Qualità della vita, nell’anno del Covid perdono le grandi città turistiche
Perdono posizioni le grandi città, soprattutto quelle turistiche come Venezia (33a, in calo di 24 posizioni), Roma (32a, -14), Firenze (27a, -12) e Napoli (92a, -11); e altre zone turistiche
di Alessandro Arona
4' di lettura
L'indagine Sole 24 Ore su qualità della vita e benessere nelle province italiane (14 pagine sul quotidiano del Lunedì, e con dati ancora scaricabili online), è quest'anno “un film” molto più che una fotografia. Un film che racconta l'Italia travolta dalla pandemia, l'Italia che resiste, e l'Italia che deve reinventare modelli di sviluppo, servizi e stili di vita, anche sulla base di esigenze e domande dei cittadini che puntano sempre di più su qualità della vita, servizi digitali, sanità di base, spazi urbani a misura d'uomo.
L'indagine misura, con 25 nuovi parametri, l'impatto del Covid (contagi per abitanti, mortalità, e la capacità dei servizi sanitari di reagire); misura il Pil pro capite non in valore assoluto (come nelle 30 precedenti edizioni) ma come “variazione” rispetto al 2019; due terzi dei parametri sono aggiornati al 2020, fino a novembre.
Il crollo di Milano
Il risultato è che l'area metropolitana di Milano, vincitrice delle ultime due edizioni, perde 11 posizioni, penalizzata dal crollo del Pil pro capite in base alle stime 2020, ma anche da alcuni indicatori nuovi come lo spazio abitativo medio a disposizione (51 mq per famiglia), mentre smart working e Dad fanno crescere l'esigenza di spazi.
Peggiorano anche le altre province lombarde, a eccezione di Sondrio (23°, +23 posizioni rispetto al 2019) e Mantova (47°, +1): nessuna è nelle prime dieci, e perdono oltre 20 posizioni Bergamo, Cremona e Monza-Brianza.
La scalata di Bologna
Scala invece 13 posizioni e balza in testa la provincia di Bologna, spinta da “ricchezza e consumi” (1° posto nella graduatoria settoriale), ambiente e servizi (2a), affari e lavoro (4a), cultura e tempo libero (3a). Nella Top 25 altre cinque province dell'Emilia Romagna: Parma (8°, +2 posizioni), Forlì-Cesena (14°, +11), Modena (15°, +4), Reggio Emilia (17°, +5), Ravenna (22°, + 17).
In generale, perdono posizioni nell'anno del Covid le grandi città, soprattutto quelle turistiche come Venezia (33a, in calo di 24 posizioni), Roma (32a, -14), Firenze (27a, -12) e Napoli (92a, -11); e altre zone turistiche. In controtendenza solo la Liguria, tutta in miglioramento, con Genova 19esima e in avanzamento di 26 posizioni. Nella top ten sono anche altre province di medie dimensioni come Verona (4/a, +3 posizioni), Udine (6/a, +10) e Cagliari (9/a, +11).
Resta la frattura Nord-Sud
Non cambiano però - nella classifica Sole 24 Ore su benessere e qualità della vita - le gerarchie consolidate tra Nord e Sud: a parte l'eccezione di Cagliari al 9° posto, la prima provincia meridionale successiva è Campobasso al 54° posto, seguita da Sassari e Nuoro al 62° e 63° posto, e sono tutti al gli ultimi 22 posti in graduatoria.
De Caro: piano in 10 temi per il Recovery Plan
Ma la pandemia sta ponendo sfide, sul tema benessere e qualità della vita, che impongono a tutti i territori di progettare il proprio futuro. “Abbiamo proposto al governo – ha detto il presidente dell'Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari, al convegno web del Sole 24 Ore – un Piano in 10 temi da inserire nel Recovery Plan: dobbiamo puntare ancora di più, ad esempio, sulla mobilità sostenibile, e cioè anche piste ciclabili, micromobility, sharing mobility, mezzi elettrici; un rifinanziamento del Piano periferie (per una ricucitura urbanistica e sociale delle nostre città); un Piano cultura che punti a rilanciare l'attrattività turistica di piccoli centri e aree interne; e un'Agenda digitale per banda ultralarga e servizi della Pa informatizzati”.
“Per il recovery Plan – aggiunge Decaro - non chiediamo risorse da gestire noi come Comuni, proponiamo delle idee, e vogliamo entrare nella Cabina di regia per poter dare un contributo costante, di chi sta ogni giorno sui territori e vicino ai cittadini”.
“Al netto della crisi economica e dell'impatto su imprese e famiglie – ha spiegato Antonio Noto, illustrando il sondaggio condotto per Il Sole 24 Ore - la maggioranza degli italiani sta vivendo questa fase come opportunità di cambiamento. E cresce l'importanza data alla qualità della vita. La metà di chi vive nelle grandi città sta pensando di trasferirsi in centri più piccoli, e in generale sono considerati al primo posto nella qualità della vita: servizi sanitari efficienti e capillari sul territorio, reti internet e servizi digitali, qualità delle aree urbane e servizi”.
“Quest'anno ci si è resi conto – ha spiegato sempre al convegno web del Sole 24 Ore Gianni Dominici, direttore del Forum Pa – che gli enti pubblici che avevano avviato processi di trasformazione digitale sono quelli che meglio hanno saputo reagire alla pandemia, offrendo servizi efficienti. Ci sono anche segnali positivi dal Sud”. “E' vero – aggiunge rispondendo a una domanda – che i click day del governo o i bonus dell'Inps sono andati in tilt, ma il problema va oltre: non basta una app se poi non c'è interoperabilità tra sistemi e tra le diverse Pa. Abbiamo in Italia molte singole eccellenze che non fanno sistema, nel pubblico come nel privato”.
La sfida del post-pandemia
Restano comunque tutti i punti di forza delle aree del centro-nord più dinamiche – come emerge dall'indagine – ora la sfida è saper rispondere alle nuove esigenze post-pandemia. Alla domanda di smart working e di digitale che viene da imprese e famiglie, e alla necessità di costruire modelli sostenibili di sviluppo e crescita. “Le città – sostiene Maurizio Carta, professore ordinario di Urbanistica all'Università di Palermo – devono tornare a essere motori di innovazione e sviluppo. Il futuro delle nostre relazioni non può essere confinato negli spazi domestici, e le città devono reinventare spazi e relazioni. Grande attrattività hanno le città e i quartieri dei 15 minuti, dove tutto si può fare a quarto d'ora da casa”.
Dieci nuovi parametri dell'indagine Sole 24 Ore raccontano in particolare l'evoluzione digitale del paese nell'anno del Covid. Firenze è prima nell'indice di trasformazione digitale elaborato dal Forum Pa; Viterbo è in testa per il numero di Spid erogati per mille abitanti; Monza e Brianza per la quota di enti pubblici che si affidano alla piattaforma unica Pago Pa; Genova per edifici coperti dalla banda larga; Milano per la quota di imprese (sul totale) che fanno e-commerce.
Spostandosi al Sud emergono divari, ad esempio nella diffusione dei Pos nei negozi, solo due ogni 100 abitanti a Barletta-Andria-Trabi, contro i 10 a Milano e Rimini.
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