Quando l’avidità può giocare brutti scherzi
Per operare sui mercati finanziari non è possibile improvvisarsi. Trader non si diventa ricevendo per qualche minuto al telefono regole di comportamento da un fantomatico tutor
di Gianfranco Ursino
3' di lettura
Da sempre le frodi sono figlie dell’avidità e, senza cadere in depressione, i truffati dovrebbero comunque prendersela in primis con sé stessi. Cedere alle lusinghe dei guadagni facili e cadere nel vortice del trading online è un attimo. Uscirne, leccandosi le ferite, diventa un calvario. E secondo le testimonianze raccolte nel corso degli anni da Plus24 non c’è alcuna dabbenaggine da parte dei malcapitati: spesso a farci cadere nel tunnel è l’ingordigia e la paura di essere tagliati fuori da quella che viene dipinta come l’occasione della vita, senza distinzione di età, istruzione e classe sociale.
Per operare in cripto o sui mercati finanziari non è possibile improvvisarsi. Trader non si diventa ricevendo per qualche minuto al telefono regole di comportamento da un fantomatico tutor. Gli errori (e le perdite) sono sempre dietro l’angolo. Occorre quindi armarsi di tanta umiltà e non lasciarsi sedurre dal martellante corteggiamento di operatori, che a volte agiscono anche per conto di intermediari autorizzati.
Per i risparmiatori che vengono accalappiati telefonicamente o attraverso banner pubblicitari, non è neanche facile distinguere le proposte farlocche che arrivano dai truffatori da quelle dei cosiddetti “venditori di trading” autorizzati, che spingono l’interlocutore a soluzioni di investimento in ogni caso complesse che richiedono studio, cautela e un enorme impiego di tempo. Il trading non è per tutti. Dal 2018 le piattaforme sono obbligate a pubblicare le percentuali dei clienti con i conti in perdita, che viaggiano tra il 71 e l’89 per cento.
In tutti i casi è bene non abboccare all’esca di aprire un conto senza prima leggere il contratto. Dalle testimonianze raccolte dalla redazione, emerge che tutti hanno via via scoperto sulla loro pelle che non era così facile operare come prospettato: sono costretti a tenere 2-3 computer accesi, sorvegliare le “candeline verdi” per azzeccare il momento giusto per fare acquisti e vendite, nell’attesa che il tutor telefoni per dirgli di schiacciare “enter”, amplificando così ansie e disagi. Dopo gli apparenti guadagni iniziali, arrivano le perdite. Bonus promessi mai visti. Addebiti di spread, ovvero costi, diversi da quelli pubblicizzati. E potremmo andare avanti.
Anche noi abbiamo provato a “cedere”. Una volta che abbiamo dichiarato di essere interessati ci hanno tempestato di telefonate, chiuse ogni volta con la nostra richiesta di visionare prima il contratto e, per tutta risposta, ci è stato sempre farfugliato che il contratto non serve, che il rapporto con i clienti viene stabilito tramite internet e che le informazioni saranno sempre a disposizione sull’account che sarà aperto. Alla fine, dopo 13 telefonate ricevute in tre giorni decidiamo di procedere.
Si parte con la profilazione del cliente: accediamo a una pagina web dove iniziamo a spuntare le risposte a una serie di domande. Sempre guidati dall’operatore al telefono. Quando pensiamo di rispondere che non abbiamo mai sentito parlare di Cfd, opzioni binarie e altro, ci suggeriscono di mettere il flag su “alta conoscenza”, «vedrà che con il nostro aiuto fra pochi giorni avrà la massima padronanza dell’argomento». Alla fine arriviamo all’ultima videata, dove ci viene chiesto di spuntare di aver preso visione del contratto. Ma come, allora il contratto esiste? A quel punto dopo le nostre rimostranze la telefonata, anzi la serie di telefonate, giunge al termine.
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