Rapporto Reuters, il Sole 24 Ore ancora sul podio dell’affidabilità
Secondo il Digital News Report condotto in 46 Paesi, il quotidiano di viale Sarca è ai vertici della classifica con Ansa e Sky Tg24
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Per il sesto anno consecutivo Il Sole 24 Ore è il primo quotidiano in Italia per affidabilità, come certificato dal Digital News Report 2023 del Reuters Institute condotto in 46 Paesi. Il Sole 24 Ore si conferma ancora una volta in cima alla classifica dei quotidiani, con una crescita della fiducia degli italiani di 4 punti percentuali, passando dal 65% del 2022 al 69% del 2023, e sul podio nel panorama di tutti i media, dopo Ansa e Sky Tg 24.
La classifica la guida l'Ansa con una crescita della fiducia degli italiani, che passa dal 73% al 78%. Seguono Sky Tg24 e Il Sole 24 Ore. Ansa.it sale di una posizione ed è secondo tra i siti d’informazione, a pari merito con Fanpage: il 20% lo naviga ogni settimana. Primo sito è TgCom24, terzo Sky Tg24, quarto Repubblica.it. Tra tv e radio, i tg Rai sono primi seguiti da Mediaset, Sky Tg24 è terzo insieme a TgCom24.
Secondo il Rapporto Reuters, in Italia «la fiducia complessiva nelle notizie rimane molto bassa (34%) ma ci sono livelli relativamente alti di fiducia in alcuni brand specifici, in particolare quelli con minore partigianeria politica». Resta al palo la percentuale degli italiani che pagano per le notizie online, si attesta al 12%, la stessa di cinque anni fa; il 30% ha ascoltato i podcast nell’ultimo mese e il 34% condivide le notizie su social media, chat e e-mail (principalmente Facebook e WhtsApp).
Il rapporto Reuters indica che in Italia la fruizione di notizie cartacee continua a diminuire: il 16% dichiara di utilizzare fonti di stampa (era il 59% nel 2013). Tiene la tv (69%), mentre il 70% le fruisce online. Reuters osserva infine come «la maggior parte delle testate giornalistiche italiane si basi ancora principalmente sulla pubblicità online per finanziare operazioni digitali. Tuttavia, la quota dei ricavi pubblicitari online è limitata, con piattaforme come Google e Meta che fanno la parte del leone (85% nel 2021)». Dal 2017 al 2021 i ricavi della pubblicità tradizionale «sono diminuiti del 10%, nel settore televisivo e della carta stampata, comportando una riduzione di 2.400 dipendenti (-17%) nei quotidiani e nei magazine».
Il costo della vita e il ricambio generazionale dei lettori sta rendendo ancora più difficile la situazione per l’editoria messa sotto pressione dal post pandemia e dalla guerra. Nel mondo oltre un terzo degli abbonati alle news online (il 39%) ha annullato o rinegoziato i propri abbonamenti. Solo il 17% paga in media per le notizie. Calo mondiale della fiducia nelle notizie: si attesta al 40%, rispetto al 42% del 2022. I Paesi dove gli utenti pagano di più per le news online sono Norvegia (39%) e Svezia (33%); gli Stati Uniti si attestano al 21%, Germania e Francia all’11%, Regno Unito 9%. L’Italia è al 12 per cento.
Facebook diventa sempre meno rilevante come fonte di informazione e di conseguenza come fattore trainante del traffico sui siti. TikTok guadagna terreno tra i giovani, i contenuti video sono sempre più importanti per le notizie. Solo il 28% delle persone intervistate afferma di aver avuto accesso alle notizie tramite il social di Mark Zuckerberg, nel 2016 era il 42%. TikTok è il social network che registra la crescita più rapida: è utilizzato in generale dal 44% dei giovani di età compresa tra 18 e 24 anni, lo usa per le notizie il 20%. L’utilizzo di Twitter per le news è rimasto relativamente stabile nella maggior parte dei Paesi anche dopo l’acquisizione di Elon Musk.
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