Rally estivo per Tim: trattativa Mef-Kkr spinge il titolo ai massimi da aprile
Settimane chiave per arrivare a definire i punti salienti dello scorporo della rete in cui entrerà anche il Tesoro
di Andrea Fontana
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(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Si avvicinano le settimane decisive per le trattative tra il fondo Kkr e il ministero delle Finanze sul dossier Telecom Italia e il titolo aggancia per la prima volta quota 0,3 euro dopo quattro mesi e mezzo ed è tra i migliori del FTSE MIB. Le quotazioni sono arrivate a guadagnare anche il 4% dopo che già venerdì erano salite del 2,8% sfruttando una raccomandazione di Barclays sul titolo.
Nel corso del mese di agosto e nelle prime sessioni di settembre l'intesa tra Mef e Kkr per un ingresso dello Stato italiano nell'azionariato di NetCo, il veicolo in cui confluiranno gli asset infrastrutturali di Tim, ha fatto salire del 15% le quotazioni. Ora che le trattative tra il private equity Usa e il governo sono nella fase cruciale l'appeal in Borsa sembra crescere ulteriormente: secondo quanto riportato nel week end da Il Messaggero potrebbero essere necessari ancora 15 giorni alle parti per definire gli aspetti chiave dello scorporo dell'infrastruttura con i nodi principali rappresentanti dal personale, dal debito e dal contratto di servizio con Tim. Seguirà poi il confronto con Vivendi, primo azionista di Tim, che da tempo chiede una soluzione che consenta al business dei servizi di Tim, la cosiddetta ServiceCo, di essere sostenibile sia in termini di addetti sia di situazione finanziaria.
"Non escludiamo - ricorda Intermonte - che la stessa NetCo possa assorbire gran parte del personale eccedente qualora dovesse esserle riconosciuto un regime regolatorio più favorevole in grado di remunerare (con un meccanismo cost-plus) i costi per le attività di costruzione, gestione e manutenzione della rete che verosimilmente richiederanno un maggior effort anche di personale. In questo senso, vedremmo con favore l’applicazione di un paradigma vincente simile a quello adottato per Terna con la realizzazione di un operatore unico quotato a controllo statale che in futuro potrebbe beneficiare di una regolamentazione Rab simile a quella adottata per le utilities, rendendo ancora più interessante la exit futura per Kkr".
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