Rarità per bibliofili in Piazza Diaz
di Armando Torno

2' di lettura
Ogni seconda domenica del mese, da settembre a giugno, in piazza Diaz a Milano e nei portici meridionali del Duomo, dalle 8,30 alle 16, si svolge la rassegna “Vecchi libri in piazza”. Il 14 ottobre è possibile scoprirla o ritrovarla. Circa cento bancarelle, occupate da librai di tutta Italia, espongono titoli di modernariato e rarità bibliografiche.
Giunta alla XXIV edizione, tale iniziativa è diventata un appuntamento fisso. Per numero di partecipanti è una delle più grandi d'Europa. Si scoprono libri o, come amava dire Umberto Eco (frequentatore assiduo), si ritrovano quelli letti e perduti.
“Vecchi libri in piazza” nacque grazie a “maremagnum.com”, il sito italiano di riferimento per la vendita online di volumi antichi o fuori catalogo. Va inoltre aggiunto che l'organizzatore, Sergio Malavasi, per un suo particolare capriccio indica di volta in volta un tema, invitando i librai a esporre (anche) titoli su quell'argomento. Questa domenica di ottobre sarà dedicata al sessantesimo anniversario della pubblicazione de “Il gattopardo” di Tomasi di Lampedusa; comunque, si troveranno libri di ogni genere, oltre ad altri testi di letteratura siciliana. E questo perché gli espositori obbediscono più al proprio fiuto che alle direttive dell'organizzatore.
Tale rassegna è una risposta alla crisi delle bancherelle e dei librai indipendenti, che continuano a diminuire. Nella stessa Milano, negli ultimi anni, a causa delle tasse comunali aumentate e della concorrenza in Rete, sono spariti numerosi banchetti. Sovente sono sostituiti da rivendite di paccottiglia turistica o da qualcosa di simile; di certo, queste meritorie presenze sopravvissero nel capoluogo lombardo a due guerre mondiali e allo stato d'assedio proclamato da quel macellaio di Bava Beccaris, ma non riescono a superare le vampiresche imposte del mondo contemporaneo (con relativi annessi burocratici).
Va da sé che l'iniziativa di piazza Diaz è un invito a scoprire i libri o a cercare quelli che magari s'inseguono. Del resto, in Rete si compra quanto già si conosce, su una bancarella o in libreria si fanno scoperte.
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Abbiamo ricordato Umberto Eco, potremmo aggiungere che in tale mercatino si ritrovano (o sono passati) illustri “libridinosi”. Da Oliviero Diliberto, anche quando era ministro della giustizia e sperava di trovare le Bur grigie della prima serie che gli mancavano, a Giuseppe Pontiggia, dalla scenografa Margherita Palli a Leandro Cantamessa, noto avvocato del Milan (cerca testi di astrologia). Certo, i nomi sono troppi; diremo soltanto che s'incontrano anche giovani e studenti (magari chiedono titoli per la tesi), soprattutto quei disperati che mai troveranno i libri che bramano. Un esempio? L'avvocato Cesare Fabozzi da ormai una ventina d'anni sta cercando gli ultimi tre o quattro volumi mancanti alla sua collezione dell'Editore Formiggini. Desidera possedere tutto il pubblicato. Gli auguriamo di non trovarli, così potremo rivederlo continuamente in piazza Diaz.
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