intervista al vincitore di due giri d'italia

Savoldelli: «Rapporti agili e non strafare: ecco il segreto per godersi le salite in bici»

I consigli per un'estate in sella di Paolo Savoldelli, vincitore di due Giri d'Italia, e protagonista dell'iniziativa Sole 24 Ore-Enel sulle scalate alle dighe. «E attenzione alla quota: sopra i 2mila metri in salita inizia un altro sport»

di Cheo Condina

3' di lettura

«Per chi si avvicina alle salite per la prima volta, o comunque con poco allenamento, la cosa più importante è utilizzare una bicicletta con rapporti adeguati, molto agili, intendo avere un 34 o un 36 denti nella corona anteriore e nel pignone posteriore un 32 denti. Poi se si va bene non si usano, però quando si è in difficoltà è meglio averli a disposizione». E’ questo il primo consiglio di Paolo Savoldelli, vincitore di due Giri d’Italia e grandissimo discesista (forse il più forte della storia del ciclismo, per questo è stato soprannominato il Falco), nonché compagno di viaggio dei manager Enel nelle scalate alle dighe realizzate in collaborazione con il Sole 24 Ore, per tutti coloro che - sfruttando l'estate e le vacanze - vogliono realizzare un’impresa in bicicletta su piccole o grandi salite.
Altre raccomandazioni per affrontare le salite? Come evitare di andare “fuori giri”?
Se sei un principante, né hai riferimenti di allenamento o un cardiofrequenzimento consiglio di salire con calma, soprattutto all’inizio, senza farsi prendere dalla foga e non guardare quello che fanno gli altri se siete in un gruppetto. Andate su del vostro passo. Volete un trucchetto per riconoscerlo? Se mentre salite riuscite a parlare normalmente con qualcun’altro allora l’andatura è quella giusta, altrimenti meglio rallentare un po’.

Altro aspetto chiave è l’alimentazione…
Dipende dalla lunghezza dell’uscita. Se state sotto l’ora-ora e mezza potete anche non mangiare mentre siete in sella. Durante escursioni lunghe invece dovete alimentarvi ogni tre quarti d’ora ricordando che quando si è meno allenati si consuma di più. E ricordatevi di bere ogni quarto d’ora, a piccoli sorsi.
Che grado di allenamento serve per affrontare in tranquillità una salita di media difficoltà?
Se uno è allenato, perchè magari già corre a piedi o ha comunque una certa base fisica, se la può cavare, ovviamente con tutte le avvertenze fin qui dette e senza strafare. Se non hai una base invece puoi avere problemi di crampi ma la cosa che conta è potere contare su una bici della dimensione giusta e con i rapporti giusti.
Chi invece vuole cimentarsi su una salita seria, per esempio il Colle dell’Agnello (il tratto duro inizia dopo la Diga Enel di Castello)?
Beh in questo caso il discorso cambia. Parliamo di un’ascesa lunga, con un dislivello importante e che arriva oltre 2.700 metri. Se vuoi farla bene, in scioltezza, devi avere almeno 2mila km nelle gambe (pedalati dopo i mesi invernali, ndr) e avere fatto già un po’ di salite. Perché ricordate: la salita si migliora con la salita, non con la pianura, sono gesti atletici diversi. Chi non ha questo grado di allenamento ce la può fare lo stesso ma deve prepararsi a uno sforzo davvero lungo, di almeno due ore, e mangiare ogni mezzora durante lo stesso. E magari partire la mattina presto perché il caldo poi rende tutto più difficile.

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Peraltro quando si sale con l’altitudine lo sforzo si complica non poco...
Dopo i 1800-1900 metri sul livello del mare si iniziano a sentire i primi problemi. Dai 2.200 metri in su crolla la prestazione e consumi molto di più per produrre la stessa potenza. A quelle altezze puoi fare un’accelerazione, non due. Lo dico sempre: sopra i 2mila metri in salita inizia un altro sport. Quindi , a maggior ragione, serve ulteriore attenzione nel dosaggio delle energie.
La tua discesa dal Colle Fauniera nel 1999 è rimasta nella storia e anche le tue doti di discesista ti hanno permesso di conquistare due Giri d’Italia. Qualche consiglio per quando la strada scende?
Prima di tutto non cercare di superare il limite oltre il quale non ci si sente più sicuri e guai a seguire chi va più forte: se non sei capace cadi. Poi bisogna tenere le mani basse sul manubrio e i freni, cercando di usarli tutti e due. Quando curvi verso sinistra alzi il pedale sinistro, a destra ovviamente vale l’inverso, e poi non bisogna gonfiare troppo le gomme e non usare bici troppo rigide che sono più performanti ma anche più difficili da guidare. Ultimo consiglio: conservare sempre un margine di sicurezza.
Infine l’abbigliamento…
Se si va in alta montagna avere sempre con sé una mantellina pesante e un cappellino. Se in cima c’è un rifugio i cari vecchi fogli di giornale vanno sempre bene. Se invece non siamo in estate ma in primavera o autunno consiglio manicotti o giubbini più pesanti. Magari ci si può portare una maglietta interna da cambiarsi in cima, dopo si sta subito meglio.

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