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Rating, l’Unione africana pensa alla sua agenzia per «diversificare» l’offerta dei Big Three

L’organizzazione che riunisce i 55 Paesi del Continente progetta una sua società per «integrare» i giudizi di Moody’s, Fitch e S&P. Il debutto è atteso nel 2024

di Alberto Magnani

Sede dell’Unione africana ad Addis Abeba (Getty images)

2' di lettura

L’Unione africana, l’organizzazione che riunisce i 55 Paesi del Continente, sta progettando il debutto di una “sua” agenzia di rating. Lo scrive Reuters, citando fonti interne alla stessa Ua. L’obiettivo sarebbe di offrire agli investitori uno strumento di valutazione diverso da quello dei colossi occidentali, cambiando la «narrazione» che incombe sui mercati subsahariani.

La stessa Ua ha accusato più volte le big three Moody’s, Fitch e S&P Global Ratings di formulare giudizi poco «equi» sulle economie locali, infliggendo valutazioni che ne penalizzerebbero la reputazione. Le tre società hanno sempre negato qualsiasi pregiudizio e sottolineano di applicare gli stessi criteri a tutti i Paesi sotto la propria lente.

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Al momento sono note le date esatte né la città di destinazione dell’agenzia, anche se le istituzioni principali dell’Ua sono di casa ad Addis Abeba (Etiopia) e il mercato azionario principale del Continente è quello di Johannesburg (Sudafrica).

Cambiare la «narrazione» sulle economie africane

Il disegno di un’agenzia africana rientrerebbe sia nei piani di integrazione dell’Unione africana sia, e soprattutto, nella ricerca di una maggiore «sovranità» finanziaria di un Continente che sta guardando con interesse all’espansione del blocco Brics, il club di Paesi che si offre come alternativa al «monopolio» valutario del dollaro e a quello politico dell’asse Usa-Ue.

Misheck Mutize, esperto dell’Unione africana nel supporto ai Paesi sulle agenzie di rating, spiega che l’agenzia nasce per cambiare la «narrazione» sulle economie africane, integrando quella filtrata dai colossi tradizionali. Non c’è l’intenzione di sostituire le Big Three perché rimangono una chiave decisiva per i capitali internazionali, fa notare Mutize. Ma al tempo stesso si tratta di «diversificare» le opzioni, fornendo un quadro più ampio di valutazioni.

In passato, i giudizi sono stati meno morbidi. La stessa Ua ha accusato le tre agenzie di valutazioni poco «eque» verso le economie africane, una tendenza che si sarebbe accentuata soprattutto nella pandemia di Covid. Uno studio della United Nations Development Programme ha rilevato che rating meno «soggettivi» sulle economie africane avrebbero garantito risparmi per 74,5 miliardi di dollari Usa, citando «idiosincrasie» come una maggiore frequenza di intervento proprio sui debiti sovrani del Continente. Moody’s, Fitch e S&P Global Ratings, sottolinea Reuters, hanno smentito qualsiasi anomalia e rivendicano l’applicazione di standard univoci per tutte le regioni sotto la propria lente.

I passi formali verso l’agenzia africana

Il progetto non è fermo agli annunci. In agosto i ministri delle Finanze dell’Ua hanno approvato una risoluzione che spinge a favore della nascita dell’istituto, un testo analogo a quello che dovrebbe essere vidimato dal Consiglio esecutivo dell’Unione in tempi stretti. L’ambizione è arrivare al debutto dell’agenzia già nel 2024, un’accelerazione che consentirebbe all’istituzione di rodarsi nelle procedure e nella percezione degli investitori. Mutize dichiara a Reuters che i riscontri ricevuti finora sono «positivi», perché gli investitori apprezzano l’ipotesi di un aumento di informazioni su mercati tanto appetibili quanto inseguiti da timori alimentati - anche - dalle valutazioni dei rating. La stessa «narrazione» che la Ue vuole cambiare, o meglio, integrarne con una diversa.

Riproduzione riservata ©
  • Alberto MagnaniRedattore

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: inglese, tedesco

    Argomenti: Lavoro, Unione europea, Africa

    Premi: Premio "Alimentiamo il nostro futuro, nutriamo il mondo. Verso Expo 2015" di Agrofarma Federchimica e Fondazione Veronesi; Premio giornalistico State Street, categoria "Innovation"

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