Quando la Francia occupata disse no all’ora legale di Berlino
di Beda Romano
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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha discusso oggi dell'opportunità di abolire l'ora legale, vale a dire la scelta di spostare le lancette dell'orologio di un’ora in estate nel desiderio tra le altre cose di risparmiare energia. Sbaglieremmo a considerare questa abitudine un retaggio dello shock petrolifero degli anni 70. In realtà, l'ora legale fu introdotta per la prima volta durante la Prima guerra mondiale.
In Germania prima di tutto, poi in Francia, in Gran Bretagna e nell'allora Impero austro-ungarico, le autorità locali decisero di imporre il cambio dell'ora durante la Grande Guerra. L'obiettivo era il risparmio energetico e l'uso più ampio possibile della luce del sole. La maggior parte dei paesi decisero di abolire l'abitudine alla fine del conflitto. In Francia, l‘abolizione fu temperata da un cambiamento degli orari di uffici. Tra aprile e novembre, l'inizio e la fine furono anticipati di 30 minuti.
L'ora legale riapparve 20 anni dopo con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, per gli stessi motivi: il risparmio di energia elettrica. Ancora una volta - come durante la Grande Guerra - a fare da capofila fu la Germania, che questa volta impose l'ora legale direttamente in vari paesi occupati dalla Wehrmarcht. Anche la Francia dovette sottomettersi, anche se si racconta che i francesi più patriottici si rifiutarono di adottare l'ora di Berlino e per 4 anni non aggiornarono l'orologio.
Molti associano il ritorno dell'ora legale nel secondo dopoguerra allo shock petrolifero del 1973, ai tempi quando in alcuni paesi si decise anche la ciurcolazione a targhe alterne pur di risparmiare carburante. E' vero che molti paesi reintrodussero l'ora legale in questo periodo. Ma non tutti. L'Italia, per esempio, l'aveva introdotta fin dal 1966, in pieno boom economico, secondo un rapporto che la società di consulenza ICF International preparò nel 2014 per conto della Commissione europea.
A dire il vero, l'ora legale non è stata concepita solo per risparmiare energia elettrica, come si pensa troppo spesso. Alcuni paesi europei hanno voluto aumentare le opportunità di tempo libero della popolazione locale (la Germania nel 1980, l'Austria nel 1981); rispondere alle esigenze di alcuni settori come l'agricoltura e i trasporti (la Finlandia nel 1980) ; allineare la loro ora con quella dei vicini (la Bulgaria nel 1979, la Svezia e la Danimarca nel 1980).
Alcune curiosità. Il paese europeo che prima optò per l'ora legale nel secondo dopoguerra fu l'Italia, come detto nel 1966, insieme a Malta. L'ultimo in ordine di tempo a fare questa scelta è stata la Lituania, nel 2003. La direttiva che attualmente regola l'ora legale nell'Unione europea risale al 2000. Mentre l'ora legale è competenza comunitaria, l'appartenenza dei singoli paesi a un fuso orario è scelta nazionale. In questo senso, l'Europa è attraversata da tre fusi orari.
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