste ferine in rilievo, stimata 1.500-1.800 euro e aggiudicata a 4mila. Decisamente apprezzato un Bureau cabinet in legno ebanizzato ed interamente laccato a chinoiseries realizzato in Inghilterra nel XVIII secolo che partito da una stima di 6-7mila euro ne ha realizzati 20mila.
Performance interessanti nella prima asta dell'anno, tenutasi il 28 marzo, di Maison Bibelot di Firenze e dedicata ad arredi e dipinti antichi di una dimora della Val d'Elsa e a una collezione di arte moderna e contemporanea con un fatturato di circa 300mila euro e una percentuale di lotti venduti del 70%. Come ha commentato Elisabetta Mignoni, amministratore unico della Casa: “la vendita ha destato grande interesse tra i collezionisti sia italiani che stranieri, merito della provenienza privata delle opere presentate, mai apparse sul mercato. È il caso del dipinto di Pietro Annigoni (1910-1988), “Estasi di San Bruno”, olio su tela siglato 110 x 100 cm, che partito da una stima di 4-6mila euro, dopo un'accesa gara tra gli acquirenti in sala e quelli collegati al telefono e alla piattaforma Maison Bibelot Live, ha raggiunto la cifra di 52.500 euro. Si tratta di un'aggiudicazione record per l'artista fiorentino. L'acquirente, collezionista italiano, ha avuto la meglio sui rappresentanti di diverse istituzioni museali italiani ed internazionali”. Ha più che raddoppiato la stima di 2.000-2.500 euro, spuntandone 5mila “Nudo femminile”, una china acquerellata 72 x 50 cm di Renato Guttuso (1911-1987, artista che vive una nuova giovinezza grazie alla recente esposizione alla GAM di Torino). Il trend favorevole per i figurativi è confermato anche da altri risultati, come un olio su tela 50 x 70 cm di Nino Tirinanzi (1923-2002), “Paesaggio toscano” del 1973, che da una stima di 500-600 euro è stato aggiudicato a 3.125 euro.
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