Rajoy va oggi Catalogna: «Voto porrà fine alla distruzione separatista»
di Redazione Online
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La Catalogna vota il 21 dicembre dopo lo scioglimento del Parlament locale deciso dal governo di Madrid che di fatto ha preso il controllo diretto della regione autonoma. Poco più di un mese è il tempo che nelle intenzioni del governo centrale dovrebbe aiutare a far decantare la rabbia dei separatisti. Finora non sembra vi sia più pace di prima, anzi, ieri 750mila persone hanno sfilato a Barcellona chiedendo la liberazione dei «detenuti politici». Ovvero gli 8 ministri di Carles Puigdemont, presidente in esilio a Bruxelles, e dei 'due Jordi', leader delle due principali organizzazioni indipendentiste, incarcerati dalla giudice Carmen Lamela per 'ribellione' e 'sedizione'.
Oggi il “nemico” della causa indipendentista, il primo ministro Rajoy, è in Catalogna e apre la campagna elettorale. È la sua prima visita dall'attivazione
dell'articolo 155 Costituzione che ha di fatto sospeso l’autonomia di cui gode la regione. Secondo Rajoy le elezioni di dicembre in Catalogna aiuteranno a porre fine «alla distruzione separatista» riferisce Bbc online. Il premier e leader conservatore del partito popolare ha difeso la sua linea affermando di aver «esaurito tutte le strade»” dopo la dichiarazione unilaterale di indipendenza del governo catalano a ottobre.
Da Bruxelles intanto il presidente deposto della Catalogna, Carles Puigdemont, in un'intervista a Sky News da Bruxelles ripresa dalla stampa catalana denuncia di «essere trattato come un criminale, un trafficante di droga, un pedofilo o un serial killer: questo è un abuso». «Questa non è politica - continua - è usare i tribunali per fare politica» ha aggiunto. Puigdemont ha detto ancora di «non essere un ribelle»: «Ho solo voluto applicare quello che il mio parlamento ha deciso».
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