QuestIt lancia l’avatar che comprende e parla la lingua dei segni
La società toscana ha realizzato un virtual human assieme all’Università di Siena e al Cnr. Pronta la versione per le banche e la Pa
di Alessia Maccaferri
I punti chiave
3' di lettura
Una nuova legittimazione. Dopo decenni di utilizzo due anni fa, la Lis è stata riconosciuta come lingua. Ora arriva il primo virtual human in Italia capace di produrre e comprendere la la Lingua dei Segni Italiana. Il prodotto, che sarà lanciato sul mercato tra tre mesi, è frutto dell’innovazione della toscana QuestIT, in collaborazione con l’Università di Siena, l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Cnr, il Gruppo per lo studio e l'informazione della Lingua dei Segni Italiana.
«Abbiamo sfruttato le incredibili potenzialità dell'intelligenza artificiale per strutturare un assistente virtuale di ultima generazione che conosce alla perfezione la Lingua dei Segni Italiana - ha spiegato Ernesto Di Iorio, ceo di QuestIt - Grazie ad esso, potenziamo la «digital accessibility» e diamo l'opportunità ai cittadini sordi di accedere autonomamente a informazioni e servizi offerti da enti e realtà del territorio come la Pubblica Amministrazione e le banche, ma i potenziali campi di applicazione sono innumerevoli: dall'organizzazione degli appuntamenti negli ospedali alla spiegazione di mostre o eventi culturali nei musei fino al chiarimento di materie o singoli concetti nelle scuole o nelle aule universitarie».
Attualmente la tecnologia, in qualità di virtual assistant, può essere inserita all'interno di siti web, applicazioni, sistemi proprietari e totem interattivi. Una volta che la persona in questione si presenta dinanzi allo schermo e inizia ad interagire a suon di segni, l'avatar analizza le espressioni facciali del singolo, oltre ai suoi movimenti, e risponde utilizzando la Lis. In questo modo è in grado di offrire consulenze, a seconda del contesto di riferimento, ai clienti sordi.
Un processo partecipato
Per mettere a punto il prodotto i sordi sono stati i protagonisti. «Siamo stati coinvolti sin dall’inizio, in ogni fase del processo sono state ascoltate le nostre esigenze» ha detto Alessio Di Renzo, linguista, primo ricercatore sordo in Italia. «È importante sapere che in questo progetto sviluppato nell’ottica di artificial intelligence for all, abbiamo coinvolto non utenti generici, ma utenti esperti» ha detto Olga Capirci dirigente di ricerca al Cnr dove coordina il Laboratorio LaCAM (Language and Communication Across Modalities) e dove lavorano stabilmente quattro persone sorde. «Siamo riuscita realizzare a sviluppare il concetto di human-centered design» ha detto Patrizia Marti, docente di Università di Siena e ricercatrice di experience design.
Al lavoro sulla traduzione
QuestIt ha in programma di integrare il prodotto con la funzione di traduttore capace di tradurre le parole in segni. «Per un traduttore vero e proprio servono grandi quantità di dati, potrebbe essere un passaggio successivo. Per ora pensiamo alla possibilità di poter tradurre delle funzionalità operative di base». Insomma, non un interprete vero e proprio con caratteristiche di completezza e precisione ma uno strumento agile che consenta traduzioni operative.
Lis in altre lingue
La lingua dei segni non è un linguaggio universale, ogni paese adotta una propria lingua specifica in base alla comunità di riferimento. Per questo motivo una volta che il prodotto sarà si consoliderà sul mercato italiano, QuestIt ha in programma di sviluppare versioni declinate per altre lingue «nei prossimi 2 o 3 anni, di pari passo con la nostra crescita a livello internazionale» precisa il ceo dell’azienda che fattura 4 milioni di euro, ha una cinquantina di dipendenti e ha iniziato il processo di internazionalizzazione in Francia che ora si concretizzerà con l’apertura di una sede Oltralpe. La Lis sarà aggiunta a una delle nove lingue in cui si esprime Algo, l’assistente virtuale di QuestIt.
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