Quota 100, Inps: molti candidati alla pensione sono disoccupati, soprattutto al Sud
di Alessia Tripodi
3' di lettura
Oltre 18mila domande di pensionamento anticipato con quota 100, il 40% dalle regioni del Sud. E molte domande da «persone non occupate, circostanza che dovrebbe far riflettere circa l’idea che il pensionamento liberi posti di lavoro per i giovani». L’avvertimento arriva da Tito Boeri, presidente dell’Inps, durante l’audizione in commissione Lavoro al Senato su pensioni e reddito di cittadinanza così come disegnate dal “decretone” del governo. Secondo il numero uno Inps sono «rilevanti» «gli effetti di scoraggiamento al lavoro» del reddito di cittadinanza, una misura che, secondo Boeri, dovrebbe riguardare 2,4 milioni di persone.
Quota 100 pesa su debito Inps da 38 a 90 miliardi
Boeri riferisce che 4 domande di pensionamento anticipato su 10 provengono da Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e che un terzo del totale delle domande arriva da dipendenti pubblici. Secondo la stima dell’Inps, il grosso del costo di quota 100 «graverà comunque sulle generazioni future»: se la misura resterà sperimentale per tre anni (e fino al 2026 per la pensione anticipata) - ha spiegato Boeri - aumenterà il debito implicito di 38 miliardi. Se queste misure diventassero strutturali l’aumento del debito implicito lieviterebbe a oltre 90 miliardi.
Pensioni, 1 milione di buste arancioni a marzo
Ai potenziali interessati a quota 100, l’Inps dovrebbe inviare a marzo un milione di buste arancioni per incoraggiare ad acquisire l'identità digitale e utilizzare interattivamente il programma «la mia pensione futura» sul sito . Boeri si dice contrario alla riduzione della spesa per la posta massiva (necessaria a inviare le buste) per retribuire i consiglieri di amministrazione quando saranno nominati. Le risorse per remunerare i membri del Cda, dice, possono essere coperte dai risparmi sulle spese di funzionamento dell'Istituto.
Reddito, Boeri: platea da 2,4 milioni di persone. Tridico: sono 4,9 milioni
Secondo le stime Inps riportate da Boeri, la platea del reddito di cittadinanza sarà di 1,2 milioni di nuclei familiari per 2,4 milioni di persone. Il 50% dei nuclei sarebbero senza redditi e comunque senza redditi da lavoro «tra i quali, sottolinea Boeri, si celano anche gli evasori e i sommersi totali». Oltre la metà dei nuclei, secondo i numeri, sarebbe costituito da single (644mila). Cifre contestate dal consulente di Di Maio, Pasquale Tridico, secondo il quale la platea dei beneficiari «così come scritto nella relazione tecnica bollinata dalla Ragionerias- scrive in una nota - riguarda una stima di adesioni all'85% per circa 1,3 milioni di famiglie (e circa 4 milioni di persone). La stima dei nuclei potenziali è invece di circa 1,7 milioni per 4,9 milioni di cittadini». « Le stime dell'Inps, al netto di quelli sulla pensione di cittadinanza - aggiunge Tridico - si basano su un database meno affidabile» di quello del «Ministero del lavoro,
usato e testato anche in passato».
Effetti «scoraggianti» sulla ricerca di lavoro
Per quanto riguarda gli effetti “scoraggianti” sulla ricerca di lavoro, «secondo le nostre stime - spiega Boeri - circa il 30% dei percettori di reddito riceverà un trasferimento uguale o superiore a 9.360 euro netti. Il valore mediano della distribuzione dei trasferimenti è attorno a 6mila euro e che è pur sempre più alto dei redditi da lavoro del 10% più basso della distribuzione dei redditi da lavoro».
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Reddito, senza verifiche rischio recupero su 100mila famiglie
Il presidente Inps suggerisce di «accelerare il più possibile l’avvio dell’Isee precompilato e rinviare l’avvio operativo del Reddito di cittadinanza alla piena operatività dell’Isee precompilato». Spiegando che «in assenza di controlli ex ante sulla veridicità delle autodichiarazioni patrimoniali da parte dei richiedenti il reddito» si rischia di dovere in sede di verifica ex post recuperare «somme ingenti da famiglie che non soddisfano i requisiti patrimoniali». Le simulazioni dell’Inps in caso di Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) veritiere ipotizzano circa 100mila nuclei beneficiari in meno (ne resterebbero 1.062.000) ciascuno con un importo medio erroneamente versato di 10mila euro con una stima di costo in meno di circa un miliardo.
Reddito penalizzante per famiglie numerose
Secondo Boeri, poi, il reddito di cittadinanza fissa un livello di prestazione elevato per un single ma ha una scala di equivalenza all’aumentare del numero dei componenti della famiglia «restrittiva». E dunque la misura è «penalizzante per le famiglie numerose» e e, a causa dei requisiti sulla residenza (10 anni), anche per una «fetta importante di poveri».
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