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Rapporto Siae, l’economia degli spettacoli vale 3 miliardi e cresce del 187%

Cresce la partecipazione nei concerti di musica leggera e jazz ma la crisi del cinema ha radici profonde

di Francesco Prisco

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4' di lettura

Il «grande inverno» del lockdown ce lo siamo lasciati definitivamente alle spalle. Almeno per quanto riguarda le dinamiche degli spettacoli: nel 2022 si registrano 3 milioni di eventi, per un incremento dell’80% sul 2021 e 3 miliardi di spesa del pubblico (+187%) e 205 milioni di spettatori complessivi (+150%). Rispetto al periodo pre-pandemico è cresciuta la partecipazione nei concerti di musica leggera e jazz, nelle attrazioni viaggianti e nei circhi.

Sono numeri che escono dall’87esima edizione del Rapporto Siae, vera e propria bibbia per chi si occupa di economia della cultura e degli eventi presentata a Roma dallo stato maggiore della Società autori ed editori, con il presidente Salvo Nastasi e il direttore generale Matteo Fedeli.

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Che succede per gli spettacoli

Concentrandoci sugli highlights dei diversi macrosettori, nello Spettacolo si registrano 2,5 milioni di eventi tra cinema, teatro, musica e mostre, per un incremento del +68% rispetto al 2021. Si contano 103 milioni di spettatori (+137% sul 2021) e incassi da 1,5 miliardi (+223% rispetto a due anni fa) di cui solo il 17,5% tra Sud Italia e isole. Il confronto con lo scenario pre-pandemia, comunque, è ancora negativo: rispetto al 2019 c’è infatti un calo del 28% sul numero degli eventi, del 36% sugli spettatori e del 15% sui ricavi. Per quanto riguarda l’Intrattenimento (ballo e intrattenimento musicale, spettacolo viaggiante e fiere) si sono registrati 470 mila appuntamenti (+162% sul 2021 e -31% sul 2019), con 75,6 milioni di partecipanti (+155% sul 2021 e -22% sul 2019) e 1 miliardo di euro spesi (+155% sul 2021 e -26% sul 2019). Lo Sport ha organizzato 68mila eventi (+151% sul 2021 e -44% sul 2019), con 25 milioni di spettatori (+204% sul 2021 e -18% sul 2019), per una spesa di 485 milioni di euro (+164% sul 2021 e -23% sul 2019), di cui 380,8 derivanti da partite di calcio.

La ripresa dell’offerta

Il 2022 ha registrato una generale, buona performance per tutti i comparti e i settori di spettacolo e intrattenimento. In particolare, si è contraddistinto per una ripresa finalmente più netta dell’offerta, favorita da un progressivo scemare delle limitazioni all’assembramento dovute alla pandemia. Ma gli effetti del contraccolpo subìto nel biennio precedente restano visibili sia dal lato dell’offerta, sia dal lato della domanda in ogni settore dello spettacolo e in ogni parte d’Italia, con rarissime eccezioni valide solo su alcuni settori.

Il 2022 si è chiuso con oltre 3 milioni di spettacoli, un valore tutto sommato ancora considerevole, ma la tendenza di crescita impostata nell’ultimo anno fa ben sperare in un pieno recupero nel 2023. La densità di offerta sul territorio italiano è di circa 51,5 spettacoli ogni mille abitanti, mentre nel 2019 la media nazionale si attestava a circa 20 spettacoli in più.

La concentrazione degli eventi

Dalla primavera del 2022, la possibilità di effettuare eventi all’aperto ha ampliato notevolmente le opportunità di offerta per le organizzazioni e facilitato la ripresa delle attività. Alcuni settori rilevano addirittura una crescita sul numero degli spettacoli rispetto al 2019, come i concerti di musica leggera, forti di numerose riprogrammazioni, ma anche quelli di musica jazz, così come tutte le attività comprese dallo spettacolo viaggiante. A livello territoriale, la ripresa appare leggermente più faticosa nelle aree del Centro e del Sud Italia, dove si rilevano scostamenti sul 2019 superiori alla media nazionale, anche se di pochi punti percentuali (rispettivamente -32,3% e -31,2%), a fronte di una situazione che appare lievemente più rosea in nell’area del Nord-est (che segna in media un -25,9%).

Concerti, boom grazie alle riprogrammazioni

Concentrandoci sui concerti, nel 2022 si può parlare di una vera e propria esplosione della musica leggera, con oltre 31mila concerti (+182% sull’anno precedente), una cifra che superadi gran lunga il livello di offerta prima della pandemia (+70% sul 2019). Parte di questa crescita può essere spiegata con la riprogrammazione dei concerti inizialmente previsti nel 2020 o nel 2021. I concerti classici nel 2022 sono stati 17.472. La ripresa è nettissima: non solo il numero di spettacoli registra un +57% sull’anno precedente ed è quasi triplicato sul 2020, ma supera addirittura i valori pre-pandemici (+13,6% sul 2019). Anche il microcomparto del jazz, con poco più di 6mila eventi live, ha registrato una buona ripresa sul 2021 (+55%), con un netto miglioramento anche rispetto al prepandemia (+28%).

Cinema, una crisi dalle radici profonde

La crisi delle sale cinematografiche, invece, ha radici più profonde della pandemia e dipende, tra gli altri fattori, dalle numerose opportunità di intrattenimento serale offerte dalle piattaforme di streaming video e dall’aumento dei costi dei biglietti. Guardando ai dati relativi al 2022, l’offerta di spettacoli cinematografici è risultata in netta ripresa rispetto al biennio pandemico: 2,25 mln di proiezioni (+67% sul 2021), ma rispetto al periodo pre-pandemico l’offerta è stata ancora inferiore del 30 per cento. A livello geografico il divario tra l’offerta del 2022 e quella del periodo pre-pandemico risulta leggermente più marcato nell’area del Centro Italia (-33%), mentre è meno incisivo nelle aree del Nord-Italia (-27% circa). Nel Nord del Paese si concentra quasi la metà degli spettacoli proiettati.

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