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Quanto ne sai di politica estera? Rispondi al quiz del Sole 24 Ore, una bussola per orientarsi in tempi difficili

L'era dell'incertezza. L'invasione russa dell'Ucraina ha riportato la guerra ad alta intensità in Europa. Assetti e alleanze si sono completamente modificati

di Riccardo Barlaam

Il presidente cinese Xi Jinping, al centro, il suo omologo francese Emmanuel Macron, a sinistra, e il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen

4' di lettura

L'era dell'incertezza. Il 24 febbraio 2022 è finita l'era del dopo guerra fredda, nata sulle ceneri del dell'Unione sovietica. Dopo 70 anni dalla fine del Secondo conflitto mondiale l'invasione russa dell'Ucraina ha riportato per la prima volta in Europa una guerra ad alta intensità. Assetti e alleanze si sono completamente modificati. I legami economici ed energetici tra la Russia e l'Europa, cresciuti anche negli anni Sessanta, sono stati recisi in modo netto. La spesa militare e per la difesa che negli anni Novanta e primi anni Duemila è costantemente diminuita, ha ricominciato ad aumentare dal 2014 con l'invasione della Crimea. E dopo il 24 febbraio 2022 è balzata alle stelle.

I governi stanno rivalutando tutto, dalle scorte di munizioni ai sistemi d’arma, alle linee di rifornimento. L'obiettivo della Nato di arrivare a una spesa per la difesa di ogni Paese pari al 2% del Pil è diventato un target minimo: Polonia e Gran Bretagna sono già al 4% del Pil. Gli effetti del conflitto non si limitano ai Paesi vicini dell’Ucraina. Cina, India, Taiwan e Stati Uniti ne osservano attentamente le implicazioni a migliaia di chilometri di distanza. Anche il Giappone ha rifondato il suo esercito e abbandonato la neutralità. Tanto che gli esperti del Pentagono trattano i teatri di sicurezza europeo e asiatico come interconnessi, o potenzialmente come uno solo.

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C'è chi parla di un mondo multipolare o multicentrico, o piuttosto di un mondo diviso per aree di interesse. Un processo, a dire il vero, che era già cominciato con la presidenza Trump: l'America che pensa a sé e non si pone più come superpotenza mondiale al di sopra di tutto, come il super poliziotto o il cane da guardia che garantisce l'ordine globale.

Quanto ne sai di politica estera
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La guerra di Putin all'Ucraina insomma ha definitivamente cancellato quell'era di speranze nata dopo la caduta del Muro di Berlino. Il mondo è di nuovo ridiviso in blocchi. Semplificando si potrebbe dire che da una parte c'è il mondo occidentale che difende democrazie e libertà occidentali, guidato da Stati Uniti con Europa e Gran Bretagna. Dall'altra, un altro grande blocco dei regimi autarchici, dove il potere è concentrato nelle mani una sola persona o espressione di un'elite di potere, guidato dalla Cina con la Russia. Con un altro terzo grande blocco, quello a Sud del mondo, dei Paesi emergenti e dei Paesi in via di sviluppo, alle prese con i problemi del debito e del cambiamento climatico, che vedono questa guerra lontana da loro e dai loro interessi. E preferiscono schierarsi con l'uno o con l'altro, a seconda delle convenienze economiche e politiche.

Un ulteriore elemento di incertezza in questo nuovo disordine mondiale è dato dalle tensioni nell'area dell'Indo Pacifico. Qualcuno ha scritto che il grande gioco, la partita dove si decidono gli equilibri geopolitici, si è spostato dall'Atlantico al Pacifico. Oltre alle tensioni e alle problematiche legate alla guerra ucraina, all'orizzonte ci sono quelle del prossimo conflitto probabile tra Cina e Taiwan, con la prima che non nasconde le ambizioni di fagocitare l'isola Stato entro il 2025. In un quadro, anche qui, di grossa instabilità. Tra le manovre militari cinese nel Mar Cinese Meridionale, le isole contese, le portaerei americane a un passo pronte ad attaccare, il riarmo nucleare di Pechino e l'ambizione di superare gli Stati Uniti e diventare la prima potenza mondiale.

Pechino nei suoi piani ha già programmato di riuscire a superare Washington entro il 2049, anno in cui celebrerà il centenario della nascita della Repubblica Popolare della Cina. Ma il sorpasso avverrà molto prima, forse già dal prossimo decennio, come teorizzava già negli anni Novanta l'ex presidente Bill Clinton.

Che cosa facciamo noi del Sole 24 Ore per cercare di raccontare questa complicata fase della storia globale? Cerchiamo di fare ogni giorno, con attenzione e onestà intellettuale, gli storici dell'attimo presente. O come si potrebbe dire parafrasando il nostro marchio: i cronisti delle 24 Ore. Attenti a seguire l'evoluzione dei tempi ma anche dei media. Ormai siamo immersi in un flusso ininterrotto di notizie. Un fiume carsico che ci insegue senza sosta nelle nostre tasche con gli smartphone.

Anche noi seguiamo questa sfida e raccontiamo le notizie del momento sul sito del Sole 24 Ore.com in tempo reale. Così su Radio 24 con i notiziari che si susseguono, ora dopo ora lungo tutta la giornata, 365 giorni all'anno. Mentre sul giornale, la cara vecchia carta stampata, o nella sua versione digitale, cerchiamo di raccontare, approfondire, decifrare, capire. Con un'attenzione privilegiata ai fatti dell'economia internazionale, al suo andamento e alla sua evoluzione, dalla congiuntura alle politiche monetarie.

Ci sforziamo, in poche parole, di offrire una chiave di lettura autorevole e credibile. Con lo sguardo curioso di chi però, da italiano ed europeo, si sente un cittadino del mondo. Una bussola, in definitiva, per orientarsi nella navigazione in tempi difficili.

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