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Raptus&Roses, abiti super-femminili che fanno Community

Colori accesi, modelli studiati per avere una vestibilità perfetta, capi ripetitivi e capsule collection si alternano per scardinare le consuetudini della moda

di Paola Dezza

4' di lettura

Una vita trascorsa nel mondo della moda. Gli inizi con Romeo Gigli, di cui diventa presto e per lungo tempo assistente, poi il contributo sostanziale alla crescita di marchi innovativi fino alla nascita di una storia personale. Raptus&Roses affonda le proprie radici nel forte desiderio di Silvia Bisconti di affermare una nuova visione della moda, capi femminili e facili da abbinare indicati per tutte le donne, un marchio in grado soprattutto di creare una Community.

I primi passi nella moda

«Sono milanese, bellunese di adozione, e ho vissuto e studiato a Milano fino a 30 anni - ci racconta Silvia -. Dopo gli studi al liceo artistico e all’Istituto Marangoni, ho incontrato Romeo Gigli all’inizio della sua avventura e giovanissima sono diventata la sua assistente. Una esperienza che mi ha aiutato a crescere nel mondo del lavoro e della moda».

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Passata poi alla consulenza, Silvia ha lavorato successivamente in Malìparmi facendo crescere l’azienda, che era agli esordi al suo arrivo.

«Nel 2012 nasce Raptus and Roses - racconta -, un progetto sperimentale, quando è partito, nato sulle ceneri di un sistema moda in cui non credevo più. Smisi di comunicare in modo classico e iniziai a farlo solo attraverso i social che all’epoca stavano muovendo i primi passi. Soprattutto volevo creare un prodotto diverso, che si rivolgesse a tutte le donne, in modo che ognuna potesse esprimere la propria unicità e fisicità».

Il messaggio è stampato a chiare lettere sul sito del brand: «Trovare nuovi equilibri dentro ai contrasti. Nuove armonie tra cose che apparentemente non funzionano insieme. Aprire nuovi sentieri, nuovi pensieri. Quello che indossiamo è quello che noi siamo (esattamente come quello che mangiamo e quello che comunichiamo). Più sperimentiamo, più nuove ed insospettabili strade si apriranno davanti a noi. Ogni donna ha dentro un mondo. Tutte hanno dentro una fiamma». E Silvia questo mondo e queste fiamme vuole metterle in evidenza grazie alle sue creazioni.

La ricerca come segno distintivo

La ricerca è il nodo cruciale del brand, sotto diversi profili: dalla vestibilità perfetta dei capi ai colori fino a ricami e accessori. Il capo simbolo è il Perfecto, abito da collezione in una gamma di colori che ogni anno si arricchisce di nuove sfumature e fantasie. «I colori di base sono sei, cipria, il colore della pelle chiara, tabacco, indian pink, blu majorelle, dai muri del Jardin Majorelle di Marrakech, colore choco-melanzana che è un incrocio perfetto tra bordeaux scuro e marrone caldo e nero - spiega Silvia -. Altri colori vengono aggiunti almeno 2/3 volte all’anno in collezioni a edizioni limitata che si aprono e chiudono in pochi giorni o in pochi mesi. Per esempio lo scorso mese di luglio abbiamo lanciato il capo chiamandolo Acquaria in un colore azzurro Tiffany».

La collezione

Abiti che sono pratici anche per viaggiare, un aspetto fondamentale della vita di Silvia, talmente amante del viaggio e dell’avventura da aver dedicato al tema una serie di video-tutorial per imparare a fare la valigia perfetta declinata in base alla destinazione, dalle isole alle terme. Il famoso Poetical Sweater, maglione in mohair da tenere sempre con noi pesa solo 46 grammi, mentre il Party Perfecto Dress, una delle più recenti creazioni pesa 371 grammi, 171 grammi in vestiti e 200 grammi una parte in tulle e diamanti da aggiungere per serate speciali.

Ogni anno il gruppo produce 17.340 capi, di cui 7.930 sono i capi delle collezioni che si ripetono e 8.510 quelli delle capsule collection. Ma ci sono anche 750 pezzi unici. «Abbiamo chiuso il 2021 con 2,1 milioni di euro di ricavi - sottolinea Silvia - con una grande attenzione ai costi».

Sono due i canali produttivi. «Innanzitutto puntiamo a valorizzare le eccellenze del territorio - racconta -. La maglieria per esempio viene realizzata a dieci chilometri da qui. Poi da tanti anni abbiamo una unità produttiva in India. Prima del lockdown per la pandemia da Covid andavo in India tre volte all’anno. Si tratta di una unità produttiva alla quale abbiamo insegnato il lavoro, basandoci sulla meravigliosa manodopera che è una eccellenza nel Paese».

Azienda al femminile

Raptus&Roses è un’azienda quasi tutta la femminile, tiene a sottolineare Silvia, composta per il 90% da donne, coadiuvate da una parte maschile che comprende il sarto, videomaker e fotografo e soprattutto il socio di minoranza di questa avventura Luca di Giacomo.

La vendita avviene online e in pochissimi negozi molto selezionati, che negli anni sono diventati quasi dei partner, come Zoe a Pietrasanta e a Bassano, Verdelilla a Torino, Up art a Brescia.

I Raptus days itineranti sono un’altra delle modalità di vendita e di incontro con la Community. A marzo ne è previsto uno a Milano.

«Anche la location del nostro atelier è stata scelta per innescare un processo di creatività e perché l’ufficio sia un luogo piacevole» dice Silvia, entusiasta del luogo di lavoro. Un atelier sul fiume, una ex fabbrica riconvertita dalle ampie vetrate che attirano la luce, dove trovano spazio rotoli di tessuti dai mille colori e fantasie, prototipi e collezione, grandi tavoli da lavoro per disegnare e creare, angoli per chiacchierare.

Quali le sfide per l’anno appena iniziato? «Per il 2022 immagino un anno di consolidamento sul 2021 - dice Silvia -. Vorrei consolidare i processi produttivi e aziendali per farne del gruppo una macchina perfetta. A fine 2022 abbozzeremo l’idea progettuale per il triennio successivo che prevede l’approdo anche all'estero. Anche in questo caso vorrei studiare e inaugurare canali nuovi, non i canali classici, ideare azioni non consuete».

Silvia sottolinea anche che, dato che il segno distintivo del brand è il colore (tinte ricercate quasi sempre in India), saranno lanciati capi nelle tinte dei sorbetti per la primavera.

Il 10 settembre 2021, dopo due anni di attesa, è tornato anche il Défilé della Rinascita. Sulla passerella del Ponte Vecchio di Bassano del Grappa, appena restaurato, hanno sfilato donne avvolte nel tulle Indian Pink e nei tessuti dei Pezzi Unici, con la testa ricoperta di fiori. Un evento che Raptus&Rose organizza con l'Associazione Oncologica San Bassiano, un messaggio forte, un progetto terapeutico con al centro la donna.

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  • Paola DezzaCaposervizio Responsabile Real Estate

    Lingue parlate: inglese, francese

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