Save The Children

Ragazze e Stem, il 54% ama la scienza. Ma ancora pensa che sia «poco adatta» a una donna

I dati diffusi in occasione della Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza: immatricolazioni scientifiche in aumento, ma pesano ancora gli stereotipi di genere

di Alessia Tripodi

Save The Children: «La scienza non è solo un lavoro da maschio»

2' di lettura

Sono sempre di più le donne che scelgono gli studi scientifici e si appassionano alla tecnologia già sui banchi di scuola. Ma gli stereotipi di genere pesano ancora: le materie scientifiche continuano infatti a essere percepite dalle ragazze come “poco adatte” a loro, nonostante incuriosiscano il 54% delle studentesse. Lo dicono i dati di una ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children e diffusa in occasione della Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza che si celebra in tutto il mondo venerdì 11 febbraio. La passione delle ragazze è testimoniata anche in un video inedito girato in uno dei “Punti Luce” di Save The Children, quello del Giambellino a Milano, nel quale alcune ragazze si confrontano sulle materie scientifiche.

«Tutti e tutte possono fare il lavoro che sognano», dicono le giovani nel video, e bisogna «imparare cose nuove e sperimentarsi» nonostante il mondo intorno «continui a guardarti con scetticismo», perchè solo studiando le scienze si può salvaguardare la salute delle persone e del pianeta. E il Pnnr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, secondo Save the Children è un’occasione unica per sostenere le carriere scientifiche di queste e altre ragazze.

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Save The Children: «La scienza non è solo un lavoro da maschio»

Immatricolazioni in aumento

Secondo i dati del ministero dell’Università, nel 2021 il 22% delle ragazze iscritte all’università ha scelto un corso Stem, in aumento rispetto agli anni precedenti. Sono cresciute soprattutto le immatricolazioni ai corsi di informatica e tecnologie Ict, che hanno registrato un +15.74%. Ma, come accennato, molte giovani aspiranti scienziate sono ancora frenate da pregiudizi e stereotipi. “Cresce tra le bambine e le ragazze, in Italia e nel mondo, la consapevolezza del loro valore e del contributo che possono dare in ambito scientifico» spiega Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia - Europa di Save the Children, «ma il divario di genere è molto presente e si radica, sin dai primi cicli di istruzione, negli stereotipi, ancora oggi diffusi, che vorrebbero le ragazze poco portate verso le materie scientifiche e che bloccano sul nascere i loro talenti».

Il Pnnr per i talenti e l’uguaglianza di genere

C’è ancora lavoro da fare, quindi, per «abbattere il paradigma che di fatto rappresenta il mondo scientifico come appannaggio solo degli uomini», sottolinea Raffaela Milano, e gli investimenti del Pnnr rappresentano secondo la direttrice «un’occasione unica per fare un deciso cambio di marcia» e mettere in campo «piani formativi e doti educative» per incentivare la partecipazione delle ragazze al mondo scientifico. E riconoscere, così, «il ruolo delle donne anche come agenti di cambiamento» per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030, obiettivi per i quali «l’uguaglianza di genere, anche nella scienza, è cruciale», conclude la direttrice Milano.

Secondo Save The Children, le ragazze in Italia sono ben consapevoli del contributo che possono dare alle sfide più importanti che la scienza dovrà affrontare nei prossimi 10 anni. Il 34% delle adolescenti pensa infatti che la sfida più importante sia quella dell’invecchiamento della popolazione, seguita dalla produzione di energia sostenibile (per il 31% delle intervistate) e dalla diminuzione delle emissioni inquinanti (27%).

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