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Povertà in Italia, +357mila poveri assoluti nel 2022. Caritas: “Un fenomeno strutturale”

Il Rapporto Caritas 2023 su Povertà ed esclusione sociale in Italia fotografa un quadro drammatico: oltre 5 milioni 674 mila poveri assoluti, pari al 9,7% della popolazione. La Caritas lancia l’allarme per le 400mila famiglie che rischiano di essere escluse dall’Assegno di inclusione

Una clochard in pieno centro. Sempre di piu' le persone in difficolta' economica. Genova, 11 febbraio 2022 ANSA/LUCA ZENNARO

4' di lettura

“Dopo quasi trent’anni dalla prima uscita del Rapporto, il fenomeno della povertà può dirsi completamente stravolto nei numeri e nei profili sociali. Si contano oltre 5 milioni 674 mila poveri assoluti (+357mila rispetto al 2021), pari al 9,7% della popolazione: un residente su dieci oggi non ha accesso a un livello di vita dignitoso. È un fenomeno ormai strutturale e non più residuale come era in passato”. Sono i dati del Rapporto Caritas 2023 su Povertà ed esclusione sociale in Italia dal titolo “Tutto da perdere”, presentati questa mattina in vista della VII Giornata Mondiale dei Poveri del 19 novembre.

“Nel 2022, nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati (complessivamente 2.855) le persone incontrate e supportate sono state 255.957. Nell’insieme i centri di ascolto e i servizi Caritas hanno supportato durante l’anno l’11,7% delle famiglie in povertà assoluta. Complessivamente il peso degli stranieri tra i beneficiari si attesta al 59,6%, con punte che arrivano al 68,5% e al 66,4% nel Nord-Ovest e nel Nord-Est. L’età media è 53 anni per gli italiani e 40 anni per gli stranieri”.

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Le emergenze: lavoro povero e bollette energia

Il focus centrale di questa edizione, spiega lo stesso Rapporto, è dedicato “al fenomeno dei ’working poor’, ossia di quelle situazioni di povertà personali e familiari, in cui non manca il lavoro, ma il reddito non è sufficiente a una vita dignitosa”. Il Rapporto sottolinea poi la nuova realtà della “povertà energetica”: “nel 2022 il 19,1% degli assistiti Caritas ha ricevuto un sussidio economico, degli oltre 86mila sussidi economici erogati dalla rete Caritas nel 2022 il 45% è stato a supporto di ’bisogni energetici’, ovvero bollette”.

Scorrendo ancora i dati emerge che: “Le persone di cittadinanza straniera risultano prevalentemente coniugate. Gli assistiti italiani invece appaiono divisi tra coniugati, celibi/nubili, separati/divorziati; tra loro, dunque, lo stato di povertà appare molto correlato a forme di fragilità familiari. Si conferma in tal senso l’esistenza di ’eventi svolta’ che possono segnare i corsi di vita e le storie individuali contribuendo allo scivolamento verso una condizione di vulnerabilità sociale. Tra gli eventi svolta il diventare genitori: i due terzi degli utenti ha figli (il 65,6%) e tra loro l’80% vive con figli minori. Ciò sta a significare che circa il 52% delle persone che si rivolge alla rete Caritas ha figli minori”.

Bassa istruzione e fragilità occupazionale

“Un fattore che accomuna la gran parte degli utenti - prosegue il Rapporto - è il basso livello di istruzione (il 66,5% di loro ha al massimo la licenza media inferiore) e la fragilità occupazionale. Quest’ultima si esprime per lo più con condizioni di disoccupazione (48%) e di ’lavoro povero’ (22,8%)”. “Rispetto alla storia assistenziale - continua - c’è una forte eterogeneità dei casi seguiti. Accanto alle nuove povertà che pesano per il 45,3% del totale si aggiunge un’ampia fetta di persone che sono seguite da più tempo e che fanno fatica a risollevarsi: il 21% è seguito da 1-2 anni, il 9,3% da 3-4 anni, il 24,4% da cinque anni e più. Tra gli assistiti esiste quindi uno zoccolo di povertà croniche”.

Per quanto riguarda l’indagine qualitativa sui “working poor”, “ ’sopravvivere’ - afferma il Dossier - è la parola più citata dai lavoratori poveri: una condizione che mette in rilievo la consapevolezza di non avere aspettative con un presente che si dilata senza tempo, impossibile da cambiare in modo significativo, nonostante l’impegno personale. Chi sono i lavoratori poveri? Lavoratori in nero, in grigio, part time forzati, con contratti regolari ma tutti con salari inadeguati”.

Assegno di inclusione, allarme per 400mila famiglie escluse

Con il suo Rapporto, la Caritas italiana lancia anche un allarme per le famiglie che rischiano di essere escluse dall’Assegno di inclusione. “le stime disponibili indicano in circa il 33% i nuclei già beneficiari di RdC che non avranno diritto all’Adi, per un numero di 400mila nuclei su 1,2 milioni di famiglie. Vi sono inoltre molti dubbi sulla reale possibilità di trovare un’occupazione entro i 12 mesi di copertura economica per la formazione garantiti dall’SFL”, spiega il Rapporto.

La riforma del Reddito di Cittadinanza (RdC), “con la transizione verso le nuove misure di Supporto alla formazione e al lavoro (SFL) e Assegno di inclusione (Adi) riguarda da vicino una parte consistente della popolazione italiana. Nei primi sette mesi del 2023 il totale di nuclei familiari che hanno fatto affidamento sul RdC - rileva Caritas - è stato di 1 milione e 331 mila (Inps, 2023), per un totale di più di 2,8 milioni di persone coinvolte. Nel corso del 2021, anno in cui la misura ha avuto più beneficiari in assoluto, il totale delle persone coinvolte è stato di quasi 4 milioni di persone. Nel 2022, tra i beneficiari di Caritas, il 19% era percettore di RdC (17mila famiglie) con punte del 44% al Sud e del 50% nelle Isole”.

L’abbandono del principio di universalismo selettivo e l’introduzione di nuovi requisiti, sottolinea Caritas, “lascia scoperte alcune specifiche tipologie di poveri. Note positive riguardano invece i circa 50mila nuclei di stranieri che potranno accedere per la prima volta alla misura e il fatto che sommando gli importi dell’Adi con quelli dell’Assegno Universale Unico per i figli a carico, la nuova impostazione è sicuramente migliore per le famiglie numerose rispetto a quella precedente”.

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