«Rafforzare il Fondo Simest e potenziare la banda larga»
Per il presidente degli industriali marchigiani vanno prolungate le misure di Transizione 4.0
di Michele Romano
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«È inutile nasconderlo: ci aspetta un anno difficile, durante il quale il nostro obiettivo primario sarà quello di recuperare il terreno perso negli ultimi anni e aggravato a causa della pandemia». Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche, sa bene che sul tessuto produttivo regionale, prevalentemente manifatturiero, pesano ben quattro crisi in un decennio: il covid ha preso le aziende nel guado, mentre stavano faticosamente e lentamente recuperando i numeri persi dal 2010 al 2019, quando erano ancora 7 i punti di Pil da recuperare rispetto al dato del 2007. Ecco perché il numero uno degli industriali dice che «sono diversi gli ambiti su cui si dovrebbe intervenire». Ne indica in via prioritaria tre: internazionalizzazione, digitalizzazione e formazione, «driver strategici per la crescita e il riposizionamento delle aziende marchigiane e anche strettamente interconnessi tra loro».
Nelle Marche, le vendite all’estero nei primi 9 mesi del 2020 sono diminuite del 13,2% rispetto allo stesso periodo del 2019, una frenata più consistente sia rispetto alla media nazionale che di quella registrata nelle regioni del Centro e il peso dell’export della regione sul totale nazionale è sceso dal 2,6% al 2,5%. Non solo: il numero degli esportatori abituali risulta in costante flessione dal 2012. «Per una regione da sempre votata all’export come le Marche, questi dati preoccupano - dice il presidente -, anche perché è stato evidenziato che le aziende più internazionalizzate sono quelle che meglio hanno resistito all’impatto dell’emergenza sanitaria». Due i suggerimenti di Schiavoni: «A livello nazionale aumentare i fondi per il rifinanziamento del fondo Simest per l’internazionalizzazione delle imprese, misura apprezzata ma che al momento non è in grado neppure di coprire tutte le domande ricevute nel 2020, mentre in chiave regionale indirizzare le risorse finanziarie disponibili in via prioritaria al sostegno di iniziative e progetti provenienti direttamente dalle imprese».
La seconda priorità è legata alla digitalizzazione, «perché le imprese più digitalizzate sono le più resilienti». Non è un caso, così, il grande favore con cui gli imprenditori marchigiani hanno accolto il potenziamento e la proroga delle misure del Piano Transizione 4.0: «Sarebbe però auspicabile prolungarlo almeno per un triennio ed estendere ai benefici 4.0 l’opzione della cedibilità del credito, sul modello seguito per il superbonus 110%». Propedeutico a queste misure dovrà essere la copertura dell’intero territorio regionale con la banda ultralarga: «Su questo obiettivo - sottolinea il presidente degli industriali marchigiani - abbiamo urgente bisogno di certezze, sia in termini di tempistica che di efficienza».
Per rendere le aziende più internazionali e più digitali è necessario che si valorizzino le competenze e si «tengano stretti» i talenti. «È assolutamente necessario e urgente colmare il disallineamento tra domanda e offerta - dice Schiavoni -, rafforzando il peso sia degli istituti tecnici che degli Its, che devono tornare a rivestire un ruolo strategico di collegamento tra mondo dell’impresa e sistema scolastico e della formazione». E, non ultimo, va intensificato il rapporto con le università, con i casi di co-progettazione che coinvolgono gli atenei marchigiani che devono diventare una prassi consolidata e inseriti in un processo di sinergia globale. «In quest’ambito – conclude il presidente - è assolutamente condivisibile anche il rafforzamento del credito d’imposta per la formazione 4.0, con l’inclusione nella base di calcolo di ulteriori voci di spesa e l’estensione al 2022».
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