Quarant’anni di architettura e design
Alla scoperta di Route 40, la mostra che racconta i quattro decenni della rassegna. In scena prodotti e realizzazioni che hanno segnato l’industria ceramica
di Natascia Ronchetti
3' di lettura
Dalle storiche piastrelle quadrate di 20 centimetri per lato alle grandi lastre. Dalla produzione di massa alle macchine che consentono di mettere sul mercato piccoli lotti con lavorazioni sempre più sofisticate. E poi la rivoluzione impressa dalla stampa digitale per le decorazioni, l’evoluzione delle campagne pubblicitarie e del marketing, la rapida innovazione delle tecnologie e del design che ha archiviato l’era in cui le aziende investivano su un prodotto di punta anche per quattro o cinque anni, soppiantandola con una rincorsa continua alle novità.
“Route 40”, la mostra che racconta gli ultimi quattro decenni del Cersaie e dell'industria ceramica e dell'arredo bagno non è solo una immersione nella storia recente del settore. È anche uno spaccato sui cambiamenti dei costumi e degli stili di vita. Curata dal designer Davide Vercelli, con la scenografia firmata dall'architetto Dario Curatolo, è contemporaneamente un omaggio al salone e alla capacità di innovare delle imprese, con un percorso espositivo che contestualizza i grandi cambiamenti della produzione nel quadro degli eventi sociali, politici e culturali che hanno contraddistinto lo sviluppo globale dal 1983 ad oggi. «Un format caratterizzato da quattro tappe, a partire dalla piazza centrale del quartiere fieristico di Bologna per arrivare al padiglione 37», spiega Dario Curatolo. «Il percorso – prosegue Curatolo - inizia con il racconto, attraverso grandi videowall, delle persone che nel corso di quarant’anni sono state protagoniste del salone e della crescita dell'industria del settore. Architetti, designer, industriali, esponenti politici. Mostra l’evoluzione del design, della tecnologia, dell'attività di ricerca e sviluppo, del life style italiano e dei territori dove sono collocati i distretti produttivi della ceramica e dell'arredo bagno». Le altre tre tappe – le prime due nelle gallerie situate sopra i padiglioni 21 e 22 e 25 e 26 - sono concentrate sui cambiamenti che hanno caratterizzato i vari decenni. «È qui, attraverso video, che scorrono le immagini di prodotti iconici, tre o quattro per ogni anno, che hanno un particolare significato in termini di innovazione», dice Davide Vercelli. «Parliamo – aggiunge Vercelli - di una media di trenta prodotti per ogni decennio che hanno richiesto un mutamento radicale sia dei processi produttivi sia del design».
A ogni video che mostra le innovazioni che hanno fatto la storia della ceramica italiana ne fa da contraltare un altro che ripercorre gli eventi che più di altri hanno contrassegnato la storia del mondo. Un parallelismo che consente di leggere le trasformazioni dell’industria ceramica anche alla luce di ciò che è accaduto nel corso degli anni in Italia e nel globo. Ciò che emerge non è solo la velocità con la quale la ricerca di tecnologie sempre più all'avanguardia, soprattutto negli ultimi due decenni, ha modificato radicalmente la produzione. Emerge come sia cambiato anche il modo di comunicare le innovazioni, con trasformazioni che hanno avuto un impatto considerevole sulle campagne pubblicitarie e sul marketing, sull’approccio al mercato domestico e a quello internazionale. L’esposizione narra lo sviluppo e le peculiarità delle aree del Paese dove sono insediati i distretti produttivi, a cominciare da quello di Sassuolo, e ripercorre tutti gli step che hanno sdoganato la ceramica da un uso circoscritto a bagni e cucine, facendone, nelle mani delle archistar, un prodotto versatile richiesto anche per rivestire molti altri ambienti o le pareti esterne degli edifici.
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